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Spiegare la morte ai bambini, aiutandosi con un libro

di Monica De Chirico - 27.01.2015 Scrivici

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Come parlare di morte ai propri bambini? Quando è giusto farlo e in che modo? La psicologa Michela Tranquilli e Francesca Tamberlani hanno selezionato per noi dei libri per affrontare la perdita in maniera delicata

Come parlare della morte ai bambini

Parlare di morte ai propri bambini. Quando è giusto farlo? In che modo? Meglio essere diretti o allusivi? Raccontare tutto o poco?
Nessun genitore vorrebbe mai turbare la serenità del proprio figlio, impaurirlo e spaventarlo... Così si finisce per rimandare il "discorso serio" a un futuro imprecisato. Fino a che, purtroppo, può succedere che un fatto tragico mandi all'aria tutti i piani. La morte entra nella vita del bambino, da vicino, e rovescia ogni logica e discorso studiato a tavolino. Una persona amata se ne va, lasciando in chi gli voleva bene un senso di disorientamento, di vuoto, di rabbia e dolore.



Aiutare il proprio bambino ad elaborare il lutto, a comprenderlo e accettarlo, diventa d'improvviso urgente. Ma le parole spesso non escono. Il groppo in gola ci impedisce di dire, di spiegare. "In queste difficili situazioni è importante non nascondere o dire bugie al bambino, come per esempio raccontare che il nonno si è trasferito. Bisogna offrire contenuti quanto più possibile vicini alla verità dei fatti, anche ricorrendo a un buon libro che affronti la perdita in maniera delicata, moderando chiaramente il linguaggio e i particolari a seconda dell’età", spiega Michela Tranquilli, Psicologa e Psicoterapeuta presso lo Studio OfficinaMente di Roma.

"La difficoltà maggiore per i bambini, che spesso riscontriamo anche noi adulti, è comprendere che non si vedrà più quella persona, che fisicamente non sarà più presente. È bene dunque dare spiegazioni estremamente concrete e sincere su dove va e cosa è diventata quella persona. Il contenuto del messaggio dipende molto dal sistema valoriale familiare: per fare un esempio, se si professa la religione cattolica, si può dire che è diventata un angelo che noi non vediamo, ma ci guarda da lontano e ci protegge".

Secondo la psicologa, la possibilità di riconoscersi nei pensieri e nelle emozioni di qualcun altro, come il personaggio di un libro, aiuta a normalizzare i sentimenti, i pensieri e le sensazioni che il bambino può sperimentare in quel momento.

Il bambino si sente inoltre libero di esprimersi perché il protagonista della vicenda è qualcun altro, non lui direttamente.

Come si riconosce un buon libro di questo tipo? Che caratteristiche deve avere? "Le caratteristiche variano in base all’età del bambino, più è piccolo e più i contenuti e le spiegazioni devono essere concrete, tangibili. Un alto livello di astrazione e simbolizzazione può essere adatto a bambini di almeno 9 anni".
Bisogna inoltre fare attenzione a non forzare il bambino in queste dolorose situazioni, a non rendere la lettura un'imposizione. Continua Michela Tranquilli: "La regola fondamentale è quella di non ritenere un 'dovere' far sfogare il bambino o parlargli anche se lui non pone domande. È bene rispondere alle sue richieste, ma evitare di sollecitarlo troppo nel momento della lettura, che deve comunque restare un momento di piacevole scambio e non un interrogatorio. Può essere utile verbalizzare che anche a noi è successo o ci siamo sentiti come il personaggio quando ci siamo trovati in una situazione simile alla sua".



In alcuni casi, può essere consigliabile interrompere la lettura, o addirittura abbandonarla: "La reazione del bambino è il miglior indicatore. Se lui si rifiuta o appare scosso dalla storia, dobbiamo dirgli chiaramente che è preferibile rimandare la lettura a quando sarà un po’ più grande o avrà più voglia di leggerlo.
Può essere utile collocare il libro in questione in un posto che lui conosce, ma separato dagli altri, cosicché possa capire che, se vuole, sa dove si trova, ma che non gli arriverà tra le mani per sbaglio. L’esperienza di perdita di una persona cara non può e non deve essere celata al bambino, ma bisogna poter creare un clima di accoglienza e rispetto dei suoi tempi".

E ora una selezione di libri per bambini e ragazzi che parlano di morte con tatto, delicatezza, usando parole e immagini semplici, intime e poetiche.

  • L'anatra, la morte e il tulipano, di Wolf Erlbruch, E/O, dai 4 anni

Un giorno l'anatra incontra la Morte, una vecchina dall'aspetto pauroso ma dall'animo gentile. Dapprima la rifiuta, ma a poco a poco le due diventano amiche e confidenti. Fino a che il destino compie il suo corso.

  • L'eco, di Alessandro Riccioni e David Pintor, Edizioni Lapis, dai 5 anni

Un bambino ha perso la mamma e vorrebbe tanto averla ancora accanto. Così, insieme al papà, chiede aiuto all'Eco, che vive da secoli rintanata tra le sue montagne e ogni domenica mattina, tra le sette e le undici, ascolta i desideri delle persone

  • L'angelo del nonno, di Jutta Bauer, Salani, dai 6 anni

Il nonno amava raccontare al giovane nipote la sua vita avventurosa e coraggiosa, sempre protetto e sostenuto da un angelo. E ora che il nonno riposa, l'angelo farà compagnia anche al bambino.

  • La cometa di Giove, di Luisa Staffieri e Tiziana Rinaldi, Casa editrice Mammeonline, dai 7 anni

Per spiegare ai bambini che tutti lasciamo una traccia del nostro passaggio, come una scia luminosa che continua a illuminare chi ci ha amato.

  • Il treno, di Chiara Carrer e Silvia Santirosi, Logos, dai 7 anni

Una bambina e un papà devono fare i conti con il lutto più grande: la perdita della mamma e della donna amata. Alle domande e ai tanti dubbi della figlia, il papà sceglie di rispondere con una fiaba, per aiutarla a capire un avvenimento tanto doloroso quanto naturale.

  • La carezza della farfalla, di Christian Voltz, Arka, dai 3 anni

La nonna non c'è più: dove è andata a vivere? Su nel cielo? No, con i suoi ottantacinque chili di peso... Sotto terra? È difficile, aveva timore di tutti quegli animaletti brulicanti. Forse ha ragione il nonno: è lì nel giardino tanto amato, dove può dare al suo nipotino un bacio leggero come le ali di una farfalla.

  • Un paradiso per il piccolo Orso, di Wolf Erlbruch, E/O, dai 5 anni

Piccolo Orso è molto triste perché il nonno è morto. La nonna gli ha detto che era stanco e che è andato nel paradiso degli orsi, dove tutti gli orsi sono felici. Così il piccolo Orso decide di andare alla ricerca di questo paradiso: "Ci voglio andare anch'io!".


a cura di Francesca Tamberlani
Giornalista e responsabile del sito www.milkbook.it, dedicato alla promozione della lettura ad alta voce e alla divulgazione di libri e app per bambini di qualità.

 

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