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Basta, con te non gioco più! Perdere l’amicizia tra bambini

di Chiara Mancarella - 08.01.2021 Scrivici

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Perdere l’amicizia tra bambini: la pedagogista ci spiega come aiutare i bambini e come reagiscono i bambini di fronte ad un litigio con un amico

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Perdere l’amicizia tra bambini

Chi trova un amico, trova un tesoro recita il famoso proverbio. Quanto ha ragione! Ma se per un bisticcio, un'incomprensione o un litigio vero e proprio questo legame così importante viene meno come si reagisce? E cosa si può fare per rimediare?

L'amicizia per i bambini

L'amicizia è, da sempre, uno dei valori sacri per l'essere umano. L'amico rappresenta quasi un prolungamento del nostro "io" al quale affidiamo i nostri più intimi segreti, condividiamo gioie e dolori, lo facciamo entrare appieno nella nostra vita.

Le prime amicizie nascono tra i banchi di scuola. I compagni, quelli più vicini ai nostri interessi, diventano degli alleati infallibili, e si è convinti che questo legame così profondo possa durare in eterno. A volte succede, per carità, ma quando uno dei due protagonisti chiude la porta in faccia all'altro come si può intervenire?

Sappiamo che possiamo trovare grandi spunti di riflessione osservando il comportamento dei bambini per ragionare sul modo in cui l'essere umano affronta un distacco così brusco, pur avendo considerato l'altro fino a poco tempo prima come una delle persone più importanti della sua vita.

Una volta formato il "pensiero sociale", inteso come "esiste anche l'altro e di conseguenza mi rapporto con lui o lei", e quindi abbandonato il concetto caro a Piaget di pensiero egocentrico i bambini, nella scuola dell'infanzia, iniziano a stringere i loro primi legami di amicizia.

All'inizio sembra che siano tutti amici, poi piano piano, crescendo e vivendosi nella quotidianità si notano i primi gruppetti, e non è difficile constatare quanto i protagonisti siano così simili soprattutto per caratteristiche comportamentali.

Bambini più timidi, di solito, cercano la vicinanza di loro simili, altri più intraprendenti si riuniscono tra loro. Sia chiaro, non parliamo di leggi assolute, ma sicuramente è quanto avviene nella maggioranza dei casi.

La classica frase non sei più amico mio! è praticamente all'ordine del giorno, basta avere la conferma da parte delle insegnanti che devono intervenire e aiutare quotidianamente gli ex-amici.

Come reagiscono i bambini di fronte ad un litigio con un amico?

Vediamo più da vicino come i bambini reagiscono, quali emozioni scaturiscono e come aiutarli quando si trovano ad affrontare un allontanamento da parte di un amico.
La rabbia rappresenta di gran lunga l'emozione che più di tutte riaffiora. L'antecedente che si è creato prima della rottura è solitamente dovuto ad un litigio. Sappiamo bene che si tratta di un'emozione che difficilmente si riesce a gestire nel migliore dei modi. Urla, spintoni e offese fanno parte di questo scenario. Qui, il ruolo dell'adulto è quello di essere presente, ma lasciando che siano i protagonisti a chiedere il suo intervento, certo se vengono alle mani, se siamo di fronte ad un pericolo imminente, non sto nemmeno a dire che l'intervento debba essere fulmineo, questo perché significa che si è andati oltre quel limite del vivere e discutere in maniera civile (che non dovrebbe mai perdersi!).

Una volta avvenuto il distacco convincere a fare pace serve a poco. È bene che ognuno rifletta su quanto avvenuto e considerare valida l'ipotesi di un possibile riavvicinamento.

Subito dopo la rabbia un'altra emozione che fa capolino è la tristezza. Il pianto è uno sfogo più che giustificato, è un'espressione evidente del proprio malessere. Aver perso l'amico o l'amica genera in alcuni sfiducia, altri lo vivono come un tradimento, altri ancora come un senso di smarrimento.

"Viene a mancare" temporaneamente una persona per il bambino molto importante per questo ogni tipo di reazione e comportamento deve essere osservato dagli adulti con molta attenzione. Per la maggior parte come abbiamo detto nei bambini l'amicizia tra coetanei nasce all'interno della propria classe, e non mancano nuove alleanze, il più delle volte proprio con compagni che sono lontanamente per gusti e atteggiamenti diversi, che potrebbero mettere in cattiva luce quello che era un caro amico o una cara amica.

Solo, insomma, per il piacere di ferire e "vendicarsi".

Cosa devono fare i genitori?

Gli insegnanti, in questo caso, ma anche i genitori a casa, possono affrontare l'argomento lasciando libero il bambino di potersi esprimere, tirando fuori le sue emozioni. All'inizio sarà una continua accusa nei confronti dell'altro, però ragionando sui comportamenti di entrambi può aiutare a ristabilire un equilibrio.

È chiaro che non possiamo pretendere che nostro figlio sia un santo anche quando litiga se in casa assiste a scene da parte dei genitori che se ne dicono di ogni. Ricordate che: l'esempio è fonte di insegnamento!

Se due bambini litigano non è la fine del mondo, prendiamolo come un arricchimento, un mettersi alla prova, che gli servirà nella vita per affrontare anche situazioni poco piacevoli. Sicuramente non staremo lì pronti a fare da "vecchio saggio" e impartire sermoni su chi ha sbagliato, o trovando a tutti i costi il colpevole. Cercheremo, invece, di aiutare i due amici, perché tali lo sono ancora, a capire cosa sia realmente successo, dando ad ognuno la possibilità di potersi tranquillamente esprimere, senza che il nostro punto di vista prenda il sopravvento.

Educhiamo i bambini alla consapevolezza che le relazioni possano cambiare, o addirittura finire, ma è giusto che imparino prima di tutto a sapersi confrontare con l'altro nel modo corretto, sin dalla più tenera età.

L'ascolto, la comprensione, il venirsi incontro non dovrebbero mai mancare in qualsiasi relazione, sta a noi essere bravi a saper gestire i legami, qualunque essi siano, solo così potremmo realmente aiutare i bambini a rapportarsi con l'altro. È necessario, infine, aiutare i nostri figli e i nostri alunni a capire che sono parte di un mondo così variegato il quale sarà difficile che sia sempre tutto bello o che vada secondo i nostri piani.

Sicuramente però, il nostro compito di adulti sarà quello di essere pronti ad aiutarli tutte le volte che cadranno, affinché la mano amica non possa mai venir meno.

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