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La logopedista ci spiega cos'è il disturbo di comunicazione sociale

di Ilaria Fassetti - 22.01.2019 Scrivici

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Disturbo di comunicazione sociale, la logopedista ci spiega di cosa si tratta e come intervenire

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Disturbo di comunicazione sociale

Il linguaggio pragmatico si riferisce alle abilità linguistiche sociali che usiamo nelle nostre interazioni quotidiane con gli altri, questo include quello che diciamo, come lo diciamo, la nostra comunicazione non verbale (contatto visivo, espressioni facciali, linguaggio del corpo ecc.) e quanto appropriate sono le nostre interazioni in una determinata situazione.

La pragmatica è, infatti, l'area della funzione linguistica che abbraccia l'uso del linguaggio in contesti sociali (saper cosa dire, come dirlo, e quando dirlo) e come "essere" con altre persone.

Le abilità pragmatiche sono essenziali per comunicare i nostri pensieri, idee e sentimenti personali. I bambini con difficoltà in quest'area spesso interpretano erroneamente l'intento comunicativo di altre persone e quindi hanno difficoltà a rispondere in modo appropriato sia verbalmente che non verbalmente.
Quali sono in pratica quindi le abilità pragmatiche? Eccone alcuni esempi:

  • abilità di conversazione
  • chiedere, dare e rispondere alle informazioni
  • tenere il contatto oculare
  • regolare il linguaggio in base alla situazione o persona
  • introdurre o mantenere un argomento di conversazione
  • fornire contributi pertinenti a un argomento
  • fare domande adeguate alla situazione
  • evitare ripetizioni o informazioni irrilevanti
  • usare la lingua in un determinato gruppo di pari
  • utilizzare l’ironia
  • offrire / rispondere alle espressioni di affetto in modo appropriato
  • espressioni facciali
  • utilizzare strategie appropriate per attirare l'attenzione e interrompere (anche a livello non verbale)
  • linguaggio del corpo
  • intonazione della voce
  • spazio personale

Avere un figlio con problemi della pragmatica

Esistono regole "tipiche" che regolano la comunicazione sociale, come i saluti, il contatto visivo, la conversazione, l'argomento, la lettura del linguaggio del corpo, ecc.. Sono regole complesse che solitamente vengono apprese in maniera implicita, per imitazione, solo alcune di esse e solo alcune volte vengono spiegate.

Un bambino può avere difficoltà rilevanti con alcune componenti del linguaggio pragmatico ed in particolare i bambini con disturbo dello spettro autistico possono avere difficoltà con molte di queste abilità a causa del loro deficit con le interazioni sociali.

Capita anche frequentemente a bambini con sordità profonda di avere difficoltà in quest’ambito (soprattutto se non viene effettuato un trattamento precoce).
Molto spesso, però, anche i bambini con disturbo del linguaggio non attribuibile a cause specifiche, presentano difficoltà a dimostrare appropriate capacità pragmatiche.

Fornire dei buoni modelli da imitare può aiutare questi bambini ma, soprattutto, è importante non dare messaggi contrastanti, ad esempio se la regola che il bambino non assimila è che quando non gli piace una cosa deve rifiutare con gentilezza e ringraziare, il genitore dovrà essere il primo ad utilizzare questa modalità. I genitori che scarsamente utilizzano adeguate abilità pragmatiche forniscono meno possibilità al bambino di assimilarle. Spesso, secondo la mia esperienza, disordini della pragmatica sono riscontrabili maggiormente in bambini che sono figli unici e frequentano poco gli altri bambini, sono solitamente quei bambini che sono abituati a gestire i giochi, a decidere le regole, a non condividere i giocattoli, a non volere regali da altri e a non prestare i propri bambolotti. Naturalmente non è sempre così e il confronto con i propri pari, quindi ad esempio l’inserimento nella scuola dell’infanzia, ad esempio, o in gruppi di gioco, favorisce poi uno sviluppo spontaneo di tali abilità.

Utilizzare supporti visivi come immagini o simboli è una strategia che può essere utilizzata con questi bambini. Esistono, inoltre, molti libretti e storie da leggere e commentare che possono essere utilizzate per insegnare esplicitamente alcune di queste abilità ai bambini, ne esistono sia per bambini molto piccoli che per bambini più grandi.

