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I benefici della musica sullo sviluppo del linguaggio nei bambini

di Ilaria Fassetti - 17.09.2018 Scrivici

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Fonte: iStock
La logopedista ci parla di musica e sviluppo del linguaggio e ci spiega perché la formazione musicale migliora l'apprendimento della lingua, la capacità di lettura e facilita i processi di memorizzazione

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Musica e sviluppo del linguaggio

Fin dalla nascita, i genitori usano istintivamente la musica per calmare e tranquillizzare i bambini, per esprimere il loro amore e la loro gioia e interagire con loro. I genitori possono basarsi su questi istinti naturali imparando come la musica può avere un impatto sullo sviluppo del bambino, migliorare le abilità sociali e aiutare i bambini di tutte le età.

La connessione tra musica e linguaggio è conosciuta ormai da tempo e molti collegano il ritmo e la musicalità ad un migliore apprendimento linguistico sin dalla tenera età, motivo per cui molti genitori puntano, a volte anche inconsapevolmente, su canzoncine e filastrocche musicate per i loro piccoli. Ma anche guardando studi scientifici ci sono diversi lavori che confermano la connessione tra l’ascolto e l’apprendimento musicale e le competenze linguistico-comunicative.

Quando ascoltiamo e ci impegniamo in attività musicali alcune nuove ricerche documentano come il cervello sembra illuminarsi con l’ascolto della musica, tra le strutture cerebrali si crea come una rete. Esistono molti studi che dimostrano che i benefici della formazione musicale vanno al di là dell’esclusivo apprendimento della tecnica musicale, ad esempio, i bambini che seguono un allenamento musicale hanno una migliore memoria verbale, accuratezza della pronuncia della seconda lingua, capacità di lettura e funzioni esecutive. Imparare a suonare uno strumento da bambino può addirittura migliora la performance accademica e in generale l’apprendimento. Il grado di adattamento strutturale e funzionale osservato nel cervello è correlato all'intensità e alla durata della pratica. 

Tappe “musicali”

Vediamo in che misura i bambini riescono ad apprezzare la musica nei diversi stadi di sviluppo. I più piccoli amano ballare e “sentire” la musica. Utile è la ripetizione di canzoni, che incoraggia l'uso di parole e la memorizzazione. I bambini cercheranno di riprodurre i ritmi battendo su oggetti o saltellando. I bambini in età prescolare amano cantare solo per cantare.

Non sono consapevoli delle proprie capacità e la maggior parte è desiderosa di lasciare che le loro voci ruggiscano. A loro piacciono le canzoni che ripetono le parole e le melodie, usano i ritmi con un ritmo definito e che esprimono richieste esplicite.

I bambini in età prescolare godono di filastrocche e canzoni su cose familiari come giocattoli, animali, attività di gioco e persone. Amano anche i giochi con le dita e le filastrocche senza senso con o senza accompagnamento musicale. La maggior parte dei bambini in età scolare sono affascinati dalle canzoni cantate da altri bambini che implicano il conteggio, l'ortografia o il ricordo di una sequenza di eventi. I bambini in età scolare iniziano a esprimere le loro preferenze rispetto a diversi tipi di musica e riescono anche ad esprimere interesse per l'educazione musicale.

Funzioni cognitive, emotive e sociali nella percezione e produzione musicale

Ascoltare la musica richiede alcune abilità percettive, tra cui la discriminazione del tono, la memoria uditiva e l'attenzione selettiva al fine di percepire la struttura temporale e armonica della musica così come le sue componenti affettive, e impegna diverse strutture cerebrali ma la musica ha anche un forte impatto emotivo. Forse la ragione principale per cui ascoltiamo la musica è il potere che la musica ha nel suscitare le nostre emozioni. È stato riportato che la musica è in grado di evocare tutte le emozioni umane: tristezza, nostalgia, felicità, calma e gioia, la musica può attivare le aree del cervello tipicamente associate alle emozioni e sembra che molti degli aspetti positivi che la musica ha sulle persone (concentrazione, rilassamento..) siano dovute proprio a questa influenza.

