Un papà racconta la sua esperienza durante il parto della compagna tra preparativi, voglie, contrazioni, mancanza di sonno e corse in ospedale
Racconto parto di un papà
Papà Davide ci ha voluto raccontare il parto della sua compagna. Come è stato vissuto anche da lui. Un piccolo regalo per ricordare un momento emozionante e di grande felicità per tutta la famiglia.
Oggi voglio raccontarvi la mia esperienza di “travaglio” vissuta con la mia splendida famiglia.
Fase Uno: i preparativi
Sono le ore 4,40 del primo marzo e mi alzo per affrontare un'altra giornata di lavoro. Felice, mi sveglio e guardo per prima cosa mia moglie per vedere come sta visto che oggi eÌ la scadenza - evvai, finalmente, poverina! - e incontro due occhioni aperti che mi dicono «no papaÌ oggi eÌ meglio che resti a casina cosiÌ nel caso andiamo».
Io contento le dico: «Ok, va bene, hai già le contrazioni?»
Lei:«Sì, già da un po', per questo mi sono svegliata».
Allora, tutto contento percheÌ oggi “possiamo” andare a partorire, le preparo una bella vasca di acqua calda per farsi un bagno, rilassarsi e prepararsi. Preparo anche il latte per la mia piccola principessa di un anno e otto mesi - che beve quasi solamente da papaÌ - e comincio a prepararmi anche io.
Laviamo i capelli, i piedi, i denti e ci diamo una rinfrescata. Poi andiamo in armadio a vedere come vestirci: saraÌ una giornata lunga, non ci si dovrà lamentare troppo del caldo o del freddo e certamente non si potrà tornare a casa per prendere un cambio percheÌ la propria metaÌ non va lasciata mai da sola.
Da “buon papaÌ” quindi preparo la borsa e, per evenienza, metto dentro tutto il necessario (pannolini bimba, pannolini bimbo, borraccia per l’acqua per la bimba, preparo delle piadine da portarci dietro in caso abbiamo fame, monetine per acqua fresca).
Ah dimenticavo... lacca per i capelli percheÌ sono lunghi e non abbiamo avuto tempo di tagliarli!
Il mattino
Una volta arrivato a questo punto dico a lei: «Io sono pronto»
Ormai erano le 8,30 e lei ridendo mi dice: «Ma dove vai, tu sei pronto?»
Ed io:«Eh sì, ahahah»
Lei: «Ma no papà, non andiamo ancora che poi devo stare là. Facciamo colazione, aspettiamo che la bambina faccia colazione e poi vediamo. Per adesso le sopporto ancora»
Allora a quel punto chiamo il lavoro per dire che avrei fatto assenza e si comincia la giornata.
Armati di telefoni e orologi cominciamo a fare colazione a suon di rintocchi. Entusiasti del momento cominciamo la nostra giornata di “vacanza” insieme.
Cosa si fa quando non si deve pensare a una cosa? Ci si diverte!!!
Allora si comincia con una passeggiata con Didi (il nostro bulldog ostetrica), respiriamo aria pulita a pieni polmoni e si chiacchera come se non avessimo mai avuto la tecnologia insieme a noi. Tornati a casa, papaÌ (stanco ovviamente), mentre mamma va a “riposarsi”, pulisce la macchina, e la prepara per la partenza, (sembrava davvero di andare in vacanza).
Ora di pranzo
Evviva finalmente si mangia andiamo su dalla suocera e dico: «che mangiamo di buono oggi?»
E lei: «Niente, ci aggiustiamo con quello che c'è...»
Perplesso, triste di tutto e di piuÌ le dico: «Quindi se fossi andato a lavoro avrei mangiato di più... Mi sa che sarebbe stato meglio...»
EÌ liÌ interviene la moglie: «Avresti mangiato di piuÌ perché avresti lavorato e bruciato di più. Stando a casa invece non hai bruciato abbastanza per mangiare».
