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Bonus corredino 2023: esiste ancora?

di Viola Stellati - 08.03.2023 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Il bonus corredino in questo 2023 non esiste più perché è stato sostituito dall’assegno unico: come funziona e come ottenerlo

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Bonus corredino 2023: esiste ancora?

In molti si chiedono se il bonus corredino esista ancora e in realtà fanno bene perché questa interessante agevolazione fiscale oggigiorno fa parte dell'assegno unico universale, una misura che è stata caldamente voluta dal Governo Draghi che è entrata in vigore il primo marzo 2022.

Come ottenere l’ex bonus corredino

Fino a circa un anno fa il bonus corredino ammontava a 800 euro. Oggi, invece, fa parte dell'assegno unico che sostituisce anche assegni al nucleo familiare; assegni comunali destinati sempre al nucleo familiare; detrazioni per i figli a carico e fondo prestiti per i neogenitori.

Si tratta, quindi, di un'agevolazione fiscale che viene erogata a chiunque ne faccia domanda, indifferentemente dall'ISEE che però determina l'ammontare dello stesso.

Per ottenerlo basta recarsi sul sito dell'INPS e compilare il modulo, oppure chiedere a un CAF di farlo al posto vostro, o in ultimo rivolgersi al proprio commercialista. Ciò che è importante sapere, però, è che chi già riceve l'assegno unico dal 2022 non deve fare alcuna domanda in questo 2023 perché otterrà in automatico il sussidio per i figli.

Per i beneficiari era però obbligatorio, entro il 28 febbraio 2023, presentare la dichiarazione sostitutiva unica (DSU) per il rilascio dell'ISEE poiché senza viene corrisposto, a decorrere da marzo 2023, l'importo minimo. In questo caso è necessario aggiornare l'ISEE entro il 30 giugno 2023.

Chi non percepisce l'assegno unico (anche nell'eventualità di richieste non accolte o non più attive) può invece presentare domanda tramite il sito dell'INPS, il contact center, i patronati o l'app INPS Mobile entro il 30 giugno 2023.

I requisiti per beneficiare dell’assegno unico

Possono ottenere l'assegno unico, comprensivo dell'ex bonus corredino, tutte le famiglie con figli a carico. Viene attribuito a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al 21º anno di età. L'importo, però, varia in base all'ISEE della famiglia e all'età dei figli.

Allo stesso tempo bisogna:

  • avere cittadinanza italiana o UE o il permesso di soggiorno permanente (esistono casi particolari, da verificare con un CAF);
  • essere soggetti alla fiscalità italiana;
  • avere residenza o domicilio in Italia;
  • residenza da almeno due anni o contratto a tempo indeterminato o determinato di almeno sei mesi.

L'INPS provvede al pagamento dell'assegno unico universale per ogni figlio a carico minorenne e, in molti casi, fino al compimento dei 21 anni: deve frequentare un corso di laurea, di formazione scolastica o professionale, oppure svolgere il servizio civile universale, un tirocinio o un'attività lavorativa, o anche se è disoccupato e in cerca di lavoro presso i servizi pubblici per l'impiego. Viene anche erogato per i figli con disabilità e senza limiti di età.

A quanto ammonta l’assegno unico

Se l'ormai non più esistente bonus corredino aveva un valore di 800 euro e veniva erogato una sola volta, il funzionamento dell'assegno unico è completamente diverso considerando che si riceve fino al 21esimo anno di età di ogni figlio.

L'attuale soglia che consente di beneficiare del massimo dell'importo del contributo è 16.215 euro, mentre il tetto dei 43.240 euro prevede l'erogazione di un importo minimo. Ma come si capisce quanto è possibile ricevere?

A disposizione degli utenti ci sono delle tabelle con tutti gli importi e nuove fasce ISEE, ma anche un link da cui fare una simulazione.

Il pagamento dell'assegno unico, comprensivo dell'ex bonus corredino, nel 2023 dovrebbe essere erogato il mese successivo a quello di presentazione della domanda.

Cosa cambia da marzo

Durante il mese di febbraio 2023 l'assegno unico erogato dall'INPS alle famiglie con figli fino a 21 anni e figli disabili senza limiti di età ha subito una maggiorazione dell'8,1% rispetto all'anno precedente.

Oltre agli arretrati di gennaio e agli incrementi approvati, tutti i genitori con i requisiti necessari dovrebbero aver ricevuto il pagamento il 15 febbraio, mentre dal 27 febbraio 2023 lo hanno ricevuto coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza.

Da marzo però le cose cambiano e per alcune famiglie potrebbe esserci la riduzione dell'importo percepito. Le ragioni principali di tutto questo sono due:

  • la possibilità che dal conguaglio in programma questo mese ne risulti un debito nei confronti dell'INPS che provvederà a recuperare le somme erogate:
  • ricalcolo del beneficio tenendo conto del nuovo ISEE 2023.
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