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Che ansia! Riflessioni per mamme e papà che faticano a “lasciare andare”. Il nuovo libro della Dott.ssa Pamela Pace

di Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus - 27.10.2020 Scrivici

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Che ansia! Riflessioni per mamme e papà che faticano a “lasciare andare”. Il novo libro della Dott.ssa Pamela Pace, Psicoanalista e psicoterapeutra, Presidente dell'Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus

Quante volte la crescita dei figli porta i genitori a trovarsi di fronte a delle domande: "Mangerà a sufficienza?", "Cosa farà mia figlia?", "Gli manco? Mi pensa?", "Cosa vuole da me?". Le situazioni ignote e l'imprevedibilità che le conquiste evolutive comportano, spesso, insinuano dubbi e preoccupazioni che possono insistere nei pensieri di mamma e papà, scatenando anche alcune reazioni corporee indesiderate – come l'aumento del battito cardiaco, della respirazione, della sudorazione – fino alla diminuzione dell'appetito e del sonno… Che ansia!

Già dal momento in cui si comincia a nutrire il desiderio di una gravidanza, oltre certamente all'amore e alla felicità, bisogna fare i conti anche con le prime preoccupazioni. La possibilità di mettere al mondo un figlio porta a scoprire nuove dimensioni come, ad esempio, il "per sempre": essere genitori, infatti, è qualcosa che resiste a separazioni, divorzi, che va anche oltre la morte, per cui la scelta di diventare mamma e papà è irreversibile e permanente. Inoltre, con l'arrivo di un bambino, la quotidianità della coppia subisce una serie di cambiamenti e l'impossibilità di tornare indietro può determinare ansia.

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I genitori sono chiamati ad assumersi la responsabilità di prendersi cura della vita appena venuta al mondo, provvedendo alla sua salute e alla sua educazione: ecco che allora «l'ansia può accompagnare una madre e un padre nell'accogliere il proprio figlio e nel guidarlo durante il percorso di crescita» (Pamela Pace, "Che ansia!", Edizioni San Paolo, 2020). In questo senso, ad esempio, l'ingresso nel mondo scolastico, che coincide con il primo incontro del bambino e anche di mamma e papà con il sociale, può portare a confronti, gratificazioni, competizioni che agitano la famiglia. Con lo sviluppo e il passare del tempo, poi, la necessità di un ragazzo di poter avere propri spazi e di fare esperienze con il gruppo di amici rappresenta, agli occhi dei genitori, qualcosa al di fuori del loro controllo.

La minaccia dei potenziali pericoli rende dunque difficile lasciar andare un figlio ormai adolescente.

Inoltre, anche un periodo storico come quello che stiamo vivendo, imprevisto e inedito, può aver incrementato i vissuti ansiosi: la preoccupazione di un possibile contagio e il timore sull'incertezza del futuro familiare, in seguito ai cambiamenti imposti dall'arrivo del coronavirus, hanno generato un senso di impotenza negli adulti che anche i bambini possono poi sperimentare a partire dall'incontro con una sregolatezza dei più grandi.

Ecco quindi che Pamela Pace – Psicoanalista, Psicoterapeuta e Presidente dell'Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus – ha voluto dedicare il suo nuovo libro, in collaborazione con le Edizioni San Paolo, a questo tema attuale, tanto sensibile ai genitori e dalle molteplici sfaccettature. Con il testo Che ansia! Riflessioni per mamme e papà che faticano a "lasciare andare", l'intento dell'autrice è di accompagnare le madri e i padri a riflettere sulla preziosità che può avere l'ansia, definita da Pamela Pace «come una sorta di "occhio in più", una sorta di cannocchiale che permette di vedere meglio e più lontano». È un campanello d'allarme che attiva tutte le risorse utili al soggetto per affrontare una situazione sconosciuta e che, quindi, genera inquietudine. Quando questo vissuto, però, è così presente da rendere difficoltoso l'emergere delle capacità del soggetto, perde il suo effetto positivo: in una prospettiva psicoanalitica, infatti, un eccesso di ansia è un sintomo che veicola una tensione interiore dell'individuo, un suo malessere.

In conclusione, ogni fase della vita del figlio comporta per i genitori sia leggerezze sia fatiche. Rispetto a queste ultime, tuttavia, il possibile incontro con un ascolto gentile e con la fiducia ricevuta nelle proprie intuizioni, da parte di figure affettivamente significative o, qualora richiesto, di professionisti, può far sentire mamma e papà accolti, così da attenuare l'ansia e i sensi di colpa sperimentati nel loro compito educativo.

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