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Cosa sono i disturbi del linguaggio e come affrontarli

di Eleonora La Monaca - 20.05.2015 Scrivici

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La logopedista ci spiega come riconoscere i disturbi del linguaggio in un bambino, quando preoccuparsi e cosa fare

In questo articolo

Disturbi nel parlare dei bambini

Disturbo del linguaggio è un termine ormai molto conosciuto, così come la figura del logopedista gode di una maggiore fama rispetto anche solo 7-8 anni fa. Il disturbo di linguaggio può esser di vari tipi, ma la prima distinzione che è necessario fare è tra disturbi secondari e disturbi primari.

Disturbi del linguaggio secondari

I disturbi del linguaggio secondari, così come dice la parola stessa, sono conseguenti ad altre condizioni, come per esempio sindromi genetiche, sordità o traumi; in questo caso il disturbo di linguaggio va visto in un’ottica più ampia che prenda in considerazione lo stato di salute generale del bambino e le sue abilità. Sono condizioni in genere note fin dalla nascita e che quindi vengono affrontate molto precocemente.

Disturbi primari del linguaggio

Diverso è l’ambito dei disturbi primari del linguaggio, cioè tutti quei casi in cui un bambino sano e con normale sviluppo psicomotorio, presenta un’alterazione alla sola sfera linguistica. Se il tuo bimbo è sempre stato bene e in salute e con un buon sviluppo generale, probabilmente se parla poco o parla male, rientra nel secondo gruppo.

Come riconoscere il disturbo di linguaggio e cosa fare

Quando il bambino è molto piccolo e non usa ancora le parole è difficile capire se il suo sviluppo linguistico e comunicativo sta procedendo correttamente; se voi, mamma e papà, non vi accorgete di nulla, di certo significa che il bambino sta procedendo bene, risponde ai vostri stimoli (per esempio si gira se li chiamate o da’ l’impressione di seguire bene ciò che gli dite. In alcuni casi, invece, si può avere l’impressione che il bimbo sia un po’ troppo silenzioso, se non addirittura silente.

Ecco i primi due importanti riferimenti:

  • il bambino deve fare la lallazione entro i 12 mesi, se ciò non avviene è probabile che il suo successivo sviluppo linguistico sia lento.
  • a 24 mesi dovrebbe saper dire almeno 50 parole e combinare due paroline insieme (es: mamma- pappa) I bambini che a 24 mesi dicono meno di 50 parole (o ne dicono di più, ma non ne combinano due tra loro) si definiscono late talkers o parlatori tardivi.

Video: Bambini late talker

In questo video la logopedista, Dott.ssa Silvia Mari, ci parla dei bambini late talker, che parlano tardi. Ci spiega quali possono essere le cause, come riconoscere un bambino late talker e come intervenire e stimolare il linguaggio

Parlatori tardivi

I bambini Parlatori Tardivi (PT) rientrano nel gruppo dei disturbi primari del linguaggio, perciò sono bambini intelligenti e con normali abilità motorie e sensoriali. I bambini Parlatori Tardivi possono sviluppare il loro linguaggio in due modi differenti:

  1. Continuare a progredire, seppur lentamente, col linguaggio fino a raggiungere a 36 mesi d’età i livelli minimi (o più) di linguaggio per l’età. Questo gruppo di bambini è definito late bloomers (LB), cioè bambini a che “sbocciano tardivamente”.
  2. Permanere in una condizione di marcato disturbo del linguaggio e quindi essere a 36 mesi bambini con Disturbo Specifico del Linguaggio (DSL).

Come intervenire?

Se il tuo bambino a 24 mesi presenta le caratteristiche di Parlatore Tardivo, non c’è un modo certo di sapere se il suo linguaggio sboccerà tardivamente oppure no. E’ consigliabile, quindi, iniziare un percorso di monitoraggio del linguaggio, cioè delle valutazioni del suo parlato ad intervalli di tempo regolari che ci aiutino a capire se la progressione è buona, seppur lenta, oppure no.

Si inizia subito un trattamento sul linguaggio, in tutti quei casi in cui il bambino non parli affatto (mancato esordio del linguaggio).

A chi rivolgersi?

La prima figura di riferimento per le famiglie è il pediatra il quale potrà richiedere un esame del linguaggio al Servizio Pubblico della tua zona. Il logopedista è il professionista che si occupa delle valutazioni del linguaggio, in equipe con altre figure quali Neuropsichiatra infantile o psicologo clinico o foniatra.

Se i controlli sul linguaggio rilevano una progressione sufficientemente buona, può darsi che il tuo bambino non avrà bisogno di un trattamento logopedico specifico sul linguaggio; molto spesso però si affianca la famiglia con counseling, volto a promuovere in modo positivo il linguaggio ed evitare così modalità scorrette che possono inibire il bambino.

Al contrario, se dopo alcune verifiche, il linguaggio permane lento nel suo sviluppo, è indicato attivare un trattamento specifico sul linguaggio tenuto dal logopedista, ma che coinvolge direttamente anche la famiglia, che durerà finchè il livello linguistico non sarà sufficientemente sviluppato.

Cosa succederà dopo?

Nella stragrande maggioranza dei casi, quando vengono attivati gli interventi descritti sopra, il bambino risolve completamente la sua difficoltà: l’importante è che gli interventi siano precoci e appropriati e svolti da personale abituato a lavorare con bambini di questa età. In alcuni casi, anche se il bambino ha risolto le sue difficoltà, si consiglia di fare una ulteriore verifica nel corso dell’ultimo anno di scuola materna, per accertare che il bambino sia pronto per apprendimenti della letto-scrittura.

Per approfondire e chiedere informazioni

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