a cura di Martina Berta
Per orientarsi nel mondo delle nuove tecnologie, o new media, occorre conoscere innanzi tutto “le nuove tribù digitali”, ovvero:
Nuovi marziani: i neonati digitali. Ecco chi sono
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Generazione touch
(0-3 anni): Non usano il mouse ma solo tasti e schermi sensibili, come nei giochi della prima infanzia;
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Generazione nativi digitali
(3-12 anni): non hanno vissuto l’era analogica; cresciuti per “immersione” nella dimensione digitale, navigano in internet, giocano coi videogiochi, vivono in casa con connessioni internet;
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I millenari (13-18 anni)
: nati a cavallo tra le due “ere”, conoscitori della tecnologia, sempre interconnessi, ma cresciuti ancora davanti alla TV;
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I migranti digitali (19-25 anni)
: legati alla parola scritta, all’insegnamento frontale, hanno scoperto più tardi l’interattività digitale, sono ancora fruitori dello schermo televisivo.
I nativi digitali sono i nati dopo il 2001 e sono a rischio di
dipendenza da internet
. È necessario aiutare bambini e ragazzi a diventare pensatori digitali, e per far questo si deve educarli a non disporre indiscriminatamente di tutte le tecnologie, ma aiutarli a scegliere i contenuti degli strumenti multimediali.
Alcuni rischi di una esposizione massiccia in età evolutiva agli schermi sono :
Bambini digitali: usano il pc ma non sanno allacciarsi le scarpe
1) la
sottrazione sensoriale ed esperienziale
che deriva dalla permanenza davanti allo schermo.
La deprivazione sensoriale colpisce prevalentemente i bambini piccoli danneggiati nella scarsità di vissuti sensomotori. Questo ha delle ricadute nello sviluppo, creando fenomeni diffusi come la
dislessia, la disgrafia, la discalculia, disturbi alimentari precoci.
2 )
addiction
, ovvero la dipendenza da video.
Le immagini virtuali vanno ad interagire con aree cerebrali deputate al piacere e alla gratificazione; il rischio è non poterne più fare a meno. Le dipendenze da video sottraggono risorse creative alle nuove generazioni e segnano drammaticamente il tempo diurno e notturno passato davanti agli schermi.
3)
confusione fra mondo reale e virtuale
Questa situazione si verifica principalmente nell’ambito dei videogiochi, attività che istiga i bambini alla violenza in quanto la sdrammatizzano. È stato dimostrato che una visione ripetuta e continuativa di scene di violenza sotto gli 8 anni crea una maggiore propensione ad atti aggressivi e a vedere gli altri come oggetti, non come persone.
Un utilizzo massiccio di
internet
sembra essere associato a un
declino delle relazioni in famiglia
, a un restringimento delle relazioni sociali, a un aumento della depressione e della solitudine.
Possiamo notare che la fruizione di internet crea, ma allo stesso tempo rileva l’isolamento. Il 65% di ragazzi , infatti, inizia a navigare in solitudine. Essi considerano i genitori inadeguati come guida nell’universo delle nuove tecnologie.
Come genitori ed educatori è importante non dimenticarsi del proprio ruolo educativo e non arrendersi alla propria
“ignoranza tecnologica”.
I ragazzi vanno educati fin da piccoli a fruire delle nuove tecnologie insieme agli adulti, dando dei limiti temporali e alternando compiti evolutivamente più stimolanti. È stato studiato infatti che l’esposizione a videogiochi ripetitivi, a video passivi e a compiti troppo semplici non permettono al bambino di sviluppare adeguatamente il proprio
potenziale intellettivo e creativo
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