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La parola per prevenire la violenza
Con l'espressione violenza psicologica si intende un fenomeno spesso impercettibile (soprattutto all'inizio), trasversale all'età e al genere, che può presentarsi nei più svariati ambiti quali ad esempio quello familiare, scolastico (bullismo), lavorativo (mobbing) e del web (cyberbullismo).
La peculiarità che rende la violenza psicologica particolarmente logorante sta nella sua azione nel tempo: infatti non si tratta di eventi sporadici di scherno o derisione, ma di episodi che si ripetono giorno dopo giorno, volta per volta, andando così a creare un clima di esclusione e paura.
Questo tipo di abuso, come accennato, trascende l'età, il sesso e l'ambito entro cui si manifesta e può esprimersi anche in relazioni che vedono coinvolti soggetti con un rapporto paritario, come nel caso di bullismo o cyberbullismo.
Il bullismo
Il bullismo è un fenomeno talvolta difficile da individuare e intercettare e oggi è divenuto un evento di particolare preoccupazione genitoriale, di cui – per le sue caratteristiche e la ramificazione dei luoghi nei quali può realizzarsi – non è sempre semplice andare ad occuparsi. In quest'epoca, inoltre, il bullismo ha iniziato a propagarsi attraverso le più conosciute piattaforme digitali, sempre più utilizzate soprattutto dagli adolescenti e ormai anche dai piccoli.
È importante arrivare a considerare tali questioni, così diffuse in questi anni, come vere e proprie forme di violenza psicologica che non solo possono portare a disagio psicologico, ma che, spesso, si riflettono nei loro effetti anche sul corpo di chi le subisce, specialmente in età evolutiva.
Il cyberbullismo
L'evoluzione del cyberbullismo, in particolare, sottolinea quanto le parole siano significative e possano con frequenza divenire armi che feriscono, intimoriscono o escludono. La parola è quindi protagonista in fenomeni come questo, venendo esercitata ad esempio attraverso l'hate speech, letteralmente "discorso d'odio", ovvero discorsi discriminatori pubblicati sui social, online, che vanno a creare un'incitazione alla rabbia, all'emarginazione e all'insulto.
L'importanza della parola
Da qui si evince come alcuni termini, in questo caso scritti e pubblicati sul web, con molta facilità, e senza grandi assunzioni di responsabilità, acquistino la dimensione di soggetto che ferisce: come il messaggio, al posto della persona che lo veicola, diventi promulgatore della discriminazione. Diviene dunque quasi "semplice" per un individuo usare delle espressioni d'odio o che vadano a colpire psicologicamente, grazie all'anonimato dato dalla barriera dello schermo, o alla perdita di responsabilità che può essere percepita attraverso i social.
Il modo in cui si comunica un pensiero rimane fondamentale nei rapporti interpersonali, in quanto trasmette significati che mettono in relazione i sentimenti, ma spesso la semplicità e la velocità garantite da Internet portano a una sensazione di deresponsabilizzazione su quello che si va ad esternare.
Come prevenire bullismo, cyberbullismo e violenza psicologica
È importante, quindi, intervenire su fenomeni di bullismo, cyberbullismo e, in generale, di violenza psicologica, andando a sensibilizzare adulti, bambini e adolescenti sull'esistenza di questa problematica e sulle modalità di manifestazione: andare quindi ad utilizzare la parola non più come veicolo d'odio ma come atto preventivo.
In età evolutiva, il primo passo per un'efficace prevenzione è sicuramente rappresentato dall'intervento e dalla protezione dei genitori, che sono chiamati a guidare i propri figli con uno sguardo attento alle dinamiche che possono crearsi nella relazione con l'altro e a condividere gli strumenti necessari alla comprensione di ciò che avviene oggi, soprattutto sul web.
Un intervento preventivo, dunque, è sempre mediato dalle parole che possono divenire il mezzo attraverso il quale si vanno a informare gli adulti, oppure con il dialogo – che ha l'ascolto tra le sue componenti fondamentali – un metodo per comprendere i segnali che un soggetto esprime. Forse, ancora più importante, è la loro funzione di trasmissione, quando vengono usate per promuovere un clima di rispetto, empatia e comprensione dell'altro.
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