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Mamme pancine
Tra i fenomeni "partoriti" dai social network, ce n'è uno che è nato e si è diffuso in maniera quasi "clandestina", destando scalpore per il modo alquanto bizzarro in cui si parla di maternità e sessualità. Stiamo parlando delle mamme pancine, una definizione sotto la quale si nasconde una comunità di donne che tendono a prendere come oro colato credenze su concepimento e gravidanza che non si poggiano su alcuna base scientifica, e che hanno una visione 'sacra' dei figli.
Chi sono le mamme pancine
Sotto la definizione di 'mamme pancine' si racchiudono donne fanatiche della maternità, che frequentano pagine Facebook tipo "Pancine, Mamme & Bimbi", "Mamme, pancine & tanto amore", "Mamme Pancine e Gioia", oppure gruppi segreti in cui condividono foto di pancioni, test di fertilità, ecografie, si interrogano sui dubbi riguardo il concepimento, chiedono consigli. Fin qui sembrerebbe che non ci sia nulla di bizzarro. In realtà, dai loro post emergono convinzioni surreali, e a tratti esilaranti, sulla gravidanza e la maternità, e comportamenti fuori dagli schemi. C'è, ad esempio, chi usa la Coca-Cola o il "doccino" come spermicida, chi brucia gli assorbenti in terrazzo per restare incinta, chi racconta di aver appeso la placenta sotto il fiocco rosa o azzurro sul portone del palazzo, o di aver creato orecchini fatti con il cordone ombelicale essiccato.
Come è nato il fenomeno delle mamme pancine
A portare alla luce il mondo delle mamme pancine è stato nel 2017 il blogger Vincenzo Maisto, alias il Signor Distruggere. Da quel momento in poi, in molti hanno iniziato a seguire, tra ilarità e sgomento, i suggerimenti, le convinzioni e i riti che caratterizzano la filosofia di vita di queste donne che 'sacralizzano' il loro ruolo di madri.
Ad occuparsi delle mamme pancine è stata anche la content writer Cristiana Boido, che ha dedicato al fenomeno il libro "Pancine Fantastiche".
Ecco l'identikit che ne fa Boido, riportato da Repubblica: "Sembrano essere di giovane età, da un minimo di 14 anni a un massimo di 30, la scolarità è medio-bassa, ma ci sono eccezioni. Normalmente non lavorano o hanno lavori saltuari e precari, sono ovviamente madri di uno o più bambini, tra loro ci sono molte cattoliche, ma non mancano le testimoni di Geova. Le pancine religiose non portano i figli al cimitero e non li fanno specchiare finché non sono battezzati, odiano Halloween perché evoca il demonio. Sono equi-distribuite sul territorio nazionale e vivono prevalentemente in centri di medie dimensioni. Le famiglie sono principalmente monoreddito. Le relazioni sociali sembrano scarse e spesso non hanno una rete familiare di sostegno".
"Le pancine identificano il loro ruolo sociale nell'essere madri e mogli - continua l'autrice - Da questo deriva la super-esposizione e l'esibizione della gravidanza e della maternità. Il loro livello socioculturale è tendenzialmente basso: la maternità colmerebbe il bisogno di auto-affermazione".
Come riconoscere le mamme pancine
I post delle mamme pancine sono spesso pieni di errori ortografici e grammaticali. Si pongono dubbi surreali, chiedono consigli medici, mostrano fotografie della pancia per sapere dalle utenti se sia maschio o femmina, preparano dolci con il latte materno da offrire ai vicini, contano l'età dei figli in mesi anziché in anni, preparano il test di gravidanza con Ferrarelle, olio e curcuma. Criticano le donne che non vogliono avere figli e nella maggior parte dei casi mostrano di non conoscere l'orgasmo. Anche il rapporto di coppia è caratterizzato da una totale mancanza di dialogo.Tra le tematiche ricorrenti ci sono:
- la 'sacralità' della maternità
- la famiglia tradizionale
- il sospetto riguardo alla sessualità prematrimoniale o extra
- il lavoro domestico come destino della donna
- la gelosia e la paura del tradimento
Le mamme pancine utilizzano, inoltre, un linguaggio non comune per comunicare tra loro.
Ad esempio, "i giorni della rugiada" è un'espressione usata per le mestruazioni, la "rugiadina" è una bambina che ha avuto il menarca, "doveri" sta per 'sesso', "amore liquido" è il latte materno, la ginecologa è "gine" per ginecologa e il pediatra "pedy", le donne senza figli vengono appellate come "le invidiose".
Mamme pancine: una spiegazione del fenomeno
Alex Giordano, docente del Dipartimento di Scienze Sociali Università Federico II di Napoli e direttore del Centro Studi Etnografia Digitale, è autore, insieme a Alessandro Caliandro e Giovanna Montera, della ricerca "Le rappresentazioni culturali delle mamme 2.0: consumo, identità e resistenza". Su NostroFiglio, Giordano spiega: "Non è solo un atteggiamento ma una vera e propria condizione della nostra socialità. Quello che leggiamo su Facebook è frutto di quello che piace alla nostra cerchia di amici, il risultato di una nostra ricerca su Google è mediato da quello che un algoritmo pensa ci piaccia di più. Queste mamme hanno la necessità di rafforzare la propria identità e il proprio valore di legame nel gruppo. Tuttavia è un fenomeno diffuso a prescindere dai social".
Cercare, quindi, conforto in un gruppo che la pensa nello stesso modo e costruire una identità condivisa con persone che vivono gli stessi dubbi sulla maternità è un bisogno più comune di quanto si pensi. Ora, però, le mamme 2.0 hanno uno strumento in più per riappropriarsi di quel diritto di parola nel campo della maternità che a volte è loro negato. Ciò che accomuna le mamme pancine è, tuttavia, la difficoltà di considerarsi donne oltre che madri.