ASSENZA DEI GENITORI PER LAVORO -
Daniela Poggi, autrice del blog "La scuola in soffitta" ci scrive una riflessione molto interessante sull'assenza dei genitori nel ruolo complesso e delicato dell'
educazione dei propri figli.
Dal momento in cui diventi madre o sai che stai aspettando un bambino, inizi a leggere una gran quantità di libri in cui ti viene spiegato che
le
sono importanti,
che i capricci vanno dominati, che ci sono dei rituali da insegnare come quello per andare a letto da soli o mangiare tutto ciò che c’è nel piatto.
Appena i bambini arrivano a questi traguardi e ti mettono alla prova, capisci subito che tra la i consigli del libro e la realtà c’è un bel salto:
non è così facile educare bene un bambino,
soprattutto se hai poco tempo,
lavori fuori casa e fai fatica a mantenere la tua vita sociale.
Molte strutture che offrono servizi alle famiglie si sono adeguate offrendo orari più flessibili, copertura di ogni necessità del genitore, ma non rischiano di sostituirlo completamente?
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Oggi si trovano
asili serali
in cui lasciare i bambini per impegni di lavoro dei genitori, magari per chi ha un contratto con turni, baby parking aperti anche nel week-end in cui si organizzano feste e
pigiama party
strepitosi per non fare notare l’
assenza dei genitori.
La figura della
,
scelta tra le figlie dei conoscenti, sembra passata di moda. E’ la sfiducia sulle competenze di una persona non preparata, o forse quel senso di colpa del genitore assente che dovendo scegliere fa preferire il servizio più “al top” per i propri figli.
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La fiducia nelle competenze delle strutture organizzate è tale da risultare quasi una scelta che il genitore sostituisce a se stesso nella convinzione che siano più bravi. L’
asilo serale
si sostituisce al momento a tavola in cui la famiglia può dedicarsi all’ascolto e al dialogo, ma durante il quale può nascere anche qualche conflitto per
o stare seduti composti. Il dubbio viene quando si legge nell’offerta di servizi di un asilo il titolo del programma “Ci pensiamo noi a fargli mangiare le verdure”.
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Questi genitori assenti per lavoro o per divertimenti sono consapevoli di essere sostituiti nel loro ruolo educativo? Sembra di no, perché il servizio per cui si paga deve rendere i soldi spesi. Incontro una educatrice che lavora in un centro di
co-working
in cui il professionista che usufruisce dello spazio di lavoro può fare affidamento al
servizio di baby-sitting
dei bambini offerto dal centro. “Le madri sono professioniste senza orari, ma non ne hanno mai dati nemmeno ai figli. Portano i bambini alle tre del pomeriggio e non hanno ancora pranzato. Abbiamo cercato di abbinare incontri sull’educazione per sensibilizzare i genitori ma non partecipano.” Se già hanno problemi di tempo, iscriversi a un incontro formativo è l’ennesimo problema, ma rischia di diventare un atteggiamento che si trascina negli anni. “Ho lavorato come insegnante per trent’anni – mi racconta una conoscente – ma negli ultimi anni mi sentivo la governante di quei ragazzi non la maestra, dovevo sostituire i genitori anche nelle piccole cose.”
Il tempo è sempre poco, ma anche dopo aver costretto un genitore a mille escamotage negli anni rischia di diventare il suo giudice:
quando questi bambini saranno grandi che rapporto avranno con i loro genitori?
Voi cosa ne pensate?
a cura di Daniela Poggi