In questo articolo
- Interpretazione psicologica del disegno albero nei bambini
- Dott.ssa che cosa è tecnicamente in psicologia il "test dell'albero" ?
- Il test dell’albero può essere usato da tutti? Ed è sufficiente, come unica prova, per avere un'idea completa del bambino?
- In che modo va interpretato il disegno?
- A che età può essere somministrato?
- L’atteggiamento dei bambini durante la somministrazione di che genere è?
- Quali sono i principali aspetti strutturali e formali del disegno?
Interpretazione psicologica del disegno albero nei bambini
In doppia veste di madre ed educatrice, Sara Convertini, autrice del blog OltreCheMamma ha condotto un'intervista alla dott.ssa Sonia Sorgente, psicologa dello sviluppo e fondatrice, insieme alla dott.ssa Federica Marchese, della pagina facebook PsicheNutrizione .
Ho ritenuto interessante la spiegazione dell'esperta relativa all'interpretazione psicologica dei disegni nei bambini.
Dott.ssa che cosa è tecnicamente in psicologia il "test dell'albero" ?
Il test dell'albero di Karl Koch è un test psicologico proiettivo. Esso si basa sull'interpretazione del disegno di un albero per venire a conoscenza della personalità del soggetto che vi si sottopone. E’ un ausilio psicodiagnostico rivelatore dell'evoluzione psichica ed è considerato da alcuni psicologi, compresa me, un valido aiuto per comprendere gli aspetti nascosti della personalità. L'interpretazione del test dell'albero è carente di verifiche psicometriche (verifiche di attendibilità e validità del test). La prova dell’albero, pur non consentendo una completa analisi del carattere, può illustrare i dati ottenuti con altri metodi, arricchirli oppure metterli in dubbio. Il disegno, infatti, è per il bambino come un’espressione di sé, delle sue paure, aspirazioni, ricordi, meccanismi difensivi, adattamento, sentimenti che egli non riconosce o rifiuta in sé. È il racconto che il bambino fa di sé stesso. Attraverso il filtro del reattivo proiettivo, si ottiene una diagnosi alla quale l’esaminatore giunge studiando i particolari ma anche considerando a colpo d’occhio il tutto.
Il test dell’albero può essere usato da tutti? Ed è sufficiente, come unica prova, per avere un'idea completa del bambino?
La prova dell’albero è un test, uno strumento, che può essere usato solo da professionisti, poiché sono vari gli aspetti da tenere presente per poter fare una diagnosi o avere un quadro di una persona. Il test ha una consegna precisa. Io suggerisco l’uso contemporaneo dei tre disegni (albero, figura umana e famiglia). Dopo l’esecuzione, ad esempio, possono essere messi sul tavolo, vicini, e chiedere al bambino di raccontare una storia nella quale compaiano i tre temi. Io di solito utilizzo questo test, in contemporanea con altri, sia in ambito peritale (tribunale), o con bambino o adolescenti restii a parlare durante le sedute.
Lo utilizzo come mezzo di mediazione, tra me e bambini e/o adolescenti timidi o oppositivi. Di solito, utilizzo il test dell’albero con il CAT o TAT; sono due test di personalità di tipo proiettivo, che fanno parte della categoria dei metodi tematici costruttivi, utilizzati in psicologia per l'indagine della personalità, sono una serie di tavole, item definiti, che ha come compito il racconto di storie.
In che modo va interpretato il disegno?
E’ necessario partire da una comprensione intuitiva globale che scaturisce dalla “prima impressione” che il disegno suscita nello psicologo. Koch divide l’albero in tre parti:
- Le radici: sono nascoste e forniscono nutrimento; inoltre ancorano l’albero alla terra dandogli stabilità. Dunque le radici rappresentano la parte più primitiva, inconscia e istintuale dell’Io, e sono anche espressione del senso di sicurezza di cui il soggetto dispone, in quanto capace di radicarsi nella realtà concreta della sua esperienza esistenziale.
- Il tronco: rappresenta l’Io così come si è strutturato attraverso l’esperienza evolutiva. Può essere un Io forte, debole, traumatizzato.
- La chioma: è significativa della capacità del soggetto di entrare in relazione con l’ambiente, di espandersi nello spazio sociale; è anche indicativa della sua vita mentale, delle sue aspirazioni, dei suoi interessi ed ideali.