I segnali acustici usati per trasmettere emozioni nel linguaggio sono ipotizzati simili a quelli usati per trasmettere emozioni nella musica, il discorso triste e la musica triste possono essere caratterizzati da una velocità ridotta e un tono basso, ad esempio. Inoltre i musicisti traggono beneficio dall'aumentata attività cerebrale che consente loro di elaborare le informazioni provenienti dagli occhi e dalle orecchie in modo più efficiente rispetto ai non-musicisti.

La musica per stimolare il linguaggio

I logopedisti e gli altri studiosi del linguaggio che guardano alla comunicazione in un’ottica di funzionalità conoscono bene il legame tra musica e linguaggio e lo sperimentano spesso durante il proprio lavoro. Il legame tra musica e linguaggio deriva dall'idea che entrambi consistono in unità più piccole, note nella musica e combinazioni di lettere nella lingua. Queste unità più piccole possono quindi essere combinate per formare strutture più complesse, come una composizione musicale o frasi in linguaggio. Sia la musica che la lingua mostrano anche stili, pause, ritmi assimilabili. Sembra naturale quindi che le aree del cervello che elaborano la musica e le aree che elaborano il linguaggio possano essere collegate molto facilmente. Diversi metodi riabilitativi consigliano l’utilizzo di musica e canzoni, primo tra tutti il metodo Drežančić.

La prof.ssa Drežančić ha condotto diversi studi che mettono in rapporto il ritmo musicale e il ritmo linguistico, creando un metodo riabilitativo partendo proprio dallo studio della musica e rintracciando i rapporti con il ritmo e le pause linguistiche di diverse lingue.

La voce cantata e il ritmo musicale sono i principali supporti per l’apprendimento di una competenza comunicativa orale: la voce cantata e anche quella modulata, servono ad ottenere un buon timbro di voce, un corretto modo di parlare ed una giusta articolazione, impegnando in modo naturale le corde vocali ed evitando le alterazioni della voce tipiche dei soggetti ipoacusici non trattati adeguatamente. Il ritmo musicale (espresso vocalmente), per le sue somiglianze e corrispondenze con il ritmo linguistico, aiuta a parlare rispettando i rapporti corretti fra le sillabe… (Linguaggio, apprendimento e sordità Il Metodo di Zora Drežančić Ilaria Fassetti, Logopaedia 2011, Amplifon).

Molti altri metodi sostengono l’utilità dell’utilizzo della musica anche senza sottolineare i diversi benefici o spiegare in maniera sistematica il tipo di intervento.

Come sfruttare le possibilità che ci offre la musica?

Sicuramente è bene utilizzare la musica, la voce cantata e il ritmo sin dalla nascita del bambino. Alcuni studi hanno dimostrato che i bambini in età prescolare possono beneficiare di un vero programma di allenamento musicale per aumentare la consapevolezza fonologica. I bambini che frequentano lezioni di musica hanno dimostrato:

  • a quattro anni di ricordare meglio le parole e fare un uso migliore delle regole grammaticali per la formazione delle parole;
  • all'età di 6-9 anni di leggere meglio;
  • all’età di dieci anni una risposta cerebrale più matura durante l'elaborazione della grammatica.
  • Oltre a tutto ciò, i bambini di circa un anno sentendo la musica hanno eseguito un maggior numero di gesti e movimenti per comunicare con gli altri.

Quindi sì, la musica migliora davvero l'uso della lingua o i suoi precursori. In che misura ciò influisca a lungo termine e se questa è l’unica variabile sono elementi sicuramente da approfondire. È utile dunque studiare musica a scuola e far apprendere l’uso di uno strumento musicale; se il bambino non apprezza lo studio sistematico di un determinato strumento conviene far scegliere a lui lo strumento e la musica da ascoltare. Come sempre la prima cosa è amare ciò che si fa, questo sicuramente agevola l’apprendimento! I bambini sono portati ad amare la musica e utilizzarla per tabelline o operazioni facilita il compito di far apprezzare ai bambini ad esempio lo studio della matematica e o di materie che, a volte, risultano più complesse. Quindi non si tratta di un obbligo ma più che altro è sufficiente indirizzare i propri figli e indicare loro un nuovo modo di apprendere, far sperimentare diversi strumenti e la musica non solo come spettatori ma come attori principali.

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