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Realizzare le maschere di Carnevale con i genitori fa bene ai bambini

di Barbara Leone - 10.02.2017 Scrivici

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Annalucia Borrelli, psicoterapeuta infantile, ci spiega perché mascherarsi fa bene ai bambini e può rappresentare un momento di crescita molto importante

Mascherarsi fa bene ai bambini

I bambini aspettano il Carnevale per mascherarsi e divertirsi fingendo di essere il personaggio del loro cartone animato o della loro favola preferita. Ma anche il Carnevale può essere un momento di crescita per i bambini, soprattutto se lo vivono insieme ai genitori.

Secondo Annalucia Borrelli, psicoterapeuta infantile e consigliere dell'Ordine degli Psicologi del Lazio, intervistata da Adnkronos, costruire a casa la maschera di Carnevale insieme ai bambini può essere molto utile per il loro sviluppo:

nel travestimento tipico di Carnevale c’è anche un aspetto pedagogico che i genitori possono sfruttare. Bisogna aiutare il bambino a costruire la maschera, a pensarla, a personalizzarla e a capire quale travestimento in quel momento del suo sviluppo può essere più utile.

Secondo l'esperta è molto più utile costruire insieme la maschera piuttosto che prenderla già pronta:

Mentre acquistare semplicemente una maschera ha a che fare con possesso, significa voler comprare la qualità. La maschera ha una funzione positiva se costruita o pensata all’interno di un rapporto, se si tratta di un gioco comune in famiglia e non di un dovere a mascherarsi. I costumi preconfezionati e pubblicizzati hanno alcune controindicazioni: queste nuove maschere degli eroi della televisione sono creature un po' ambigue. Non si capisce sempre il buono e il cattivo. Non rappresentano, quindi, un’identificazione protettiva per il bambino.

Secondo la psicoterapeuta:

la capacità di mascherarsi è una conquista per il bambino sia dal punto di vista cognitivo sia dal punto di vista dello sviluppo emotivo. Attraverso la maschera il piccolo impara a fare finta dì, a mettersi nei panni di qualcun altro. Mi riferisco soprattutto al suo mondo interno, dove lui capisce qual è la differenza tra se e gli altri, soprattutto comincia a capire il punto di vista degli altri. Attraverso una maschera un bambino può dare voce a tutto il suo mondo interno, ai suoi conflitti, alle difficoltà. Può essere un arricchimento della personalità, perchè attraverso il personaggio con cui si identifica può drammatizzare, può mettere in movimento i suoi scenari interni.

Come deve comportarsi il genitore? Ecco la risposta dell'esperta:

Ha il compito di lasciarglielo fare. È ciò che accade nelle favole. Le cose più drammatiche, matrigne, madri morte, non turbano l’equilibrio psichico, ma permettere di esteriorizzare le paure già presenti in noi stessi. Con la maschera il bambino può dare voce all’aggressività, ad un suo senso di giustizia, un bimbo che si sente impotente per un giorno può sentirsi onnipotente. E il fatto che nel Carnevale il gioco sia collettivo autorizza a questa trasformazione: un giorno puoi giocare ad essere cattivo senza conseguenze

Alcuni bambini però hanno paura delle maschere e del Carnevale: come aiutarli a superare questa paura e da che cosa è provocata?

La paura è più frequente nei maschi. Le femmine infatti scelgono di solito maschere più tranquille, dame principesse, personaggi buoni. Mentre i maschi, ricorrendo a maschere più aggressive, se non hanno la mediazione del genitore che li aiutino a simbolizzare e quindi a trasformarsi, alla fine possono rifuggire la maschera. Infatti una cosa è proiettare il cattivo sulla maschera, un’altra è sentire di avere un cattivo addosso. Se i genitori lo lasciano solo confermano una scissione, ovvero che il buono può essere visto e il cattivo non può essere visto e non può essere rappresentato. I bambini vanno aiutati a capire che c’è anche l’odio. E che l’odio non è solo negativo ma che anche questo brutto sentimento può avere una spinta evolutiva, una canalizzazione. Se il bambino rimane solo con la sua aggressività, crede di essere l’unico a sentirla. E quindi la teme

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