A che età può essere somministrato?
In genere a 3 anni quasi tutti i bambini si trovano nella fase di motricità dissociata (scarabocchio). Un terzo dei bambini di 4 anni è in grado di denominare il disegno durante l’esecuzione. Il livello più alto della rappresentazione intenzionale è raggiunto dall’80 % dei bambini di 5 anni. Le femmine sono più precoci dei maschi, così come i bambini di ceto sociale più elevato rispetto a quelli di ceto più basso. Nel bambino di 6 anni il disegno significa rappresentazione nel vero senso della parola. Il disegno spontaneo dell’albero non si riscontra in genere prima dei 4 anni. Tuttavia, su richiesta si ottiene un disegno di albero, anche se si tratta di una rappresentazione ancora insignificante ai fini diagnostici.
L’atteggiamento dei bambini durante la somministrazione di che genere è?
Durante l’esecuzione del disegno il bambino può assumere atteggiamenti di calma e di serenità interiore, ma anche un atteggiamento ansioso, che si manifesta attraverso una loquacità eccessiva, parlando di cose che non sono aderenti al lavoro da svolgere, movimenti ripetitivi e un aumento del tono muscolare (rigidità), evidente nella contrazione dei tratti facciali e nella scarsa coordinazione dei movimenti. Può, inoltre, bloccarsi, rifiutare di eseguire il compito, ritirarsi su contenuti banali, descrivere quello che vorrebbe disegnare anziché disegnarlo, criticare continuamente quello che fa. In tal caso, è necessario fornire al bambino un ambiente giusto, protettivo, assumere un atteggiamento di calma e serenità, fermezza e dolcezza, che servono a comunicargli un senso di confronto, di accettazione e di sostegno.
Quali sono i principali aspetti strutturali e formali del disegno?
- La posizione del foglio
Già da come il bambino dispone il foglio su cui disegnerà si capisce qualcosa di lui. Se è in posizione orizzontale, possiamo ipotizzare un rapporto significativo, un avvicinamento alla figura materna, anche se non sappiamo ancora se in senso positivo o negativo. Se la posizione è verticale, il rapporto privilegiato è con il padre. È un primo indizio, comunque.
- La collocazione nello spazio
l’uso dello spazio esprime la relazione del soggetto con l’ambiente e le sue reazioni ad esso. Il bambino che situa il disegno nella zona centrale del foglio, pone se stesso al centro del proprio ambiente. Ciò indicherà più egocentrismo, narcisismo che equilibrio e sicurezza come invece significherebbe per gli adulti. La parte superiore del foglio è preferita dai bambini, sia per fattori legati allo schema corporeo, sia perché l’alto è il luogo della fantasia, delle aspirazioni, del mondo dei sogni. Per l’adulto simbolizza di più la vita mentale, i valori superiori, la spiritualità. Il basso richiama la pesantezza, la depressione, il pessimismo, la costrizione.
È la parte del foglio preferita dai bambini insicuri, ansiosi, dipendenti, oppure privi di entusiasmo e orientati al concreto. Il lato sinistro viene preferito dai soggetti orientati verso il passato, la madre, la soddisfazione immediata di istinti o affetti; sono quindi bambini o adulti impulsivi, emotivi, melanconici e sfiduciati. Il lato destro indica proiezione verso il futuro, l’attività, il progresso, con buon umore e fiducia. Ma è anche indice di controllo, inibizione, perché è il luogo del superIo. I bambini che dispongono al centro e in fila gli oggetti disegnati indicano una difficoltà nella sfera della realizzazione della propria autonomia, in quanto cercano di farsi spazio in un ambiente che sentono oppressivo e repressivo. La tendenza a uscire dai bordi del foglio indica bisogno di evasione da una realtà stressante. Si tratta di bambini con carenze affettive, insicuri, timidi; questi possono anche disegnare gli oggetti in un settore limitato del foglio, quasi come rifugiandosi in un cantuccio ove è più facile proteggersi e passare inosservati.
- La sequenza
è importante rilevare l’ordine di esecuzione dei gesti grafici, perché la sequenza corrisponde alla libera associazione degli adulti. Un dubbio, una cancellatura, un tentennamento, indicano infatti conflitti relativi al contenuto simbolico del particolare oggetto cancellato, rifatto e ricancellato ancora, ad esempio. Ogni dettaglio aggiunto è sempre indicativo non tanto di come il bambino vede la realtà, ma di come vorrebbe vederla.
