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Figli nati da differenti unioni

di Emmanuella Ameruoso - 28.01.2016 Scrivici

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Fonte: Shutterstock
La separazione e il conseguente divorzio possono comportare problematiche affettive o comportamentali tra i bambini. Ce ne parla la nostra psicologa che risponde alla lettera di una pianetina preoccupata

Problemi con figli di padri diversi

Sul forum di Pianeta Mamma arrivano diverse richieste di aiuto da parte delle pianetine alla nostra psicologa. La lettera di oggi affronta il tema delle problematiche comportamentali che possono insorgere nei figli nati da differenti unioni.

Sono la mamma di due bimbe una di 7 anni e mezzo e una di 2 anni ma il problema è che io sono separata e le bimbe sono figlie di padri diversi, la più grande però a volte è come se non volesse stare a casa con me e ha dei comportamenti non belli nei confronti della sorellina, però in cambio le piace molto cercare le carezze del mio compagno, mentre le mie di carezze no. A volte non mi sta a sentire io la richiamo e lei mi ride in fascia, ultimamente è diventata molto paurosa e insicura. Non so che fare, un consiglio grazie.

La separazione e il conseguente divorzio non sono mai facili da superare sia per gli adulti e sia per i bambini. Il distacco riguarda tutti i membri della famiglia e i legami recisi comportano inevitabilmente delle problematiche affettive e/o comportamentali se non compresi in tempo. Capita anche che quando la coppia si divide, i coniugi ricostituiscano un nuovo nucleo familiare mettendo al mondo altri figli. Così i fratellini si ritrovano ad avere la stessa mamma ma un padre diverso. Sono figli nati da differenti unioni. La posizione del primogenito non è quindi semplice poiché, dopo aver subìto una separazione, affronta la nascita di nuovo fratellino e la gelosia si manifesta nei suoi confronti come anche nei confronti del genitore del sesso opposto.

Il genitore affidatario, quindi, diviene portatore di responsabilità attribuitegli dal bambino sul piano affettivo e, in conseguenza delle quali, possono nascere delle richieste di considerazioni nei suoi confronti che, non essendo comprese o riconosciute, vengono gestite in malo modo.

Tali proteste emergono per ricercare attenzione e soddisfare il bisogno di non sentirsi “escluso” e continuare a mantenere la posizione di “privilegiato” come avveniva nella situazione precedente. Nella famiglia ricostituita si evidenziano delle differenze tra il genitore che convive con i figli e quello non convivente e tra figli nati da precedenti relazioni e quelli nati dalla nuova. Mentre nel primo legame i genitori crescono con i figli, nella seconda la relazione tra genitori acquisiti e figli nasce e si sviluppa contemporaneamente a quella dei partner.

C’è sempre però un dato molto significativo e cioè che il legame tra consanguinei è molto più forte e complesso di quello col genitore acquisito. Ma non sempre è una regola. Può capitare, infatti, che emergano nel corso della convivenza e dell’evoluzione della famiglia dei conflitti e delle incomprensioni che vengono gestiti e capiti con fatica. I bambini vivono diversamente dai genitori la situazione e manifestano in maniera dissimile la propria difficoltà ad adattarsi alla nuova realtà. A seconda dell’età si rivelano delle problematicità quali i disturbi del sonno, l’enuresi notturna, elementi di conflittualità con il genitore o con i fratelli. È difficile in questi casi trovare e mantenere un equilibrio idoneo per tutti. Può succedere che i figli avvertano la mancanza del padre biologico, per esempio, riversando attenzioni e gelosie nei confronti del genitore acquisito, manifestando comportamenti aggressivi o di rifiuto/allontanamento nei confronti del genitore biologico o del fratellino. È importante quindi comprendere quale sia la fonte di questi malesseri.

Nel caso specifico è bene riavvicinare in maniera più diretta il bambino al genitore non convivente o ristabilire una relazione maggiormente comunicativa sul piano relazionale e affettivo con il genitore convivente. Domandare esplicitamente cosa lo turba e cosa vuole ottenere con il suo comportamento e, nello specifico, cosa lo fa soffrire. È chiaro che il bambino sta cercando di comunicare qualcosa, ma la funzione educativa è riferita prevalentemente ai genitori biologici, per cui è bene in queste circostanze ridefinire i ruoli di tutti i componenti rispettandoli.

Ristabilire la coesione o il senso di unità è importante inoltre per fornire una maggiore sicurezza e stabilità ai bambini che hanno visto disgregarsi qualcosa che fino ad allora appariva come un punto fermo e di riferimento all’interno della loro vita: il legame genitoriale. La coesione permette di riconoscere in maniera chiara ed evidente la propria posizione nel nucleo familiare, stabilisce dei rapporti cordiali tra i vari genitori (ex e attuali), consente di vivere in un clima abitativo confortevole sia per gli adulti e sia per i bambini. Sentirsi in colpa o soddisfare tutte le richieste dei piccoli non fa altro che rinforzare un comportamento di cui non si conosce l’origine.

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