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I consigli di una mamma al figlio gay

di Francesca Capriati - 24.03.2015 Scrivici

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Un giornalista racconta di come sua madre riuscì ad aiutarlo a combattere paure ed insonnia

Come aiutare un figlio gay

Come sostenere un figlio che sa di essere omosessuale e ha paura? Spesso i genitori si trovano spiazzati di fronte alla rivelazione del proprio figlio di essere gay, ma molto più spesso non ci si domanda come si possa sentire lui (o lei), un giovane essere umano che all’alba della sua adolescenza fa pensieri diversi, si pone mille domande, viene assalito da tante paure.

E non riesce a parlarne con i genitori.

Lo spiega così bene Filippo Brunamonti sull’Huffington Post , un testo intimo e personale nel quale ricorda di quando, ragazzino, si ritrovava la sera nel suo letto e prima di dormire faceva i conti con la sua paura di essere diverso.

Dai 12 ai 17 anni ho dormito non più di quattro ore per notte. Sentivo voci sussurrare cose malvagie, mi ero quasi convinto che la mia famiglia volesse abbandonarmi. Tremavo, abbracciavo il cuscino, trattenevo il respiro per sentire il mio cuore, per rendermi conto di averlo ancora e che nessuno me lo avesse strappato

la sua più grande paura era quella di essere accettato dai suoi genitori, soprattutto da sua madre. Eppure fu proprio sua madre la prima confidente, a 17 anni, delle sue verità e fu proprio lei ad accoglierlo, con tutte le paure, e ad aiutarlo a superare l’insonnia che per anni lo aveva braccato. Per la paura di veder schiacciata la sua anima, per la paura di un giudizio superiore che in qualche modo lo avrebbe guardato dentro e cacciato via.

Fu proprio la sua mamma a tirare un sospiro di sollievo quando suo figlio le raccontò la verità e decise che con coraggio lo avrebbe aiutato. A dormire, certo, ma soprattutto a non avere mai più paura di se stesso.


E per 21 notti, prima di dormire, gli prese la mano e gli indicò 21 modi per combattere questa paura.

Voglio condividere queste 21 ragioni di vita con voi, affinché i vostri figli non abbiano più paura di dormire e di lasciarsi andare

scrive Filippo.

Eccole le 21 ragioni per non avere mai paura di ciò che si è. Un elenco di ragioni per amarsi che va al di là dell’accettazione del proprio orientamento sessuale, che serve a tutti. Perché tutti prima o poi, grandi e piccoli, ci ritroviamo a fare i conti con un altro io del quale abbiamo paura.

Il primo consiglio è quello di avere pietà. Pietà per te stesso, non esistono colpe. Il mondo è pronto ad accoglierti e anche la famiglia e gli amici e chi ci ama è pronto ad accoglierti senza chiederti cosa, ma solo chi sei. E ha bisogno di sapere che sta bene, sei in corsa verso la serenità
 
Non scappare dal dolore è il secondo consiglio: è un dolore che hai creato tu perché avevi bisogno di qualcosa con cui entrare in conflitto, quindi dagli un pugno e datti una carezza.

Non avere paura della notte, gli disse la mamma:

Quando la luce ti fa sentire salvo e l'oscurità ti dà le convulsioni, corri un grave rischio: quello di perdere la bellezza e la sensualità della notte, che è molto più allegra e luccicante del giorno. Cerca di appoggiare la testa sul raggio di luce che la notte ti sta offrendo. Riesci a vederlo? Riposerai come un bambino e sognerai cento rivoluzioni.

Esci allo scoperto è il quinto consiglio, anche se fa paura, anche se inquieta

E ancora. La mamma di Filippo la decima sera gli disse che non era sbagliato. Non era fuori posto. Era solo diversamente al proprio posto.


Riordina la camera da letto come vuoi, furono le parole della buonanotte dell’undicesima sera. Un invito a sentirsi libero di esprimersi.

Non mancarono consigli pratici, proprio “da mamma”, come quello di non assumere farmaci, perché danno dipendenza oppure di concedersi il sesso una volta a settimana, per tutta la vita.

Laureati. Lascia questa casa. Vola in una terra che ti faccia sentire accolto, se è quello che vuoi. Noi resteremo le fiamme della vita, il motore della tua locomotiva. Ti guideremo verso l'aeroporto, ti daremo un passaporto, ti vedremo toccare le nuvole con la punta del naso e sapremo che la notte non ti spaventa più.

E la ventunesima notte Filippo si addormentò. Forse le paure c’erano ancora, nascoste tra le pieghe del cuscino. Ma adesso aveva maggiore forza, maggiore consapevolezza. Ed era pronto ad accettare se stesso e ad amarsi. Perché non è coraggio se non c’è la paura

21. Notte, figlio mio. È il ventunesimo giorno che ti tengo per mano mentre ti parlo e cerco di donarti coraggio. Ma stanotte non ho fatto in tempo a pronunciare una sola parola: tu stai dormendo già.

Per leggere tutti i 21 consigli ecco il link all'articolo dell'Huffington Post

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