In questo articolo
L'importanza della figura paterna
C’è una particolarità nell’essere padre che riguarda il problema dell’incontro con due temporalità: quella del figlio che “è già lì” e quella di un uomo che, a suo modo, deve fare i conti con la paternità, cioè con il compito fondamentale di indirizzare verso il figlio il proprio desiderio affinché possa costruirsi un legame affettivo tra i due. Infatti, diversamente dal percorso della donna e dal sentimento della maternità che vedono il teatro della corporeità più di supporto, LA PATERNITÀ È TUTTA DA INVENTARE: si diventa padri giorno dopo giorno, a partire dall’incontro con il proprio bambino.
La funzione paterna potrebbe essere equiparata a quella di un semaforo: ordina, divide, stabilisce delle regole. Ecco l’importanza dell’esempio del padre e della sua etica nel graduale percorso di crescita del figlio come soggetto sociale. La funzione paterna è però sia normativa sia affettiva, quindi autorevole, laddove unisce la legge, e dunque la capacità e l’importanza di porre norme e confini, al desiderio, alla premura e alla cura.
Il compito del padre
Il compito difficile e delicato dei padri di oggi consiste nel riuscire a tradurre al figlio ciò che accade all’esterno del nucleo familiare e ad introdurre limiti, regole e rinunce, strumenti ed esperienze indispensabili per consentire al bambino di aprirsi al mondo e affrontare le difficoltà che incontra. Il discorso sociale contemporaneo si posiziona in una direzione opposta all’etica della rinuncia e della frustrazione, per questo motivo può essere difficile oggi per un padre porre dei limiti ed educare i figli ad accettare l’attesa, la mancanza, i “no”.
Ecco allora che l’esempio del padre acquista sempre maggiore centralità, soprattutto in un’epoca come la nostra in cui sembrano fragili i riferimenti simbolici, rappresentati ad esempio dalle istituzioni (come la scuola), che faticano a mantenere il ruolo di cardini della società, o dai momenti della vita quotidiana (come il pasto), che prima erano scanditi e accompagnati da determinati riti.
È proprio a partire dalla relazione con il padre che il figlio fa esperienza di una dipendenza rassicurante che lo aiuta e lo sprona a sentirsi autonomo, a sperimentarsi e a conoscere il mondo. “Non saprei indicare un bisogno infantile di intensità pari al bisogno che i bambini hanno di essere protetti dal padre”.
Così Freud parla del padre, intendendo la protezione anche come la capacità di funzionare da regolatore delle pulsioni, da limite e traduttore rispetto quindi alla spinta alla soddisfazione immediata di bisogni ed esigenze. Allo stesso tempo la protezione riguarda la possibilità che un padre possa aiutare e guidare il figlio nella propria apertura verso le scoperte e l’ignoto, affinché faccia, esperienza del mondo accompagnato e riparato però dalla mano ferma e gentile del proprio papà.
Il desiderio primario e fondamentale dell’uomo, dunque di ogni bambino, è quello di essere riconosciuto, cioè amato a partire dalla sua particolarità. È proprio tale esigenza ciò che, a un certo punto, spinge il bambino all’apertura al sociale, all’incontro con l’altro. E, a partire dall’infanzia, è appunto il padre che, con il suo desiderio deciso e la sua presenza, rassicura il bambino nel suo esporsi alle diverse forme di legame sociale, al di là della madre.
La funzione paterna è quindi sia di separare il bambino dall’iniziale relazione duale con la mamma, sia di promuovere un’identificazione sociale e sostenere nel figlio l’affermazione della propria diversità e unicità come cittadino del mondo. Ecco allora la sua importanza come conferma e, allo stesso tempo, restituzione al figlio della fiducia negli altri e nel suo avvenire.
Essere padre cosa significa?
Essere padre, in un certo senso, si fonda sulla paternità precedente: viene cioè trasmesso qualcosa che fa parte della propria storia personale di figlio e, nel ricordarla, un uomo può trovare il suo particolare modo di diventare ed essere padre.
Ogni papà trasmette al figlio, a modo suo, qualcosa dell’eredità precedente. Non c’è da rammaricarsi per la perdita dei padri “di una volta”, quelli per cui “bastava uno sguardo di mio padre…”, i padri di oggi hanno numerose preziosità, anche a partire dalla loro capacità di saper coniugare rigore e dolcezza, sensibilità e fermezza.
I padri di oggi sono preziosi perché si fermano ad ascoltare. Per usare una similitudine, il luogo paterno si propone ai figli come un laboratorio in cui fare esercizio di una serie di operazioni utili all’incontro con il sociale e con le prove della vita. Ecco il valore del padre come esempio, come modello di riferimento simbolico, cioè equilibrato, poco incline alla prevaricazione e/o al vittimismo: è da lui che il figlio impara a regolare l’espressione delle sue emozioni, delle pulsioni, nel rispetto degli altri. La presenza rassicurante di un padre insegna a potersi fidare del mondo e apre il figlio alla scoperta delle sue passioni e dei suoi desideri.
Il papà insegna ad andare in bicicletta: con la sua mano ferma spinge il bambino in avanti, per fargli prendere velocità, poi lo segue, standogli accanto, per raddrizzare il manubrio se si storta, o dare un’altra spinta se la velocità cala. Metaforicamente, è quello che un padre fa nella vita di tutti i giorni: apre al mondo e alla scoperta di sé il proprio figlio e, con la sua presenza, lo guida nella crescita e lo accompagna ad ogni sua pedalata di vita.