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Nudi davanti ai figli: sì o no? Pro e contro

di Redazione PianetaMamma - 31.07.2013 Scrivici

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Fonte: shutterstock
E’ una domanda che quasi tutti i genitori di figli più o meno piccoli si pongono, e non senza un certo imbarazzo, e cioè se sia opportuno o meno mostrarsi nudi di fronte ai propri figli

di Beatrice Spinelli

Nell'educazione dei figli in generale i genitori possono vivere l'argomento sessualità con un certo imbarazzo e quindi optare per comportamenti che li tengano al riparo dal disagio che può derivare dal mostrarsi nudi di fronte a loro ma anche dal dover rispondere ai quesiti "spinosi" che riguardano in generale il corpo e la sessualità. Prima o poi, infatti, arriva per qualsiasi genitori il momento di rispondere a una domanda imbarazzante rivolta candidamente dal proprio figlio, specie nella classica fase dei perché. è importante ricordare che i bambini, crescendo, si interrogano sulla nudità e sulla sessualità così come fanno per qualsiasi altro argomento:  l'imbarazzo nel rispondere può riguardare il genitore ma non certo il bambino! L'imbarazzo (LEGGI) può essere ancora maggiore quando capita di trovarsi nudi davanti ai propri figli. Prima di addentrarci nella questione può essere utile riepilogare le fasi dello sviluppo sessuale nell'età evolutiva, riprese dal modello psicanalitico di Sigmund Freud. In questo modello vengono individuati cinque stadi di maturazione:


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0-1 anno: stadio orale (suzione);
2° anno: stadio anale (ritenzione-emissione di feci);
3-5 anni: stadio fallico (autoesplorazione genitale, masturbazione, esplorazione genitale reciproca);
6-11 anni: stadio di latenza;
adolescenza: stadio genitale (bacio, giochi erotici, coito).
Nella prima fase, quella "orale", la ricerca del piacere si concentra sulle labbra e il cavo orale, la suzione provoca la stessa espressione di beatitudine di quando il bimbo succhia il seno materno: il bambino succhia per il proprio piacere.

Nello stadio detto "anale", 2° anno, il bambino viene educato alla pulizia e impara a non bagnarsi e sporcarsi, può provare piacere a liberarsi del prodotto fecale (eliminazione), sia dilazionandolo che indugiando nella tensione, sviluppa un interesse per le proprie feci, cerca di toccarle o di giocarci



Nella terza fase, detta "fallica", dai 3 ai 5 anni, il bambino comincia ad interessarsi ai suoi genitali, la cui manipolazione provoca piacere; diventa inoltre consapevole della differenza tra i due sessi e, sentendosi attratto dal genitore di sesso opposto, sviluppa pensieri di rivalità verso il genitore dello stesso sesso (complesso di Edipo). È lo stadio in cui il bambino esibisce la sua nudità e osserva i genitali degli altri bambini o dei genitori. Questo stadio è fondamentale per lo sviluppo affettivo, che si configura come la ricerca di un equilibrio tra le esigenze interne e quelle determinate dall'ambiente in una relazione reciproca incessante. Questa relazione è molto importante per lo sviluppo della personalità. All'inizio si tratta di una relazione duale, infatti fino al termine del secondo anno di età la dipendenza del bambino dalla madre è totale. Il bambino non si distingue dalla madre che è la principale fonte di soddisfazione i propri bisogni fisiologici. Dal terzo anno il bambino si apre all'ambiente e comincia a rivolgere il suo interesse verso il padre, fino ad allora emarginato dalla relazione duale. L'attaccamento al padre stabilisce la relazione triangolare cardine del conflitto edipico.


Nello stadio della "latenza", dai 6 anni alla pubertà, il bambino è consapevole di non poter interrompere la relazione tra madre e padre e volge le sue tensioni psichiche verso l'esplorazione del mondo, verso il rapporto con i coetanei, sopratutto dello stesso sesso, ma non ha comportamenti di tipo "sessuale".


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Nello stadio "genitale", quello dell'adolescenza, il bambino che già nella fase fallico-edipica aveva identificato la propria sessualità, arriva alla maturazione sessuale fisica e psichica dirigendo la propria ricerca e il proprio coinvolgimento affettivo nella scelta del partner di sesso opposto.

 

Rifacendosi a questo modello di maturazione sessuale, gli psicologi generalmente consigliano ai genitori di assumere comportamenti e azioni che spingano i bambini a vivere serenamente e con naturalezza il rapporto con il proprio corpo.

I bambini piccoli non si scandalizzano di certo di fronte alla nudità dei genitori e possono al massimo rilevare il dismorfismo sessuale, cioè la differenza delle parti intime tra uomo e donna. Un bambino si sentirà simile alla madre e potrà chiedersi come fa il papà a fare pipì e viceversa. Si tratta comunque dei primi passi alla scoperta del mondo della sessualità. I bambini, come per qualsiasi altra cosa di cui fanno esperienza, hanno la curiosità di scoprire come funziona il corpo umano e non basta da parte di mamma e papà mostrarsi sempre vestiti per inibire tale curiosità. Di conseguenza, mostrarsi nudi o vestiti davanti ai propri figli è una scelta che riguarda solo i genitori: se provano imbarazzo o disagio è meglio che non lo facciano, non tanto per il bambino quanto per se stessi.


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Il bambino infatti percepirebbe il disagio dei genitori mentre è molto importante evitare che i piccoli associno il corpo umano, maschile o femminile, a qualcosa di riprovevole o peggio ancora di peccaminoso. L'approccio più giusto è proprio quello della naturalezza e della spontaneità: mostrarsi nudi e senza imbarazzo davanti al proprio figlio può servire ad evitare che il bambino percepisca come un tabù la sfera delle parti intime e quindi sviluppi un atteggiamento morboso verso la nudità in generale. Attenzione però a non esagerare sul fronte opposto:  è importante infatti per l'educazione ad un sano sviluppo sessuale del bambino mettere dei paletti e usare il buonsenso cercando di fare capire al bambino che le parti intime sono una cosa personale e che ognuno in famiglia ha diritto alla propria privacy.

Tenendo conto del fatto che l'età che va dai 3 ai 5 anni, con la fase di sviluppo sessuale ad essa associata, sia molto importante per lo sviluppo della sfera affettiva del bambino appare chiaro che se l'atteggiamento dei genitori nei confronti della percezione corporea e della nudità in genere è naturale e sereno, senza connotati di morbosità, il bambino sarà sulla buona strada per la costruzione di una buona affettività e di una personalità matura.

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