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Neonati e montagna: attenzione all'altitudine

di Elena Berti - 21.02.2022 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Altitudine e neonati: quando portare i bambini molto piccoli in montagna, fino a che quota, come accorgersi se soffrono di male acuto di montagna.

Altitudine e neonati

C'è chi coi bambini non si muove se non di pochi passi, chi invece appena nasce un bebè ricomincia a viaggiare come nulla fosse. Ma i genitori appassionati di montagna potrebbero avere qualche dubbio su altitudine e neonati: vediamo insieme come bisogna comportarsi. 

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Montagna e neonati

La montagna è un luogo bellissimo per i bambini, che sono liberi di correre, possono giocare con la neve in inverno e godersi la natura in estate. Ma anche per i neonati possono rappresentare una vacanza rigenerante: meno rumori, aria pulita, lunghe passeggiate. Anche il freddo è salutare, soprattutto se paragonato all'aria secca delle case in inverno o all'afa delle città in estate. È importante però conoscere i rischi che la montagna può nascondere per i bambini molto piccoli, in particolare per i neonati e per la loro salute. 

A che età andare in montagna

Non esistono in realtà limiti per portare un bambino in montagna, ma dipende tutto dall'altitudine: si considera montagna una vetta dai 600 metri in su (chi ha figli alle elementari lo sa bene!) per questo, con le dovute misure, è possibile portare bimbi a un'altitudine maggiore. Man mano che si sale, però, la pressione barometrica si riduce e con lei quella dell'ossigeno: è qui che bisogna fare attenzione. 

Che altitudine è pericolosa per i bambini

Altitudini molto elevate mettono a dura prova chiunque, e in particolare chi non è abituato a trovarsi molto in alto. L'ossigeno si riduce, l'organismo lo percepisce e non si comporta come dovrebbe. Per esempio, in località come Cuzco, la città da cui partono i tour per il Machu Picchu, o ancora il lago Titicaca, sempre in Perù, i casi di malori, svenimenti e altri problemi tra gli adulti sono molto frequenti: lì ci si aggira tra i 3600 e i 4000 metri.

In linea generale, dalla nascita fino ai due anni sarebbe meglio non oltrepassare i 2000 metri. Nei primi trenta giorni di vita, inoltre, meglio ancora restare sotto i 1500. 

Come affrontare l’altitudine coi neonati

Se decidete di andare in vacanza in montagna con un neonato, fate come consigliano gli esperti: approcciatevi gradualmente all'altitudine. Dividete il viaggio in due parti, magari fermandovi a dormire in una località al di sotto dei 1000 metri, e fate attenzione a qualsiasi comportamento strano. Evitate di portare neonati in montagna se siete a conoscenza di patologie respiratorie o cardiache, e consultate il pediatra prima di intraprendere il viaggio. 

Il male acuto di montagna

Non sottovalutate la possibilità che i bambini sviluppino il male acuto di montagna, a cui sono potenzialmente esposti anche gli adulti dopo i 2500 metri. Nei bambini è inoltre difficile riconoscere il mal di montagna, che potrebbe presentarsi come un malessere qualsiasi. Soprattutto nei neonati, che dormono spesso. Fate quindi attenzione a inappetenza, variazioni del sonno, scarsa attività, e se il piccolo appare diverso dal solito scendete di quota e verificate come si comporta. 

In conclusione, è possibile andare in montagna con i neonati, di preferenza a partire da un mese dopo la nascita. Per farli abituare all'altitudine, salite di quota gradualmente, 300 metri per volta se possibile, in modo da lasciarli acclimatare. Non salite oltre i 2000 metri con bambini al di sotto dei due anni, e se vedete che vostro figlio presenta sintomi riconducibili al male acuto di montagna consultate subito un medico o scendete di quota. 

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