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Il Coronavirus e i disordini alimentari nell'infanzia
Il momento storico che stiamo vivendo è delicato e unico nel suo genere. Tale condizione ha sorpreso e ha segnato le vite di ognuno di noi, come una scia ha lasciato le sue tracce, spesso ritrovabili nel disagio espresso da bambini e adolescenti che, oggi, prende sovente la forma di un disordine alimentare.
La Dottoressa Pamela Pace, psicoanalista e Presidente dell'Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus, mette in luce che le relazioni tra pandemia e difficoltà alimentari non vanno però intese come rapporti lineari di causa-effetto e, soprattutto, che non bisogna colpevolizzare i genitori, sempre perché non vi è una linearità tra azioni, scelte genitoriali e risvolti di disagio visibili nel figlio.
Il disagio è un messaggio che frequentemente il bambino o l'adolescente inviano in maniera simbolica, cifrata, quasi sotto forma di metafora che implicitamente richiedono di interpretare e riconsegnare a loro dotata di senso, significato e comprensione.
Il delicato compito del caregiver, colei e/o colui che primariamente si occupa del figlio, risiede proprio nel cogliere tale messaggio e attribuirgli un significato profondo, interpretando a cosa esso rimandi: un compito sicuramente non facile e che talvolta può avvalersi dell'aiuto di professionisti che operano nel campo dell'infanzia.
La nutrizione è un gesto che riempie il cuore
Pensando ai caregiver, e in particolare alla madre, si può dire che, fin dalla nascita, mamma e bambino vivano dentro una culla di dipendenza fondamentale per entrambi. Tale relazione si costruisce nello specifico durante la fase dell'allattamento – indipendentemente se al seno o al biberon –, che rappresenta un gioco di sguardi, di scambi d'affetto che in prima battuta soddisfa il bisogno nutritivo del neonato. La nutrizione infatti è, a sua volta, un gesto che "riempie" lo stomaco del bambino, ma anche il suo cuore, rispondendo alla domanda d'amore che il piccolo, inconsciamente, pone e si pone: "Sono solo un tubo digerente da riempire per te, o un oggetto degno d'amore?".
Per tali ragioni, il piano affettivo-relazionale e il piano nutritivo si intersecano, si fondono e, a volte, si confondono fin da età precoce.
È proprio nella condivisone di sguardi durante l'allattamento che il bambino trova risposta a quella domanda d'amore che lo ritrae tra le braccia, nel cuore e nella mente del caregiver. Non a caso, le difficoltà alimentari che si presentano nelle diverse fasce d'età, spesso, riflettono il fisiologico bisogno di comprendere meglio il significato di quello sguardo altrui, interrogandolo e catturandolo, serrando la bocca o aprendola incontrollatamente.
La nutrizione è fiducia nel mondo esterno
La nutrizione, poi, è anche fiducia nel mondo esterno: il soggetto che accoglie il cibo si fida dell'ambiente di vita circostante, fatto di persone e luoghi fisici, come la casa e la scuola. A tal proposito, la pandemia ha comportato numerosi cambiamenti che hanno imposto il fatto di restare tra le mura domestiche e interrogato i più giovani sulla sicurezza del mondo fuori.
Se il compito evolutivo del bambino e dell'adolescente si esprime, seppur in modalità differenti, nell'acquisizione di proprie autonomie, per via della situazione sanitaria si è dovuto spesso fare i conti con un ritorno esclusivo nella nicchia familiare, fonte di protezione e certezze. Tale condizione, benché sia stata anche una risorsa, ha condotto ad un possibile rischio di regressione a fasi evolutive precedenti (come, ad esempio, il dormire nel lettone, o il provare grande difficoltà nel distacco dalle figure di riferimento) e, in più, a fatiche che si riflettono nel rapporto col cibo come forme di consolazione, di nutrimento affettivo e compensatorie.
Importanza del dialogo, dello sguardo e dell'ascolto dei bambini
In generale, e in particolare nell'ambito dell'alimentazione, è bene tenere presente che insistere con i figli tende a promuovere e a portare alla resistenza: per questo la delicata situazione attuale può aiutare i genitori, ma non solo, a riconoscere l'importanza del dialogo, dello sguardo e dell'ascolto attento dei vissuti anche dei bambini molto piccoli.
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