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Quando dare le vitamine ai neonati
L'assunzione di vitamine e minerali è importante in età pediatrica per preservare il giusto equilibrio nel fisico del bambino e prevenire possibili manifestazioni patologiche. Tutti hanno bisogno di una integrazione? E se sì come e quando? I valori di riferimento per l'apporto giornaliero di vitamine e minerali si riferiscono ai LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti).
Ferro e zinco
Il maggior rischio nutrizionale per questi due minerali si ha nei primi due anni di vita nei paesi occidentali e consiste in una alimentazione iperproteica, caratterizzata da scarso apporto di acidi grassi polinsaturi e di alcuni minerali (fra cui zinco e ferro) le cui carenze possono provocare conseguenze strutturali e funzionali a livello cerebrale. Nei bambini delle aree urbane inglesi, si è visto che la supplementazione di ferro con formule arricchite rispetto all’assunzione di latte vaccino previene lo sviluppo di anemia sideropenica e il declino nei punteggi di sviluppo psicomotorio riscontrato in tale popolazione nel corso del secondo semestre di vita . Quindi, un apporto ottimale di ferro nell’infanzia si associa positivamente agli indici di crescita e di sviluppo psicointellettivo. È importante assicurare un’assunzione di ferro tra i sei e i 12 mesi di vita di 68 mg al giorno.
Come somministrare le vitamine ai bambini
Per lo zinco, il cui deficit è comune nei paesi in via di sviluppo e si associa a ritardo di crescita, aumentata suscettibilità alle infezioni e modesti deficit di sviluppo psicomotorio, la supplementazione è analoga a quello del ferro. Il fabbisogno di zinco tra i sei e i 12 mesi è di circa 5 mg al giorno.
Iodio
Lo iodio fa parte delle molecole degli ormoni tiroidei, (tetraiodiotironina T4 e triiodotironina T3), e quindi la sua funzione principale è quella di assicurare all'organismo una normale funzione tiroidea per il corretto processo di crescita e morfogenesi di diversi organi ed apparati.
Mentre i lattanti allattati al seno o alimentati con formula ricevono quantità adeguate di iodio, i livelli di assunzione raccomandati per i bambini, in assenza di dati specifici, sono desunti da quelli degli adulti valutati sulla base dei fabbisogni energetici.
Vitamina D, Calcio e Fosforo per lo sviluppo osseo
La vitamina D, a differenza di altre vitamine, si comporta come se si trattasse di un ormone. Viene definita come un gruppo costituito da 5 proormoni liposolubili, identificati nelle vitamine D1, D2, D3, D4 e D5. La domanda che ci si pone è se è proprio necessario assumere determinati alimenti o integratori per assicurare il nostro fabbisogno quotidiano di vitamina D. Infatti quando pensiamo alla vitamina D, richiamiamo alla mente cibi come latticini, uova, salmone, olio di fegato di merluzzo, che contengono una forma alimentare di vitamina D, oppure integratori per far fronte ad una carenza. L'integrazione di vitamina D oggi è caldamente consigliata per prevenire le carenze sia nei piccini che nei grandi poiché l'esposizione regolare alla luce solare, specie per chi abita al Nord, è ridotta, e ciò comporta la scarsa o ridotta sintesi di vitamina D. Tutti i lattanti, sia allattati al seno che alimentati con formula artificiale, dovrebbero ricevere una supplementazione di vitamina D. Il modo più adatto consiste nella somministrazione giornaliera per i primi 18/24 mesi di vita di 8001200 UI (20.030.0 g) di vitamina D, iniziando nel secondo mese di vita o sin dalla nascita nei casi di situazioni carenziali della madre: profilassi da continuare dopo i 2 anni qualora le condizioni di vita comportino scarso irraggiamento solare, soprattutto nei bambini con cute pigmentata. Tale profilassi in caso di scarsa compliance si può effettuare con dosi urto da 50.000UI/mese200.000 UI/6 mesi (ovvero 1250 g/mese e 5000 g/6 mesi) fino all’età di 18 mesi.
Per il nato pretermine si consigliano dosi di 1500 2000 UI/die (37.550.0 g)a seconda del grado di prematurità, facendo in modo però che il neonato assuma le formule per prematuri con 400mg/100ml di fosforo oppure che sia allattato al seno con supplementazione di fosfato nel poppatoio contenente il latte materno.
Tale supplementazione va proseguita sino al raggiungimento di 2000 gr di peso corporeo. Nei bambini in età scolare e negli adolescenti una supplementazione è fortemente consigliabile per tutti fino al termine dello scatto di crescita puberale qualora non siano garantiti un adeguato apporto dietetico e una sufficiente esposizione alla luce del sole. E’ infatti importante coprire il fabbisogno giornaliero stimato in 4001000 UI/die, ovvero 1025 g (LARN 96): tenuto conto che sulla base di recenti segnalazioni scientifiche (Vieth R 1999), non c’è evidenza di effetti collaterali con concentrazioni sieriche di 25 idrossi vitamina D (25(OH)D) inferiori a 140 nmol/l, che possono essere ottenute addirittura con una supplementazione di vitamina D di 250 g/die (pari a 10.000 UI/die).
Da segnalare peraltro che per il corretto sviluppo osseo, oltre ad un’adeguata assunzione di vitamina D, occorre anche un apporto corretto di calcio e fosforo. Il rapporto ideale calcio/fosforo deve essere almeno maggiore a uno, poiché un eccessivo apporto dietetico di fosforo può portare ad ipocalcemia sintomatica nella prima infanzia. Il ruolo preventivo dell’acido folico è dimostrato dall’evidenza scientifica relativa alla sua utilità in termini di salute pubblica relativamente alla prevenzione dei difetti del tubo neurale nella popolazione neonatale, ovvero spina bifida.
L’acido folico contenuto negli integratori ha una biodisponibilità circa doppia rispetto a quella del folato presente negli alimenti. L’unico rischio noto dell’integrazione di acido folico è quello di mascherare una possibile deficienza di Vitamina B12 con conseguente trattamento dell’anemia macrocitica da carenza di folati, mentre si ha una progressione del danno neurologico. Un secondo rilevante ruolo dell’acido folico risiede nella prevenzione dell’iperomocisteinemia, che può indurre a condizioni favorenti lo sviluppo di patologie cardiovascolari
Rame
Il rame è un elemento essenziale per il metabolismo energetico a livello cellulare, per la produzione di tessuto connettivo e per la sintesi di peptidi neuroattivi (catecolamine e encefaline).
Stati di carenza di questo oligoelemento sono stati osservati nell’infanzia in neonati pretermine, in lattanti alimentati con latte vaccino non modificato, in bambini malnutriti.