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Come essere guida per i figli e non dei comandanti
Ammettiamolo, chi non vorrebbe avere la strada spianata con la direzione giusta da prendere, senza ostacoli, problemi e complicazioni?
Se guardiamo indietro ogni momento della nostra vita ha avuto tanti sassolini durante il proprio percorso, alcuni grandi altri più piccoli, ed è giusto che sia così. Sarebbe impossibile, infatti, nascere e morire senza inciampare in qualche difficoltà. Ma sarebbe peggio camminare senza qualcuno che ci dica e, soprattutto, ci faccia ragionare su cosa sia giusto e cosa sbagliato.
Pare però che i moderni genitori, non tutti sia chiaro, siano convinti che per il bene dei propri figli sia meglio decidere per loro il percorso da intraprendere. Esempi di questo genere sono all'ordine del giorno. Basta dare un'occhiata sulla scelta della scuola, sulle amicizie da frequentare, sulle attività extrascolastiche per non parlare poi di quell'invadenza spesso esagerata che mostrano nei confronti del rapporto insegnante-alunno. Anche la più piccola decisione viene presa dal genitore di turno che si sente in dovere in quanto genitore di saperne di più del proprio figlio su cosa avviene tra le mura scolastiche ed è stato stabilito insieme al docente.
Diciamo che le cose non stanno proprio così. Quello che si vuole suggerire in questo articolo è che va bene, anzi benissimo, interessarsi della vita del proprio figlio o figlia, ma bisognerebbe farlo in maniera discreta prendendo decisioni insieme, dando dei consigli, facendoli sbagliare.
Solo attraverso l'errore, infatti, si può migliorare e capire la decisione corretta da intraprendere.
Qui comando io!
Una frase che in molte famiglie con bambini e adolescenti è quasi ripetuta un giorno sì e l'altro pure. Il genitore che fa valere il diritto della sua "superiorità" e si sente in dovere di prendere ogni tipo di decisione e stabilire cosa può o non può fare il figlio per quanto riguarda scelte importanti che andranno a urtarsi con il suo modo di vivere la fanciullezza o l'adolescenza.
Una frase molte volte pronunciata quando è la rabbia a parlare, in momenti accesi e di grande discussione che spesso chiude le porte al dialogo e al confronto lasciando il figlio con l'amaro in bocca senza poter replicare ed esprimere le proprie emozioni e ragioni.
Una frase fortemente sentita dall'adulto dimenticando che bambini e adolescenti lo sono stati anche loro e che forse gli stessi genitori hanno pronunciato. Un ciclo che tristemente si ripete di generazione in generazione. Sarebbe forse il caso di rompere questa tradizione e imparare ad essere Genitori intesi come guide e punti di riferimento stabili e duraturi per i propri figli.
Sappiamo bene che nessuno ha la formula del genitore perfetto, per fortuna mi verrebbe da dire!
Vivere la genitorialità significa crescere insieme ai figli, imparando dagli errori di tutti per migliorarsi a vicenda.
Ma quindi come si educano i figli?
E chi lo sa! Alt, ragioniamoci insieme e domandiamoci: se io fossi un bambino o un adolescente cosa vorrei per me?
Sicuramente la prima risposta che verrebbe fuori sarebbe: essere felice!
Esatto, è proprio questo quello che desidererebbero tutti i figli del mondo. Non stiamo parlando della famiglia tutta sorrisi e baci che le pubblicità propongono, ma di un normalissimo nucleo familiare con i suoi alti e bassi. L'importante è che ognuno sappia perfettamente quale sia il suo ruolo all'interno.
Gli adulti dovrebbero capire che frasi del tipo "comando io" non devono esistere perché non comandano un bel niente! Qualsiasi tipo sia la decisione da prendere nulla dev'essere imposto perché daremmo un modello educativo sicuramente sbagliato e i figli a loro volta userebbero la stessa espressione e il modo di fare una volta che diventeranno genitori.
Padri e madri devono essere, invece, delle guide che dispenseranno consigli perché la loro esperienza li porterà a dare, si spera, suggerimenti corretti, ma che saranno lì presenti nel momento in cui i figli cadranno e sbaglieranno, senza ovviamente lasciarsi sfuggire "te l'avevo detto!", altrimenti stiamo punto e a capo.
Altro elemento fondamentale che riguarda l'educazione della prole è l'esempio. Non è concepibile rimproverare un figlio se alza le mani ad un compagno se voi stessi utilizzate questo primitivo metodo educativo con Giovannino.
Siate un modello positivo per i vostri figli che di negatività il mondo ne è pieno!
Siate quel punto di riferimento che porteranno con sé anche quando lo studio o il lavoro li manderà dall'altra parte del mondo.
Siate quel pensiero rassicurante che li accompagnerà per tutta la giornata e non li farà sentire soli.
Siate quel sorriso che li farà addormentare serenamente la notte.