Soddisfazioni di una mamma di un figlio maschio
Crescere un figlio maschio di questi tempi è una vera e propria missione sociale. I media ci inondano di allarmanti notizie sui femminicidi, la violenza sulle donne e le ingiustizie che le donne subiscono ogni giorno per opera degli uomini. Sapere di dover crescere bambini che un giorno diventeranno uomini è, quindi, per noi mamme una sfida nella quale dobbiamo impegnarci senza sosta e con il massimo della forza.
Quando i figli diventano grandi e ci accorgiamo che sono diventati adulti sicuri di sé stessi, indipendenti, responsabili e generosi possiamo finalmente godere dell'immensa fatica che abbiamo fatto per crescerli, cercando di trasmettergli quei valori etici e morali che stanno alla base degli individui che fanno la differenza a questo mondo.

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Ma queste soddisfazioni sono ancora più profonde se abbiamo cresciuto un maschio.
Si parla spesso della “crisi del maschio”, oggi spaesato e confuso di fronte alle infinite possibilità delle donne, alla loro indipendenza e forza, un maschio sempre in bilico tra una forza mascolina che ci si aspetta debba avere e dimostrare e il suo lato più fragile ed emotivo.
Far superare ai nostri figli questa crisi e aiutarli a diventare uomini a tutti gli effetti, responsabili, gentili, sicuri di sé e ricchi di valori, è il nostro compito principale.
E la soddisfazione che provo quando guardo mio figlio, solo ieri piccolo e in un batter d'occhio già uomo, è enorme.
E' generoso, responsabile, ha un grande amor proprio e forse proprio grazie al riconoscimento del suo valore riesce ad essere profondamente empatico e rispettoso verso gli altri. Conserva ancora la fragilità dei bambini e sta percorrendo una strada ardua e lunga per trovare se stesso.
Utilizza Internet e i social media per tenersi in contatto con i suoi amici e cercare notizie, ma gli ho insegnato sin da quando era un bambino e mostrava le prime curiosità per il mondo della Rete che non tutto ciò che legge o vede è reale, abbiamo costruito insieme passo dopo passo, anno dopo anno, la sua identità in Rete: si diverte a guardare i suoi Youtuber preferiti ma conosce le dinamiche che ci sono dietro e la sua aspirazione non è diventare come loro; condivide foto e notizie sui social ma sa che non tutto può corrispondere alla verità e si interroga sulla realtà delle cose; partecipa alle chat di gruppo senza scadere nell'insulto verso gli altri; non condividerebbe mai foto private di sé stesso o degli amici.
Il narcisismo è la piaga di questi tempi e affligge soprattutto gli uomini, figli di donne che li hanno messi sul piedistallo, li hanno cresciuti nella convinzione di essere unici, speciali, meravigliosi. Ogni figlio è per la propria madre assolutamente speciale, ma uno dei nostri compiti è quello di trasmettergli amore, fiducia, sostegno senza convincerli di dover essere amati per forza solo perché sono belli e speciali, che tutto gli sia dovuto.
Penso che aldilà di ciò che possiamo fare nel quotidiano per i nostri figli uno dei compiti più rilevanti riguardi l'eduzione all'amore. L'amore non solo verso una donna, che va rispettata e soprattutto apprezzata per la sua liberà di essere ciò che vuole (in fondo è proprio questo suo insieme di caratteristiche che lo ha fatto innamorare e quindi vanno preservate e protette), ma anche verso gli amici, gli educatori e verso se stesso. Soprattutto verso se stesso.
Penso che per essere felici i ragazzi debbano abbandonare la diffusa convinzione che i maschi debbano mostrarsi stoici, che debbano celare i loro sentimenti e la loro emotività e debbano diventare al più presto indipendenti. In pratica non dovrebbero essere come le ragazze. Invece dovrebbero crescere sentendo di poter esprimere la loro empatia, i loro sentimenti e dare parole alle emozioni.
Per cultura pensiamo che l'empatia, il talento innato per l'amicizia, la generosità siano qualità tipicamente femminili e per paura di crescere un futuro uomo debole preferiamo che sia prepotente, spavaldo, aggressivo e poco incline al dimostrare affetto. Come mamma mi sono sempre sforzata di trasmettere la forza tipicamente femminile a mio figlio, pur cercando a tutti i costi di fare la “mamma chioccia”.
Non dobbiamo aver paura di dimostrare ai nostri figli affetto, ma anche rabbia o disapprovazione, dobbiamo essere oneste su ciò che ci piace o non ci piace del loro modo di agire, per stimolare l'empatia, la conoscenza di sé stessi, il rispetto per le qualità femminili e sforzarci di allevare una brava persona.
Mio figlio dorme nella sua camera, è un adolescente che si affaccia al mondo dei grandi con curiosità, entusiasmo, ottimismo, energia, misti a timori ed insicurezze e io vorrei proteggerlo da tutte le brutture, a volte vorrei tenerlo chiuso in una campana di vetro costruita con il mio amore, ma combatto ogni giorno contro questo istinto e mi impegno per trasmettergli il messaggio che il mondo merita sempre delle possibilità, che bisogna avere fiducia negli altri, che bisogna amare se stessi e proteggersi senza mai scadere nell'isolamento o nella cattiveria, che bisogna essere pronti per esplorare le mille opportunità che ci si trova davanti per diventare se stessi.
Sono sicura che un bambino che è stato profondamente amato impara a riconoscere i suoi sentimenti, ad esprimerli nel modo giusto, ad assumersi le sue responsabilità ogni giorno, dando valore alle proprie azioni. Solo così diventerà un uomo per bene e un compagno amorevole per la sua futura donna.
Quando noi mamme di figli maschi pensiamo al modo migliore per crescerli dovremmo immaginare di crescere l'uomo ideale, l'uomo che sposeremmo: le future donne contano su di noi!