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Cosa fare se preferisce uno dei genitori?
Magari vuole che che sia sempre la mamma (o il papà) a vestirlo, metterlo a letto, dargli da mangiare, e rifiuta categoricamente qualsiasi altra opzione: avere un bambino che dimostra una chiara preferenza per uno dei genitori può essere una situazione difficile da gestire al lato pratico, e soprattutto da quello emotivo. Non solo il genitore “di serie B” si sente escluso o respinto, ma il "preferito" si sente in colpa o viene messo in crisi dal sospetto che il suo partner non sia all’altezza; in realtà, come spesso succede con i bambini piccoli, le motivazioni di tutto ciò sono ben lontane da ciò che immaginiamo e cioè che uno dei due sia più amato dell’altro. Insomma, non c’è niente di personale, ma questo non vuol dire che non ci siano dei motivi alla base di un comportamento del genere. Ecco quindi una guida per come comportarsi di fronte ad un atteggiamento che non va demonizzato, ma neppure incoraggiato.
Perché il bambino preferisce un genitore all'altro
Gli psicologi infantili legano generalmente questo comportamento alla volontà del bambino di mostrare la propria indipendenza: in qualche modo ci vuole dimostrare che ha il diritto di fare le sue scelte, un po’ come quando fa un capriccio perché vuole assolutamente quel ciuccio (quello che abbiamo dimenticato a casa, naturalmente) e nessun altro. Oppure può essere una semplice questione di familiarità; vuole la mamma perché è più abituato a lei. In ogni caso, nella stragrande maggioranza delle situazioni si tratta di una fase: tra un mese potrebbe iniziare a dimostrare una spiccata preferenza verso il genitore opposto!
Perché è un buon segno?
Le manifestazioni di preferenza per uno dei genitori, che spesso si trasformano in capricci veri e propri, sono un atteggiamento tipico dei due o tre anni, quando un bambino è capacissimo di volersi nutrire solo di pasta in bianco per una settimana, e la settimana successiva affermare che la detesta.
Per quanto difficili da gestire, sono tappe della crescita: preferendo un genitore ad un altro il bambino dimostra di saper sviluppare relazioni speciali con gli individui, e di aver capito che così facendo l’attenzione è tutta per lui. Inoltre, impara a tradurre i suoi sentimenti in parole, a fare delle scelte ed esercitare un’influenza nel proprio ambiente.
Cosa non fare se c'è un genitore preferito
La prima cosa da fare è evitare atteggiamenti infantili, come autocompiacersi se si è il genitore preferito o viceversa commiserarsi, magari ad alta voce e di fronte ai figli stessi, nel caso contrario. Vietati i vittimismi e vietatissimo puntare sul senso di colpa: c’è bisogno invece di maturità e di collaborazione tra i genitori. In particolare, il “preferito” non dovrà perdere occasione per valorizzare il partner agli occhi del piccolo, e permettere ai due di trascorrere del tempo di qualità da soli, senza interferire.
Come sbloccare la situazione
Abbiamo parlato di tempo di qualità: avrete notato che a volte il genitore preferito è il papà perché mentre alla mamma vengono delegati tutti i compiti ingrati e malvisti dal piccolo - come cambiarlo, vestirlo, fargli il bagno, spingerlo a mangiare e dormire ai suoi orari… - il papà è colui che lo fa solo giocare e divertire; inoltre è meno presente e quindi più fresco di energie da dedicare a lui. In ogni caso, bisogna far sì che genitore e figlio si possano ritagliare del tempo per svolgere attività divertenti e senza che l'adulto distragga la sua attenzione rivolgendola allo smartphone o alla TV. Inoltre, i genitori possono iniziare a fare i turni nei rituali fissi del bambino, ad esempio per leggere la storia o fare il bagnetto della sera, in modo da riequilibrare un po’ i loro ruoli.
Fissare dei limiti
Insomma, per spezzare questo meccanismo il sistema più consigliato è… uscire di scena.
Il genitore “preferito” dovrebbe aiutare l’altro a conquistarsi la fiducia del bambino assentandosi per brevi periodi di tempo - una commissione, un pranzo con un amico/a, una passeggiata. E anche quando è in casa, dovrebbe imparare a fare un passo indietro: ”Tesoro, ora devo cucinare, ma papà potrà aiutarti con quel puzzle.” Viceversa, il genitore che si sente respinto dovrebbe mettere da parte la propria delusione e il senso di inadeguatezza (che, come abbiamo visto, sono immotivati), armarsi di tanta pazienza e non smettere mai di mostrare il proprio amore al bambino, anche se lui lo rifiuta: tra voi c’è un legame speciale, un affetto autentico, anche se momentaneamente è in secondo piano.
Ricordate che sono loro i bambini: a voi tocca essere davvero adulti, ora che siete genitori.