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I 9 mesi di vita del neonato: l'inizio di una nuova vita

di Dott.ssa Elena Bernabè - 18.12.2017 Scrivici

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Fonte: iStock
Come affrontare i 9 mesi del neonato? La psicologa ci spiega perché questa tappa è così importante nella crescita del bambino

I 9 mesi del neonato

I 9 mesi di vita del neonato sono un traguardo importante, aprono la strada al mondo, segnano il passaggio dall'esperienza intrauterina e neonatale a quella infantile di gioco, scoperta e comunicazione. Nella pancia della mamma, infatti, il bambino ha vissuto 9 mesi in un mondo completamente diverso da quello esterno (questo periodo viene chiamato endogestazione, gestazione prima della nascita) e una volta nato gli servono altri 9 mesi per abbandonare quel mondo protetto, ovattato e sicuro (esogestazione, gestazione dopo la nascita).

I 9 mesi esterni rappresentano un periodo molto intenso: per il bambino che con fatica, pazienza e calma deve pian piano abituarsi al mondo esterno ma anche per i genitori che devono accogliere il nuovo nato stravolgendo le loro vite sia di giorno che di notte, devono donare il loro tempo, le loro energie e soprattutto il loro corpo al piccolo d'uomo.

Il neonato nasce affamato di contatto. La sua pelle, delicatissima, ha fame di carezze, dolci, lievi, leggere. Come brezza di primavera. Il suo corpo tenero, nuovo appena dischiuso come un bocciolo ha bisogno di essere toccato, massaggiato, sostenuto, cullato. Questo è il vero nutrimento per un bambino che si affaccia alla vita, ancora più essenziale del cibo: il digiuno di latte è sopportabile, non quello di contatto. (“Sono qui con te” Elena Balsamo)

Quando il piccolo d'uomo raggiunge il traguardo dei 9 mesi avviene uno scatto di crescita meraviglioso: il suo corpo e la sua mente sono pronti per staccarsi un pochino dalla figura materna e il bimbo va pian piano ad esplorare il mondo. Un mondo che fino ad allora aveva solo udito, sfiorato, percepito ma mai sperimentato in autonomia.

Inizia così a gattonare, ad alzarsi in piedi, a vivere il movimento in prima persona: una conquista che lo rende fiero ma che come tutte le grandi conquiste, lo spaventa anche.

I 9 mesi sono un periodo di passaggio importante: non più dentro la pancia, non più fuori completamente dipendente dalle figure genitoriali ma il primo vero momento di sperimentazione del proprio Io e delle proprie capacità motorie. Ecco perchè è normale intorno ai 9 mesi una piccola crisi a livello corporeo o mentale: il bambino può apparire più nervoso, può dormire di meno, possono insorgere vari fastidi fisici.

Per lui è come vivere una seconda rinascita dove tutto cambia, tutto è diverso, tutto viene vissuto con una prospettiva nuova. Il piccolo d'uomo a 9 mesi passa dall'essere neonato al divenire bambino. Una tappa che va compresa, sostenuta e anche festeggiata! Se il vostro bimbo giunge a questa tappa di crescita ed inizia ad avere qualche disturbo fisico come dermatiti o febbri insolite oppure manifesta un disagio come pianti inusuali, ricerca maggiore delle figure di accudimento o nervosismo, probabilmente è perchè il vostro piccolo sta reagendo a questa sua nuova tappa di crescita e sta cercando di adattarsi a questo incredibile cambiamento.

Per lui inizia una vita nuova fatta di giochi, di risate, di passi, di volontà, di curiosità e altre mille sfacettature che prima poteva solo minimamente comprendere. Si è tuffato nel mondo con tutto se stesso e anche se mamma e papà sono ancora ben presenti a rassicurarlo e a proteggerlo d'ora in poi si sentirà ogni giorno più sicuro di andare da solo ad esplorare cos'è la vita.

A 9 mesi il suo sguardo è più presente, comunica con gli occhi ma anche con la voce, inizia ad abbandonare pian piano le sue sembianze fisiche da neonato, i genitori cominciano a percepire i suoi tratti caratteriali, spuntano i primi dentini, ha iniziato orami da un po' a mangiare cibo diverso dal latte neonatale: vi è una vera e propria esplosione di crescita! Ed è proprio questa esplosione di crescita che può destabilizzarlo, creargli insicurezza: proprio per questo possiamo anche assistere in questo periodo a regressioni naturali come il voler stare più in braccio oppure il bisogno di dormire a contatto con la mamma.

Questi piccoli e sani passi indietro in realtà devono essere considerati come un modo del bambino di richiedere sicurezza, un modo per ricaricarsi di vitalità prima di fare ulteriori passi in avanti. Non vanno assolutamente repressi ma compresi e accolti. Solo così è possibile gettare le basi per un sano distacco e per la formazione di una bellissima e fiera indipendenza. Se il vostro bimbo vi chiede più poppate, se si sveglia maggiormente di notte, se mangia di meno e rifiuta i cibi che prima mangiava, accogliete le sue richieste con cura e amore senza preoccupazioni o timori di alcun tipo.

Pensate solamente che è giunta una fase importante, faticosa di certo ma che è necessaria per la sua crescita, per la sua entrata nel mondo e ponetevi in atteggiamento di ascolto attento, di osservazione consapevole ma anche di curiosità riguardo a ciò che succederà dopo questa fase, a come reagirà a questo primo importante distacco da voi, a chi diventerà!

I primi nove mesi di vita sono un continuato dei primi nove mesi della pancia e ad un certo punto di questo cammino il bambino esce da questo periodo ovattato. Siate pronti ad accompagnarlo in questa sua fondamentale tappa, anche se vi mette a dura prova perchè la stanchezza per i genitori in questi scatti di crescita si moltiplica sia fisicamente che mentalmente. Non dovete far altro che esserne consapevoli e vivere la vostra stanchezza non facendovi però travolgere da essa: ora più che mai abbiate fiducia in lui e nelle sue richieste e vedrete che passata questa fase il suo sorriso fiero e sicuro e il suo entusiasmo nell'esplorare il mondo vi ricompenseranno!

Fare il genitore è come scalare l’Everest. Anime coraggiose ci provano perché hanno saputo che sarà un’impresa incredibile. Ci provano perché credono che arrivare alla vetta, o anche solo provarci, è un risultato enorme.

Ci provano perché durante la scalata, se riescono a prendersi un attimo di pausa, a distrarsi dalla fatica e alzare lo sguardo, godono di una vista mozzafiato. Ci provano perché, anche se è così dura, ci sono momenti che valgono la pena. Sono istanti talmente intensi e unici che molti, quando arrivano alla vetta, cominciano quasi subito a progettare una nuova scalata (Claudio Rossi Marcelli)

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