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Disturbi alimentari nella prima infanzia: l’esperienza di Pollicino

di Redazione PianetaMamma - 04.01.2023 Scrivici

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Fonte: shutterstock

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L'Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus, fondata nel 2006, ha accolto sino ad oggi oltre mille richieste di aiuto, più del 90% da genitori preoccupati per i propri figli. Con uno sguardo in particolare sull'ultimo periodo, cosa può raccontare l'esperienza raccolta in questi anni?

I dati dell’Osservatorio Pollicino

Il Numero Verde Nazionale dell'Associazione è uno strumento che si inserisce in una cornice di lavoro più ampia, strutturatasi nel tempo al fine di poter tenere vivo lo sguardo: l'Osservatorio Pollicino, un "bacino" di raccolta delle domande di aiuto. Il servizio Numero Verde e l'Osservatorio sono dispositivi che dialogano sia con la sensibilizzazione sia con la clinica, permettendo ai membri dell'équipe dell'Associazione di riflettere e intervenire in ottica preventiva. Inoltre, favoriscono e rendono possibile la collaborazione con altre strutture pubbliche e private che, a diverso titolo, si occupano di infanzia e famiglia.

Durante e dopo la pandemia, le chiamate ricevute al Numero Verde sono aumentate esponenzialmente. Nello specifico, emerge che i disordini del comportamento alimentare sono in costante crescita e che l'età di insorgenza è sempre più bassa. In generale, i disturbi dell'alimentazione possono avere anche un precoce esordio pediatrico.

Il disagio verso il cibo può infatti riguardare bambini molto piccoli, perché l'atto nutritivo rappresenta innanzitutto uno scambio e una prima forma di comunicazione, espressione della relazione affettiva con mamma e papà. I dati, oggi, indicano in termini percentuali che le telefonate sono complessivamente triplicate e, in linea con quanto appena sottolineato, che le richieste di aiuto legate alla prima infanzia (0-6 anni) sono quintuplicate: si osserva, a questo proposito, un utilizzo via via maggiore del cibo e dell'atto alimentare nella fascia 0-3 anni (nelle forme sia della restrizione sia dell'iperfagia e del sovrappeso) come mezzo per esprimere una propria fatica o un malessere.

A partire da questi indicatori, è interessante riflettere brevemente anche sulla distribuzione di genere.

Rispetto alla prima infanzia, infatti, i dati evidenziano che i disturbi alimentari non riguardano solo le femmine, ma anche e in particolare i maschi
(58% tra 0-3 anni; 60% tra 4-6 anni). Tale prevalenza, invece, subisce un ribaltamento con l'entrata nella pubertà che segna sicuramente una maggior presenza di questi disordini nel campo femminile.

Disagi alimentari dell'età pediatrica

Per i genitori, in ogni caso, non è sempre facile riconoscere le difficoltà che incontrano i bambini nell'ambito
dell'alimentazione, a fronte, soprattutto, della loro natura complessa e spesso transitoria. Ecco quali possono
essere i principali disagi di questo tipo in età pediatrica:

  • Le bizzarrie alimentari
  • Le inappetenze
  • I rigurgiti frequenti
  • La selettività (ad esempio, solo cibi che non vanno masticati o di colore bianco)


In genere, queste manifestazioni sintomatiche sono quadri temporanei di un malessere, che può essere soggettivo, della relazione con il contesto familiare o con l'ambiente esterno. Si tratta di campanelli d'allarme in quanto, attraverso il cibo e l'atto nutritivo, il bambino prova a lanciare un messaggio rispetto alla sua sofferenza. Sono con frequenza espressioni di relativa gravità che, portatrici di un appello, implicano una dialettica, un movimento di richiesta all'altro.

Si differenziano quindi dai disturbi alimentari che sono comportamenti patologici più seri, dove l'opposizione, il rifiuto o la ricerca vorace di cibo durano da più tempo e sono caratterizzati da atteggiamenti di maggior determinazione e ostinazione.

Il ruolo dell'osservatorio Pollicino

L'Osservatorio Pollicino, a partire dall'esperienza raccolta, legge i disagi e i disturbi alimentari della prima infanzia come sovente legati a un intoppo rispetto all'emergere della soggettività. È importante però ricordare che ogni storia è unica e soprattutto non può essere ridotta alla dimensione sintomatica: quel disagio specifico portato da quel bambino veicola sempre un senso che non può che essere interrogato nella sua particolarità. Per questo motivo, Pollicino enfatizza l'importanza e la necessità di dare il giusto ascolto ai primi segnali di malessere e valorizza le intuizioni delle mamme e dei papà, che conoscono i figli come nessun altro.

Prevenire è meglio che curare e, nell'infanzia, è un'operazione possibile!

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