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Lallazione: quando preoccuparsi?

di Ines Delio - 02.10.2023 Scrivici

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È una tappa fondamentale di tutti i neonati, perché precede la comparsa del linguaggio verbale: cosa sapere sulla lallazione, quando preoccuparsi

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Lallazione, quando preoccuparsi

La lallazione è una tappa fondamentale di tutti i neonati, perché precede la comparsa del linguaggio verbale. È bene ricordare che ogni bambino ha i suoi tempi per imparare a parlare, tuttavia conoscere le tappe generali dello sviluppo del linguaggio può aiutare a capire se tutto sta andando bene. Proviamo quindi ad approfondire l'argomento, rispondendo a una delle domande più comuni sulla lallazione: quando preoccuparsi?

Cos'è la lallazione

Come spiega la logopedista Eleonora La Monaca su NostroFiglio, la lallazione è una fase dello sviluppo fisiologico linguistico dei bambini che di norma si manifesta intorno ai 6 mesi di vita, con variazioni tra i 4 e i 10 mesi, subito dopo la fase delle vocalizzazioni, da cui si distingue per la comparsa di suoni contenenti consonanti.

La lallazione si può suddividere in due fasi diverse e consecutive:

  • lallazione canonica,che si manifesta con la ripetizione di sillabe composte da una consonante ed una vocale tipo: MA-MA-MA-MA oppure PA-PA-PA-PA
  • lallazione variata, una produzione linguistica più evoluta che si presenta successivamente a quella canonica, generalmente intorno ai 9/10 mesi, ed è formata da sillabe piane o complesse, con due o più consonanti diverse, come MA-MA-TA oppure TA-TA-NA-MA

Cosa sapere sulla lallazione, quando preoccuparsi

Passiamo dunque alla domanda che sta più a cuore a neomamme e neopapà sulla lallazione: quando preoccuparsi? Stando a quanto si legge su "Il Primo vocabolario del Bambino, Gesti, Parole e Frasi", "uno sviluppo regolare del babbling canonico predice il successivo sviluppo lessicale, una comparsa tardiva, oltre i 10 mesi, può essere associata a condizioni di rischio per successivi problemi di linguaggio e di apprendimento".

Come detto, ogni bambino impara a parlare seguendo il proprio ritmo, ma conoscere le tappe generali dello sviluppo del linguaggio può aiutare a capire se tutto sta procedendo bene. La Monaca ricorda che il 95% dei bambini ha la lallazione entro i 12 mesi: se entro questa età non si manifesta è consigliabile parlarne col pediatra.

La qualità della lallazione è un indice predittivo, riconosciuto da moltissimi logopedisti, di come saranno le prime parole del bambino: più è ricca di suoni diversi, più il bambino avrà una buona qualità delle prime parole.

Lallazione: a cosa fare attenzione

Per essere sicuri che non ci siano problemi nello sviluppo del linguaggio, è importante che:

  • ci sia un esordio in tempi adeguati della lallazione, intorno ai 6 mesi di età e comunque entro i 10 mesi
  • la lallazione passi da canonica a variata e duri almeno qualche mese
  • la lallazione sia rumorosa e frequente: generalmente, i bambini lallano spesso durante i momenti di routine, come il cambio del pannolino o il bagnetto, oppure al risveglio

Registrare le tappe del linguaggio del proprio bambino su un taccuino può essere un'ottima idea nel caso in cui si dovesse manifestare un disturbo del linguaggio.

Suggerimenti per incentivare la lallazione nei bambini

Va detto che la lallazione non è per il bambino un atto comunicativo intenzionale. Questa, infatti, si manifesta su spinta motoria, è per il piccolo un gioco in cui sperimenta il piacere di auto-ascoltarsi. Tuttavia, il ruolo degli adulti è molto importante in questo processo, perché rispondendo a queste lallazioni del bebè gettano basi comunicative fondamentali, instaurando vere e proprie conversazioni e dimostrando al piccolo che la sua produzione verbale provoca risposte di cura, e al contempo sostenendolo nel futuro passaggio alla comunicazione intenzionale.

Il bambino non parla, quando preoccuparsi

Quando, invece, si può parlare di un vero e proprio disturbo del linguaggio? In un'intervista a NostroFiglio, Judit Gervain, docente di Psicologia dello sviluppo all'Università degli studi di Padova, spiega: "Una vera diagnosi di un disturbo del linguaggio dovrebbe essere effettuata non prima dei 3 anni, proprio perché ci sono percorsi diversi alla conquista del parlato, a 12 o 18 mesi, ad esempio, è sicuramente presto per definire un eventuale problema. La diagnosi generalmente si fa non prima dei 3 anni".

Valutare eventuali segnali di allerta è però sempre utile, tra cui:

  • il numero delle parole prodotte a 2 anni: dovrebbero essere 50 parole come minimo, anche di più. Questo parametro non è determinante ma potrebbe essere un segno.
  • la produzione di parole, ma anche la comprensione: chi capisce bene ha meno rischi di chi non produce e non capisce.
  • tra i 2 e 3 anni, ricorda l'esperta, lo sviluppo del linguaggio deve iniziare a essere comprensibile da parte dell'adulto
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