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I nuovi uomini domestici: in Italia sono ventimila

di Francesca Capriati - 10.03.2011 Scrivici

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Sono gli uomini che lavorano solo in casa, dedicandosi esclusivamente alla famiglia e ai bambini. In Italia è un piccolo esercito

Le nuove linee guida del Ministero del Welfare in materia di conciliazione aprono anche alla possibilità di congedi più articolati e flessibili per i neopapà. Questa scelta è in linea con la tendenza dei papà di oggi, sempre più partecipi nella vita familiare, sempre più collaborativi sin dalla gravidanza, ad aiutare la mamma e a dire la loro in materia di crescita ed educazione.

Una ricerca di qualche anno condotta dalla Lancaster University rivela che nel Regno Unito l’82% dei papà viene definito dalla propria compagna more family time.

Si tratta di uomini che comprendono che se la moglie lavora fuori casa, esattamente come loro, è importante che i compiti domestici vengano suddivisi in egual misura. Non solo, dalla ricerca emerge anche che la maggior parte degli uomini sarebbe ben lieto di avere ritmi lavorativi meno stressanti e che permettano di conciliare maggiormente lavoro e famiglia. Le stesse esigenze delle donne, insomma, che non appena diventano madri iniziano a combattere per mantenere il lavoro o per non vedersi precludere le possibilità di carriera.

Ma, volendo spingere la questione ancora più in là, esiste anche un movimento di padri che, per scelta o per necessità, si dedicano completamente alla famiglia, ai figli e alla casa, lasciando che sia la mamma ad andare a lavorare. In Italia esiste addirittura un’associazione, l’ASUC, che raggruppa gli uomini casalinghi. L'associazione accoglie tutti gli uomini che, a causa della perdita del lavoro oppure perché hanno scelto di dedicarsi alla famiglia, fanno i “casalinghi” a tempo pieno occupandosi dei figli e del ménage familiare.
Secondo un'indagine dell’Isfol in Italia gli uomini casalinghi sarebbero circa 22.600.

Ma come vivono gli uomini domestici questa condizione? Intervistato da Repubblica, Fiorenzo Bresciani, leader dell’ASUC, risponde che “non si capisce perché un uomo che ha i pantaloni non possa stirare e spolverare. La donna lo ha fatto per millenni, ora tocca a noi” e assicura che nel lavoro domestico si possono trovare un gran numero di gratificazioni e riconoscimenti

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