A che servono le favole
La paura è una delle prime emozioni negative dei bambini, forse la primissima. La paura comincia a sopraggiungere e manifestarsi già a pochi mesi di vita, quando si ha paura degli estranei e del buio: appartengono agli step standard della crescita e sono quelle contro le quali noi mamme non possiamo fare nulla per difendere i nostri cuccioli.
E allora ecco a cosa servono le favole.
Sono proprio le fiabe, con i loro eroi buoni e cattivi, ad aiutare il bambino sin dai primi mesi di vita ad elaborare e dare un senso alle loro paure.
Le paure più comuni dei bambini sono soprattutto quella dell'estraneo e quella del buio.
Intorno ai 7-8 mesi di vita il bambino comincia a riconoscersi come figura a sé rispetto alla mamma e, risentendo di questo distacco, accoglie con urla disperate chiunque gli si avvicini e che non appartenga alla stretta cerchia delle sue conoscenze. La paura degli estranei viene definita indispensabile dagli psicologi in quanto strettamente connessa alla presa di coscienza di sé.
Quella nei confronti del buio è, fino ad una certa età, una paura innata ed irrazionale. Dopo l'anno di vita il bambino comincia a fare le prime associazioni che possono essere riassunte in notte = sonno = distacco. Entra in gioco l'idea dell'abbandono che gli esperti suggeriscono di far superare con l'aiuto di un oggetto transizionale che “tradizionalmente” è un peluche o una copertina.
Poi, con la crescita e l'interazione con l'ambiente esterno e gli stimoli che provengono dai libri letti dalla mamma e dai cartoni aniamti visti in televisione o in dvd, il bambino comincia ad entrare in contatto con creature misteriose e un po' paurose, che però possono svolgere un'importante azione costruttiva per il piccolo.
Anche all'interno dei cartoni animati e delle favole più famose e tramandate di generazione in generazione il bambino si imbatte in personaggi paurosi quali orchi, streghe e mele avvelenate.
Questi stessi elementi possono essere utilizzati per aiutare a superare la paura: ogni cartone ha sempre un personaggio buono che, se anche fisicamente meno forte, sa trovare i mezzi per vincere contro il male. Il bambino impara così a capire quali sono le cose da temere e quali no, distinguendo il pericolo reale da quello del mondo delle fiabe, il buono dal cattivo.
Anche le leggende metropolitane, tramandate di generazione in generazione, possono essere facilmente spiegate ai bambini e capovolte, per svelare il loro vero significato culturale.