Io da buon meridionale: «sapete che vi dico? Che mi faccio una bella carbonara»
E allora che vuoi fare? Pensi che non la si mangia? GiuÌ mezzo chilo di pasta e 5 uova. Anche la principessa se l’eÌ mangiata.
Suocera furbetta...
A quel punto la suocera che eÌ furba come non mai, coglie la palla al balzo per dirmi: «mi dai una mano a piantare la siepe?»
Io:«LA SIEPE? OGGI?» .
Voi ditemi ma quanto sono furbe ste suocere? PeroÌ l’adoro: eÌ tanto brava con me e mi sopporta davvero come pochi ,quindi via col pollice verde e 40 piantine da piantare...
Finito di divertirci in cortile, tra una piccola contrazione e l’altra, alla mamma vien voglia di giocare a nomi, cose, cittaÌ ecc... e parte l’ignoranza. Ma quanto ci si diverte a giocare a quel gioco?
EÌ stupendo quante risate, si tirano fuori parole che pensi che nessuno possa conoscere!
Finito di giocare non eÌ però finita per il papaÌ...
Mamma: «ho una voglia matta di gelato».
Da buon "papaÌ in travaglio" cerco di soddisfare al massimo mamma e vado a comprare il gelato..
Si comincia!
Si eÌ fatta sera ormai abbiamo cenato, mangiato il gelato, giocato con la principessa e ora dico a mamma di andare giuÌ per riposare percheÌ le contrazioni stanno arrivando ogni 8 minuti e cominciano a peggiorare.
Ci mettiamo a letto e guardiamo un film insieme mentre immaginiamo come potrà essere dal giorno seguente. Verso mezzanotte però le contrazioni comincano a intensificarsi e a manifestarsi ogni 7 minuti, puntuali come un orologio svizzero, male, dolore, ahia... allora eÌ giunto il momento di recarsi all’ospedale.
Il tracciato
Non c’eÌ cosa piuÌ bella che vedere nascere il proprio figlio. PeroÌ fidatevi a quel 99% faceva male sul serio poverina..
Comunque mezz’ora di tracciato, visita ginecologica... Ma purtroppo ancora non eÌ ora. Viene comunque ricoverata e il papaÌ la lascia riposare, andando ad aspettare in macchina.
Sono le ore 2,40 cosa faccio? Cerco di riposare - ero sveglio dalla mattina alle 4,30 e avevo davvero sonno - peroÌ in qusti momenti salta fuori la vignetta dell’angelo buono e cattivo che dicono "e se non ti svegli poi?"
Metto 10 sveglie dalle 3,30 in poi e provo a dormire. Riuscito a svegliarmi scrivo a mia moglie per chiedere come va e con un messaggio deciso («malissimo)»capisco che le contrazioni vere e proprie erano arrivate. era quasi il momento.
Ore 04,22 mi scrive: «vieniiiii».
Io come un ghepardo allenato corro subito su in reparto e sento che si trova giaÌ in sala parto. Infilo i copri-scarpe, entro nella stanza e l’osterica mi grida di venire subito: sta nascendo!
Ancora un minuto di ritardo e avrei perso la nascita di mio figlio.
Un nuovo inizio
Alle 4 e 27 eÌ nato finalmente: un grande applauso alla mamma piuÌ forte del mondo!
Le dò un grande bacio e mi congratulo con lei percheÌ mi ha donato il regalo piuÌ bello che puoÌ ricevere una famiglia e un padre... un figlio, un altro figlio.
Ho voluto raccontarvi la mia esperienza percheÌ penso che dare sostegno ad una mamma sia la cosa piuÌ bella che si possa fare. Godetevi quel magnifico giorno insieme a vostra moglie percheÌ saraÌ il regalo piuÌ bello e significativo che possiate farvi a vicenda.
QUESTO EÌ IL TRAVAGLIO DI UN VERO PAPAÌ.
(Racconto arrivato tramite mail da Papà Davide Attinà)
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