- Le dimensioni
i bambini piccoli, sotto i 6 anni, tendono a disegnare figure grandi, perché sono rassicurati e soddisfatti nelle loro richieste. Intorno a 67 anni questo sentimento dovrebbe essere ridotto o scomparso, ed il bambino dovrebbe essere capace di disegnare figure in proporzione all’ambiente (foglio). Nel caso di un disegno grande in un bambino di 6 anni possiamo ipotizzare aggressività, onnipotenza narcisistica.
Una piccola dimensione esprime un ambiente rigido, dove il bambino è tiranneggiato da divieti, spesso ambivalenti e ambigui, da regole comportamentali che valgono solo per lui perché è un bambino. Si tratta di bambini che occupano un piccolo posto e che cercano di sopravvivere in un ambiente che li blocca e reprime.
- La pressione
è l’intensità dell’energia che dal bambino sulla superficie del foglio, e che è in rapporto con l’energia psichica costituzionale dell’individuo. Possiamo quindi supporre che una pressione accentuata sia tipica di una persona tenace, sicura di sé. Se tuttavia la pressione è esagerata o gli elementi del disegno abbiano tratti larghi e pastosi, possiamo pensare che si tratti di un bambino aggressivo con un Io energico, che si impone e fa valere, che lotta per conseguire gli scopi. Oppure può essere un modo per negare la propria debolezza, la depressione e l’apatia. O può essere una necessità sorta in un particolare momento dell’analisi, ad esempio come l’aggressività verso il terapeuta, che può far usare la matita come fosse un’arma. Se la pressione è, al contrario, debole e quasi assente, si può ipotizzare un Io debole, con scarsa energia psichica, un soggetto depresso, apatico.
I tratti sono legati allo stile proprio di ogni essere umano. Possono essere:
- Tratti lunghi: realizzati con fermezza e continuità, indicano un controllo fermo della propria condotta, tenacia, volontà e sicurezza nel raggiungere uno scopo; possono anche indicare inibizione, controllo eccessivo.
- Tratti brevi: fatti in modo brusco e con gran pressione, indicano impulsività ed eccitabilità.
- Tratti diritti: volontà molto attiva, immediata; ostilità, freddezza.
- Tratti curvi: tipici di una personalità femminile, indicano tenerezza, emotività, dipendenza, affettività e capacità di adattamento.
- Tratti dentati: l’angolosità eccessiva è sempre indicativa di aggressività violenta. Sono i tratti della tensione profonda, dell’intolleranza, dell’odio, della discriminazione, della separazione
- Linee tratteggiate e indecise: quando il bambino tratteggia e poi ripassa sul tratteggio chiudendo gli spazi lasciati prima vuoti, è sinonimo di insicurezza, ansietà, depressione e abbattimento.
- Tratti sottili: usati da bambini molto timidi ed emotivi, sensibili, e per questo molto rigidi.
- Tratti frammentati: appena segnati; indicano ansietà, timidezza, mancanza di fiducia, dubbiosità.
- Tratti disordinati ed irregolari: non prevalgono le linee ritmiche ordinate e regolari, con una direzione intenzionale, ma di linee alternanti (fortideboli, grosse- fini), e indicano bambini scarsamente capaci di contatto con la realtà, di umore alternante, confuso.
- Le cancellature : non devono essere assolutamente trascurate, perché hanno un significato profondo: rifiuto dell’oggetto, che poi è riapparso, si è prodotto. È dunque segno di aggressività, che interessa il significato spesso simbolico dell’oggetto cancellato. Indica inoltre incertezza, insoddisfazione nei confronti di se stesso, della propria autoimmagine, che sente di dover occultare o presentare in maniera diversa.
- Il dettaglio: ci si riferisce ad un particolare non necessario per individuare un oggetto disegnato. Il disegno spoglio, privo di dettagli, è tipico di un bambino che non si esprime, che non fornisce i dettagli della sua vita psichica forse perché povero di energia mentale o forse perché depresso. L’abbondanza di dettagli invece fa supporre una ossessività compulsava, un soggetto che vuole far apparire più di quanto è, fortemente controllato fino alla rigidità. I dettagli adeguati sono la manifestazione di una certa ricchezza interiore che il bambino esprime con equilibrio.