Il disturbo della comunicazione sociale e la terapia logopedica

Il disturbo nella competenza pragmatica viene classificato attualmente nei disturbi della comunicazione come Disturbo sociale della comunicazione nel DSM-5 (o deficit semantico-pragmatico nell’ICD-10).

Il logopedista in quanto specialista della comunicazione può aiutare i bambini ad apprendere un comportamento pragmatico appropriato.

Ogni bambino è diverso e quindi gli obiettivi variano da bambino a bambino.

I logopedisti possono concentrarsi sui comportamenti previsti/imprevisti durante l'interazione sociale, pensare a cosa potrebbero pensare gli altri, leggere il linguaggio del corpo, comprendere le emozioni degli altri, stabilire un contatto visivo, rispettare i turni conversazionali, stabile lo spazio personale e molto altro ancora.

L'obiettivo è di mantenere e generalizzare ciò che viene appreso nella stanza della terapia e applicarlo nelle situazioni esterne e nelle interazioni sociali al fine di aiutare i bambini a comunicare in modo più efficace!
Di solito un genitore non si rivolge ad un logopedista per un problema nella pragmatica, ma capita spesso che lo specialista tra le diverse difficoltà di un bambino con problemi del linguaggio specifichi che il bambino non è molto bravo in questo campo e che il suo intervento sarà rivolto soprattutto a potenziare le abilità pragmatiche.

In terapia si lavora spesso in quest’ambito tramite simulazioni di vita vissuta, drammatizzazioni, dialoghi magari effettuando anche terapie di gruppo, giochi che permettono il rispetto del turno, le formule di cortesia, lo studio delle espressioni altrui, la comprensione di vignette umoristiche.

Sebbene la maggior parte delle abilità pragmatiche complesse vengano raggiunte normalmente intorno ai 6-7 anni le prime abilità possono essere conquistate già nei primissimi anni come il mantenimento dell'argomento nella conversazione con adulti, l’adattarsi allo stile discorsivo dell’altro, l’uso delle forme di cortesia, l’acquisizione dei turni di conversazione.

Campanelli d’allarme del Disturbo della comunicazione pragmatica

Risulta in genere complesso riuscire a cogliere i segnali della presenza di un disturbo della comunicazione pragmatica prima dei 4-5 anni di età, soprattutto se non sono particolarmente evidenti.

I bambini possono avere ampi vocabolari e, tuttavia, non essere in grado di utilizzare funzionalmente il proprio lessico. Il bambino può essere in grado di comunicare efficacemente con una persona o con persone che conosce bene, ma avere difficoltà a comunicare e capire gli altri, specialmente quando si trovano in un contesto di gruppo.

I disturbi del linguaggio pragmatico sono espressi in vari modi. Alcuni sintomi sono:

  • incapacità di adattarsi ai cambiamenti nella direzione o nel tono di una conversazione
  • difficoltà a capire gli altri
  • difficoltà nell'esprimere idee, sentimenti ed esperienze personali;
  • difficoltà nell'iniziare il gioco con i compagni e la tendenza a giocare da solo
  • mostrare confusione quando la conversazione quando si passa da un argomento ad un altro o da una domanda all'altra
  • difficoltà nell'usare il linguaggio per sequenziare gli eventi di una storia: le narrazioni mancano di coesione
  • non capire il passaggio di turno conversazionale o in un gioco
  • difficoltà nel fornire contributi rilevanti alle discussioni in classe
  • linguaggio poco flessibile quando si tenta di personalizzare un messaggio
  • non usare i segnali non verbali in modo appropriato (tende a stare troppo vicino o troppo lontano quando si parla, non tiene il contatto visivo, o sono assenti i gesti
  • percezione di immaturità in relazione ai compagni della stessa età
  • non riuscire a riconoscere i segnali non verbali degli altri, come espressioni facciali, scuotimento della testa e tono della voce
  • capacità limitate di parlare in classe (autocontrollo, rispetto del turno)
  • incertezza su cosa è giusto dire e cosa non dire o su quando parlare e non parlare
  • non capire le barzellette, le esagerazioni; i modi di dire e interpretare spesso le dichiarazioni letteralmente

Data l'importanza della comunicazione pragmatica e le ripercussioni che ha sulla vita sociale dell'individuo, si stanno studiando nuovi modi per valutare il disturbo linguistico pragmatico e per distinguerlo in maniera più chiara da altri tipi di difficoltà linguistiche per poter avviare in maniera più precoce e precisa percorsi terapeutici individualizzati.

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