Essere buoni genitori
Giovanni Bollea, uno dei massimi esponenti della neuropsichiatria infantile, elenca le sette regole per essere un buon genitore.
Si tratta di regole di buonsenso ma che spesso, nella frenetica vita di tutti i giorni e nella incessante lotta con il nostro sentirci in colpa per non esserci mai abbastanza, rischiamo di dimenticare.

Essere genitori: le 7 regole di Giovanni Bollea
vai alla galleryEcco le sette regole per essere buoni genitori firmate da un padre della neuropsichiatria infantile, Giovanni Bollea
Ad esempio dimentichiamo che i giochi più belli, quelli che stimolano la fantasia, sono quelli fatti con mamma e papà. E per giocare insieme non è necessario avere tanti giocattoli, ma usare con creatività pezzetti di legno e mollette colorate (proprio come facevamo noi stessi da bambini).
Non riempiamo i bambini di giocattoli e oggetti inutili. Capita sempre di vederli poi abbandonati nella cameretta passato l'entusiasmo del nuovo acquisto. I bambini hanno bisogno di desiderare le cose e di elaborare la frustrazione per un desiderio non soddisfatto. Senza considerare l'importanza di creare, attorno alla noia, un mondo di fantasia e di giochi da realizzare da soli
E ancora, quando torniamo a casa la sera la prima cosa che domandiamo riguarda i compiti, magari facciamo un rimprovero per un episodio accaduto a scuola, invece i primi venti minuti dopo il ritorno a casa vanno dedicati alle coccole e al gioco. Non è importante quanto tempo si passa con i figli, ma che sia tempo di qualità
Certo, non è facile essere meno stressate quando si rientra a casa trafelate. Dopo il lavoro c'è solo il tempo per una folle corsa alla spesa, alla cena, alle faccende domestiche. E qui Bollea lancia un'idea diretta alle aziende che ha il sapore della provocazione