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Dislessia nei bambini, cosa fare? Rime e ritornelli ci possono aiutare

di Marianna Pappalardi - 27.04.2016 Scrivici

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Dislessia nei bambini, cosa fare? La logopedista ci spiega come intervenire per aiutare un bambino che soffre di questo disturbo specifico dell'apprendimento

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Dislessia nei bambini, cosa fare

La dislessia evolutiva è uno dei disturbi specifici dell’apprendimento o DSA. Quali sono i sintomi della dislessia nei bambini? Si tratta di una difficoltà nella decodifica di un testo scritto, quindi la lettura è più lenta e meno corretta delle aspettative, in relazione all’età o alla classe frequentata. Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma per farlo impegna al massimo le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica. Si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro e di conseguenza ha difficoltà ad imparare.

Questo non vuol dire però che sia un bambino poco intelligente, anzi! Solitamente i bambini dislessici hanno una fervida intelligenza e una spiccata creatività. La difficoltà di lettura ha vari livelli di gravità e spesso si associa a problemi nella scrittura e nel calcolo a mente. Per leggere è necessario avere la capacità di associare velocemente le lettere con i corrispondenti suoni (fonemi), questa si chiama competenza metafonologica.

Per accedere al codice scritto il bambino deve riflettere su:

  • quanti e quanti sono gli elementi della parola
  • in che ordine sono posti
  • come si rappresentano graficamente.

Inoltre, dato che il processo di lettura utilizza informazioni visive, si crede che possibili disturbi possano avere un ruolo nel determinare la dislessia.

Trattamento

Il trattamento della dislessia si basa fondamentalmente su due aspetti:

  1. misure compensative
  2. lavoro sulla metafonologia

Nel primo caso ci si riferisce a strumenti e/o espedienti che possano fornire al bambino quel qualcosa in più che serve per tenersi al passo con gli altri bambini. È indispensabile dar loro, quindi, tempo in più per svolgere i compiti ed eventualmente pc o tablet che contengano dei software di sintesi vocale o di autocorrezione. Il lavoro che invece si può svolgere, a parte quello che già esegue il vostro logopedista, deve essere tutto incentrato sul gioco. Qui di seguito vi elenco alcuni giochi che potete fare con i vostri bambini speciali per divertirvi un po’ insieme unendo l’utile al dilettevole:

  • Leggete molte filastrocche. Ce ne sono molte, molto divertenti ed utilissime. Potrete sceglierne alcune, possibilmente brevi, quelle che piacciono di più ai vostri bambini, e ripeterle spesso accentuando molto le rime; più le ameranno, più cercheranno di impararle, allenando così la loro memoria. Ecco un esempio di filastrocca del grande Rodari:

Filastrocca impertinente,

chi sta zitto non dice niente;

chi sta fermo non cammina;

chi va lontano non s’avvicina;

chi si siede non sta ritto;

chi va storto non va dritto;

e chi non parte, in verità, in nessun posto arriverà.

  • Fate il treno di parole

Si tratta di un gioco molto semplice: scegliete una parola, possibilmente non molto lunga, sfidatevi a cercare un’altra parola la cui sillaba iniziale corrisponda alla finale della precedente. Ad esempio: LANANASO – SOLE e così via.

  • Cantate i ritornelli delle vostre canzoni preferite

Non c’è niente di meglio che associare la musica a delle parole perché diventi più facile memorizzarle.

Una cosa importantissima da ricordare è che nessuna attività deve mai essere finalizzata al trattamento vero e proprio da parte di un genitore; non dovrete mai, in nessun caso, diventare i terapisti di vostro figlio.
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