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Gender Gap: con le scuole chiuse, le mamme che lavorano diventano sempre meno

di valentina vanzini - 14.05.2022 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Negli stati con le scuole chiuse, il gender gap tra i genitori nella forza lavoro ha superato i 23 punti percentuali nel 2020

La pandemia di COVID-19 ha pesantemente minato decenni di lotte femministe per avere la parità nel mondo del lavoro: l'emergenza sanitaria ha sconvolto l'istruzione pubblica negli Stati Uniti, un'infrastruttura da cui i genitori (e in particolare proprio le madri), dipendono per lavorare. Lo rivela una nuova ricerca di Washington University di St. Louis, pubblicata su Gender & Society.

L'analisi attinge a nuovi dati dal database ESOS (Elementary School Operating Status) per mostrare che il divario di genere tra madri e padri nella forza lavoro è cresciuto in modo significativo dall'inizio della pandemia negli Stati in cui le scuole hanno offerto istruzioni a distanza.

E se queste circostanze dovessero persistere, potrebbe sferrare un duro colpo agli stipendi delle madri e al loro futuro professionale.

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Gender gap: la ricerca

All'inizio dell'anno scolastico 2019-20, il tasso di partecipazione al lavoro delle madri statunitensi era, in media, di 18 punti percentuali inferiore a quello dei padri. Entro lo scorso settembre, il divario è cresciuto a oltre 23 punti percentuali negli Stati in cui le scuole offrivano principalmente istruzione a distanza. In confronto, negli stati in cui l'istruzione di persona era più comune, il divario di genere nella partecipazione alla forza lavoro dei genitori è cresciuto di meno di 1 punto percentuale, al 18,4%.

"La nostra ricerca mostra che le scuole sono una fonte vitale di cura per i bambini piccoli e, senza un'istruzione di persona a tempo pieno, le madri sono state escluse dalla forza lavoro", ha detto Caitlyn Collins, assistente professore di sociologia in Arts & Sciences e co-autore dello studio.

"Più a lungo queste condizioni permangono, più difficile sarà per le madri riprendersi completamente da periodi prolungati di inattività, con conseguente riduzione delle opportunità occupazionali e dei guadagni a vita".

Mentre la pandemia continua, gli Stati con un apprendimento in presenza significativamente ridotto probabilmente continueranno a vedere una bassa partecipazione alla forza lavoro materna con il potenziale per effetti devastanti sull'occupazione a lungo termine per molte donne con bambini, ha aggiunto Collins.

In che modo i piani di riapertura della scuola influiscono sui genitori che lavorano?

Sebbene la funzione primaria delle scuole sia l'educazione dei bambini, gli istituti d'istruzione forniscono anche un'ampia infrastruttura di assistenza, in particolare per i bambini in età scolare elementare, su cui fanno affidamento i genitori, le imprese e l'economia, ha affermato Collins. Il COVID-19 ha messo a dura prova quell'infrastruttura in modi che non hanno precedenti.

Gli Stati hanno variato notevolmente nei loro approcci per rallentare la diffusione del corovirus e riaprire le scuole, dando vita ad una struttura a mosaico dell'istruzione primaria e secondaria negli Stati Uniti.

I ricercatori hanno utilizzato il database ESOS per misurare la percentuale di distretti scolastici che offrono modelli di istruzione di persona, a distanza e ibridi per le scuole elementari per Stato nel settembre 2020. Quindi, hanno collegato i dati al Current Population Survey per valutare l'associazione tra riaperture scolastiche e i tassi di partecipazione alla forza lavoro dei genitori, confrontando tali tassi del 2020 con quelli osservati prima della pandemia nel 2019.

Nel documento, gli autori descrivono i risultati dei 26 Stati attualmente disponibili in ESOS ed evidenziano tre Stati come esempi illustrativi delle conseguenze di vari stati di riapertura.

I loro risultati illustrano il ruolo fondamentale che le scuole svolgono non solo nel sostenere il benessere dei bambini, ma anche nel consentire ai genitori, in particolare alle madri, di mantenere l'occupazione. Secondo Collins, in assenza dell'eguale partecipazione dei padri a casa, le madri hanno il peso maggiore della responsabilità per l'educazione dei figli, sia prima che durante la pandemia.

Il Maryland, dove le scuole di tutto lo Stato sono state aperte principalmente a distanza nel 2020, ha registrato il calo maggiore nella partecipazione delle madri alla forza lavoro. Nel 2019, le madri del Maryland con figli in età elementare avevano una probabilità prevista del 90% di entrare nel mondo del lavoro. Quando le scuole sono state aperte nel 2020, tale probabilità è scesa al 74%, con un calo di 16 punti.

Gender Gap in Italia

Anche in Italia si è verificato qualcosa di simile. Lo rivela una ricerca di ODM Consulting, la società di consulenza HR di GI Group: nel terzo trimestre de 2020 le lavoratrici e le professioniste italiane hanno visto un calo dell'8,7% nel loro stipendio rispetto a quello dei colleghi uomini, un divario in crescita rispetto al 7,9% del secondo trimestre del 2019. 

Nel nostro Paese il tasso di occupazione delle donne è uno dei più bassi in Europa, visto che già prima della pandemia, nel 2019, si attestava intorno al 50,1% contro il 68% degli uomini. 

Il divario di genere nei tassi di occupazione in Italia rimane tra i più alti di Europa: se la media europea è di 10 punti, nel nostro Paese si attesta a quasi 18. "L'Italia presenta oggi uno dei peggiori gap salariali tra generi in Europa, oltre una cronica scarsità di donne in posizioni manageriali di rilievo" - ha affermato il Presidente del Consiglio Mario Draghi. "Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge: richiede che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi. Intendiamo lavorare in questo senso, puntando a un riequilibrio del gap salariale e un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro".

Secondo l'Eurostat, il gender pay gap in Italia è del 17,1% nel settore privato e del 3,2% nel pubblico. La disparità di trattamento è evidente già a inizio carriera tra le neolaureate, ma va ad allargarsi all'aumentare dell'anzianità e soprattutto nelle posizioni di carriera più alte.

Fonti articolo: eurekalert.org, Eurostat, Ansa, EIGE

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