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E' giusto iperstimolare i bambini ?

di Emmanuella Ameruoso - 03.05.2016 Scrivici

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Fa male stimolare troppo i bambini? La psicologa ci spiega quali sono le conseguenze a livello comportamentale se i piccoli vengono bombardati da mille incitamenti e coinvolti in molte attività extrascolastiche

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Fa male stimolare troppo i bambini?

È convinzione comune che i bambini debbano fare mille cose. Doposcuola, nuoto, musica, yoga...ma è giusto stimolarli troppo? Sin dalla scuola materna i piccoli vengono bombardati da mille incitamenti, coinvolti in attività extrascolastiche, inseriti in contesti ludici, gite, pigiama party. Alle scuole elementari la cosa non cambia, anzi! Aumentano le lingue da apprendere, le materie, le attività...così è sempre più facile che possano essere soggetti a disturbi di ogni genere.

Tutto questo per favorire lo sviluppo dell’intelligenza, per renderli più competitivi e ricettivi rispetto alle richieste della società moderna. In tal modo loro imparano a rispondere ai problemi futuri. Ma non è sempre così. La necessità di riempire il tempo dei bambini a volte si dimostra deleteria per via del fatto che viene trascurata la necessità degli stessi di restare anche ‘senza far niente’, di rilassarsi. Anzi, dovrebbe essere una buona abitudine quella di lasciarli liberi di scegliere come occupare il proprio tempo, ma anche di utilizzare il proprio pensiero fantasticando.

Quali conseguenze?

A lungo andare, se iperstimolati, i piccoli possono presentare delle alterazioni comportamentali, ammalarsi spesso o somatizzare. L’ansia generalizzata e il nervosismo sono i primi a manifestarsi. Spesso di notte non riescono a dormire, diventano ipercinetici, irrequieti poiché in quei frangenti sono privi di stimoli e comunque l’attività cerebrale continua a manifestare la sua condizione di stimolazione-dipendenza. Di contro anche la prestazione diviene un problema, e, se correlata all’ansia già in tenera età, le sue performance future potrebbero risentirne.

Crescendo gli effetti non tarderanno a manifestarsi e il soggetto sarà orientato a dover soddisfare una richiesta pressante che non è in grado di rifiutare: essere il migliore! Un altro elemento si inserisce in tale situazione fornito dalla tecnologia: l’uso di pc, tablet e telefonini si aggiungono a ciò che un bimbo già assimila nell’arco della giornata.

È quindi continuamente sotto stress. Tutto questo per soddisfare esigenze genitoriali o dell’adulto in merito all’esaltazione del proprio figlio-prodigio.

Sta di fatto che il cervello non è in grado di memorizzare tutte le informazioni, ma ne seleziona gran parte.

Il nostro cervello non può processare qualsiasi genere di informazione, ma è in grado di gestire attraverso capacità geneticamente programmate, solo determinati tipi di informazione, che vengono elaborate secondo modalità specifiche. (Siegel, 2001).

Durante il primo periodo di formazione delle connessioni neuronali, il cervello è plastico ma esiste comunque una stretta relazione tra l’apprendimento e l’esperienza soggettiva. Infatti, se la stimolazione è eccessiva il bambino non sarà in grado di elaborare correttamente la sollecitazione, venendo investito invece da un contenuto ansiogeno. Tutto, quindi, dovrebbe avvenire in maniera moderata e in base alle inclinazioni specifiche del soggetto stesso. Sarebbe opportuno domandare direttamente a loro quali siano le preferenze in merito a ciò che vogliono fare.

I bambini hanno, quindi, anche bisogno di calma, di tranquillità e riflessione. Ciò che stimola maggiormente la loro attenzione è il rilassamento. Tante tecniche posso essere prese in considerazione per agevolarli nella loro prestazione. Il Training Autogeno, la meditazione, lo yoga stimolano la concentrazione, favoriscono la calma e l’autoefficacia alleggerendo il bambino da tutte le tensioni e permettendogli di affrontare le situazioni stressanti con maggiore impegno attingendo dalle proprie riserve interiori.

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