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Il tempo trascorso davanti allo schermo interferisce con lo sviluppo del linguaggio

di Francesca Capriati - 14.03.2024 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Schermi e sviluppo del linguaggio: un nuovo studio suggerisce che il tempo trascorso davanti allo schermo ostacola lo sviluppo del linguaggio

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Schermi e sviluppo del linguaggio

L'esposizione dei bambini piccoli allo schermo interferisce con le opportunità di parlare e interagire nel loro ambiente domestico e quindi ostacola lo sviluppo del linguaggio. Senza mezzi termini è questa la conclusione alla quale sono giunti alcuni ricercatori dell'Università di Adelaide e del Telethon Kids Institute di Perth. Ma in che modo il tempo trascorso davanti agli schermi (screetime) può influenzare negativamente comunicazione e abilità verbali? Andiamo con ordine.

Lo studio

I ricercatori hanno arruolato in questo studio 220 famiglie che sono state seguite per due anni e mezzo. Hanno raccolto più di 7000 ore di audio per determinare in che modo l'uso dello schermo da parte delle famiglie avesse influenzato la comunicazione tra genitori e bambini.

I bambini hanno indossato degli smartwatch una volta ogni 6 mesi nella casa di famiglia quando avevano 12, 18, 24, 30 e 36 mesi di età.

I dispositivi hanno monitorato e tracciato la quantità di rumore elettronico e di conversazione tra genitori e figli, utilizzando la tecnologia di riconoscimento vocale per contare le parole degli adulti, le vocalizzazioni dei bambini e le interazioni genitore-figlio per oltre 16 ore al giorno.

Una tecnologia chiamata LENA (Exposure Language Environment Analysis) ha fornito conteggi automatizzati dell'ambiente linguistico dei bambini e dell'esposizione al rumore elettronico.

I ricercatori hanno, quindi confrontato i dati emersi dal LENA con le parole degli adulti e le vocalizzazioni dei bambini quando non erano presenti schermi, tenendo conto di alcuni parametri come sesso del bambino, età del bambino, livello di istruzione della madre, numero di bambini a casa, numero di attività domestiche e disagio psicologico del caregiver primario.

I risultati

I modelli hanno dimostrato che gli aumenti del tempo trascorso davanti allo schermo erano associati a diminuzioni nelle misurazioni del dialogo genitore-figlio. Più nel dettaglio:

  • quando i bambini avevano 12 mesi, sono stati esposti a una media di 1,5 ore al giorno davanti allo schermo;
  • quando avevano tre anni la durata media dello screentime è stata di poco meno di tre ore.

Non solo: il tempo trascorso davanti allo schermo potrebbe essere stato sottostimato perché i tracker hanno catturato solo il rumore associato a programmi TV, video o giochi e non hanno monitorato l'uso silenzioso del telefono da parte dei genitori mentre erano con i loro figli.

I risultati più drammatici sono stati osservati proprio a 3 anni: per ogni minuto trascorso davanti allo schermo, i bambini di tre anni ascoltavano sette parole da adulti in meno, pronunciavano cinque parole in meno e si impegnavano in una conversazione in meno ogni giorno.

Come spiegano i ricercatori: "Se si considera che il bambino medio di tre anni del nostro studio è stato esposto a due ore e 52 minuti di tempo davanti allo schermo, ciò significa che potrebbero perdere fino a 1.139 parole per adulti, 843 vocalizzazioni e 194 conversazioni nel corso del corso di una giornata".

I rischi sullo sviluppo

Numerosi studi hanno confermato, negli anni, correlazioni positive tra l'esposizione precoce alla comunicazione e al linguaggio e lo sviluppo linguistico, socio-emotivo, il quoziente intellettivo e la funzione cognitiva dei bambini.

Il fenomeno denominato "tecnoferenza" (interferenza basata sulla tecnologia) suggerisce che il tempo trascorso dai genitori utilizzando dispositivi digitali interferisce con le opportunità quotidiane di parlare e rispondere ai propri figli.

Cosa fare

Impossibile ed irrealistico, anche a detta degli stessi scienziati, eliminare del tutto gli schermi dalla nostra vita familiare, ma essere consapevoli dei rischi dello screentime e dell'uso dei dispositivi digitali e del fatto che ostacolano la comunicazione in famiglia e lo sviluppo stesso dei nostri figli può spingerci a cambiare le abitudini.

Due le modalità di intervento suggerite dai ricercatori: da un lato le istituzioni dovrebbero studiare nuove politiche per incoraggiare le famiglie ad utilizzare il tempo trascorso davanti allo schermo come un'opportunità di interazione con i propri figli. Ad esempio la co-visione interattiva - che prevede che i genitori interagiscano con il bambino durante il tempo trascorso davanti allo schermo per facilitare i benefici educativi - ha già dimostrato miglioramenti nei risultati linguistici dei bambini.

Quando la co-visione interattiva non è possibile, si potrebbero utilizzare programmi educativi di alta qualità e adatti all'età, progettati in modo da facilitare lo sviluppo linguistico del bambino.

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