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Le allergie alimentari sono condizioni croniche che implicano importanti cambiamenti nello stile di vita, tra cui l'evitamento di tutti i cibi contenenti gli allergeni e, in generale, un costante controllo di tutti gli alimenti consumati. Tali condizioni possono essere difficili da affrontare e influenzare negativamente la qualità della vita. Oltre alle conseguenze fisiche delle reazioni allergiche, infatti, tali allergie possono avere anche effetti sulla sfera sociale ed emotiva. Tra questi, la costante vigilanza sulla scelta degli alimenti può portare a un aumento dell'ansia, che spesso finisce per coinvolgere anche altri aspetti del comportamento alimentare e rendere difficili i momenti dei pasti. Questo è tanto più vero quanto è più precoce l'età di insorgenza delle allergie, in quanto fin da piccoli i bambini imparano ad arricchire l'esperienza del nutrimento con significati più ampi, rendendola strettamente legata ad aspetti quali l'autostima, la percezione di sicurezza, le relazioni con gli altri; elementi che sono sovente centrali anche nella genesi dei DNA ("Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione").
Inoltre, molto spesso, le modalità di gestione di tali allergie comprendono diete e modelli alimentari restrittivi, elementi associati a una maggiore incidenza di disturbi alimentari, tra cui l'anoressia nervosa e la bulimia nervosa.
La propria immagine corporea... e i rischi alimentari
L'età evolutiva è anche il periodo in cui ha inizio la costruzione della propria immagine corporea, una cui alterazione è spesso rintracciabile nello sviluppo dei DNA. È stato ipotizzato che le allergie alimentari possano influenzare questo processo nei soggetti allergici in età evolutiva, attraverso elementi quali la sensazione di "difetto" e diversità rispetto ai coetanei e l'integrazione della condizione cronica come parte stabile della propria identità, che potrebbero forse contribuire alla costruzione di un'immagine corporea connotata negativamente. Tuttavia, il legame tra questi due fattori non è stato ancora dimostrato quantitativamente in letteratura, ed è proprio con questo fine che l'Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus sta attualmente conducendo uno studio che coinvolge soggetti allergici in età evolutiva e i loro genitori.
Le allergie alimentari sono un fattore di rischio
Alla luce di ciò risulta come le allergie alimentari possano costituire un fattore di rischio per lo sviluppo di un DNA: elementi propri delle allergie alimentari, come per esempio la sensazione di pericolo percepita in relazione a determinati alimenti, possono far emergere sintomi legati a un disturbo alimentare così come ostacolarne il processo di guarigione.
La correlazione tra allergie alimentari e DNA potrebbe essere però anche inversa: può avvenire infatti che un'allergia venga utilizzata o addirittura autodiagnosticata da chi già soffre di un disturbo alimentare per giustificare abitudini estreme come l'evitamento di interi gruppi di alimenti e l'astenersi dal mangiare davanti ad altre persone (il timore del giudizio altrui o la paura di perdere il controllo davanti al cibo in contesti pubblici, infatti, possono portare chi soffre di un DNA a isolarsi, specialmente nei momenti dei pasti).
In conclusione, la relazione tra allergie alimentari e disturbi alimentari è complessa: non tutte le persone che soffrono di allergie alimentari soffrono di DNA, anche se è evidente l'esistenza di un forte legame tra le due condizioni. Per questo è importante che fin da piccoli i bambini allergici imparino a gestire in modo funzionale i vincoli alimentari loro imposti, senza che questi portino a sensazioni di impotenza, inadeguatezza e angoscia nei confronti del cibo e di tutto ciò che questo rappresenta in età evolutiva.
Che cosa possono fare i genitori?
I genitori hanno un ruolo importante in questo processo: sarebbe bene che essi, benché sempre vigili e attenti ad evitare reazioni allergiche, aiutassero i figli a seguire diete adatte all'interno di un ambiente controllato ma sereno, rappresentando per loro una fonte di sicurezza e protezione. In questo modo si potrà aiutare i bambini a imparare che è possibile, nonostante la propria allergia, vivere il rapporto con il cibo in modo naturale e i momenti dei pasti serenamente, senza ansia e preoccupazioni.
Un rapporto sereno con il cibo, infatti, costituisce un fattore di protezione rispetto al rischio di sviluppare un disturbo alimentare.