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Affidamento condiviso dei figli. Diritti e doveri dei genitori

di Damiana Sirago - 22.02.2018 Scrivici

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La nostra avvocatessa ci parla di affidamento condiviso dei figli, gli obblighi e i diritti di ogni genitore. Cosa dice la legge e cosa succede se la mamma e il papà non trovano un accordo

In questo articolo

Affidamento condiviso dei figli

I figli hanno il diritto di essere mantenuti, educati, istruiti ed assistiti da entrambi i genitori, nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni. Tale dovere non viene meno nel caso di separazione e divorzio dei genitori, situazione nella quale va comunque garantito ai figli il cosiddetto diritto alla bigenitorialità, ossia il diritto dei figli di conservare rapporti equilibrati e continuativi sia con la madre e il padre che con i parenti di ciascun ramo genitoriale. Con la separazione dei genitori, regola vuole che l'affido dei figli sia condiviso. Cosa significa questo?

Differenze tra affidamento congiunto e condiviso

Prima dell’entrata in vigore della nuova legge sull’affido condiviso vigeva l’affido congiunto. In sede di separazione tra i coniugi il Giudice si trovava di fronte alla possibilità di affidare i figli minori ad entrambi i genitori congiuntamente. In sostanza sia padre che madre dovevano decidere insieme tutto ciò che riguardava i figli: dalla scuola alle cure mediche, attività extrascolastiche, ludiche, sportive, etc. Tale disciplina funzionava sicuramente tra coppie non conflittuali che riuscivano a mantenere un buon rapporto tra loro e di conseguenza con i figli.

Viceversa nelle coppie conflittuali il rischio era la completa paralisi di qualsivoglia decisione. I Giudici, infatti, nella maggior parte dei casi provvedevano all’affido esclusivo dei figli alla madre con la possibilità per il padre di vederli secondo calendari stabiliti. La nuova legge sull’affido condiviso sancisce il diritto dei figli di continuare a vivere il rapporto con ciascun genitore in modo completo e simile a quello vissuto durante la convivenza.

Pertanto ciascun genitore ha identico ruolo educativo nei confronti del figlio: la madre continuerà a vivere il proprio rapporto con i figli senza peraltro poter ostacolare il padre nel periodo di tempo in cui i figli vivranno con lui. D’altra parte il padre non potrà liberarsi delle proprie responsabilità di genitore e limitarsi a pagare l’eventuale contributo al mantenimento.

Le decisioni vengono prese di comune accordo tra i genitori, ma nel superiore interesse dei figli.

Obblighi in caso di affidamento condiviso 

L’affidamento condiviso comporta obblighi per entrambi i genitori:

  • esercitare la responsabilità genitoriale sulla prole;
  • condividere le decisioni di maggiore importanza riguardanti i figli;
  • dovranno predisporre e attuare un programma condiviso per l’educazione, la formazione, la cura e la gestione dei figli nel rispetto delle loro esigenze e delle loro richieste;
  • ripartirsi i compiti e la responsabilità nella gestione del figlio, permettendo di realizzare un bilanciamento delle sfere di competenza;
  • impegnarsi a realizzare una linea comune nell’educazione dei figli;
  • permettere ciascuno all’altro genitore di avere rapporti col figlio, nella consapevolezza che la sua cultura, la personalità e le sue idee sono diverse da quelle proprie.

Affidamento condiviso, i giorni

Disporre l'affidamento condiviso, se da un lato consente di esercitare insieme la responsabilità genitoriale, dall'altro lascia aperta la questione della residenza del minore. Nella maggior parte dei casi, i figli vengono materialmente collocati presso la madre a cui, in genere, viene anche assegnata la casa familiare. Questa "preferenza" per la madre deriva dal fatto che il suo ruolo viene considerato centrale e maggiormente adatto all'educazione dei figli. In ogni caso, a differenza di quanto accadeva in passato, oggi con l'affidamento condiviso si vuole garantire ai figli il diritto a mantenere un rapporto equilibrato con entrambi i genitori. Per questo quando il giudice decide sulla residenza dei figli, determina anche tempi e modalità per garantire la presenza dei figli presso il genitore non collocatario.

Affido condiviso, cosa dice la legge

L'istituto dell'affidamento condiviso è stato introdotto nel nostro ordinamento giuridico con la Legge n. 54 del 2006 al fine di dettare nuove regole per l'esercizio di quella che oggi viene definita la responsabilità genitoriale introducendo nel nostro ordinamento il cd. "principio della bigenitorialità". La principale novità introdotta dalla legge n. 54/2006 è che l’affido condiviso è divenuto regola.

L'art. 337-ter del codice civile impone oggi al giudice di valutare "prioritariamente la possibilità che i figli minori restino affidati a entrambi i genitori", in modo da realizzare al meglio il diritto della prole a "mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi".

Cosa succede se i genitori non trovano un accordo 

La legge individua con precisione gli ambiti riguardanti le questioni di maggior interesse per la prole sulle quali i genitori non solo hanno l’obbligo di informarsi reciprocamente, ma soprattutto di darsi una regolamentazione. Si tratta delle questioni relative a educazione, istruzione, salute. Se i genitori non riescono a decidere insieme sulle questioni di ordinaria e straordinaria amministrazione relative ai figli, tale compito va affidato al giudice.

Affido condiviso, i problemi più frequenti 

L’affido condiviso sancisce per i genitori stessi diritti, ma soprattutto doveri e responsabilità. A volte funziona, altre no perché la condivisione non può essere imposta da un decreto. Quando le coppie si separano, litigano. Alcune riescono a mettere da parte il conflitto per il bene del bambino ma quando questo conflitto resta, proprio l’affido condiviso può paradossalmente acuirlo. L’affido condiviso è un auspicio, una sorta di monito a restare genitori anche se separati. Purtroppo capita che alla prima difficoltà il minore diventi lo strumento dello scontro. Capita che si litighi sulla scelta della scuola, dell’attività extrascolastica, sulle spese relative al vestiario. A volte si litiga persino sulla lunghezza dei capelli. Insomma ogni scusa è buona per litigare. Ed è qui che, ovviamente, subentra il giudice. In conclusione non c’è altro da dire se non che l’affido condiviso necessita di rispetto e maturità, per se stessi ma soprattutto per i propri figli!

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