Carattere dei bambini
“Ciao! Siamo un po' timidi vero?” vi chiede la vicina di casa mentre vostro figlio si sta attaccando alla vostra gamba grattugiandosi sul pavimento perché non la vuole salutare. Oppure siete in spiaggia, vi girate un secondo e non vedete più il pargolo. Dopo attimi di panico, avete capito dove può essere: è al bar che sta facendo conversazione con tutti i bambini dei dintorni. Che il vostro bimbo sia timido o super socievole non è mai un caso; d'altronde, come recita il vecchio adagio “la mela non cade mai lontano dall'albero”. Questo significa che il suo carattere dipende da un mix di elementi, genetici e non.
Dopo i primi due anni di vita, il bambino comincerà a sviluppare la sua personalità: ogni bambino è unico e i genitori possono ovviamente contribuire a formare l'adulto che sarà. Oltre al Dna è la presenza costante dei genitori a determinare il carattere: ogni bimbo non ha bisogno di molto, soprattutto quand'è molto piccolo, tranne che del tempo che gli possono dedicare mamma e papà. Ad esempio sia io sia mio marito non siamo dei mostri di socievolezza e in questo la nostra prima figlia Paola ci assomiglia: è molto curiosa riguardo gli altri bimbi quando siamo al parco giochi, ma li guarda da lontano. Così come non dà per nulla confidenza a persone che non conosce: fino a qualche tempo fa addirittura si metteva a piangere disperata e voleva andare nella sua cameretta oppure se eravamo in giro voleva stare in braccio scuotendosi per i singhiozzi. Ora va un pochino meglio, anche se bisogna avere molta pazienza.
La chiave è osservare cosa fa il vostro bambino: se è appunto timido, gli si può spiegare che quella persona che non conosce non gli farà nulla e che ci siamo appunto noi a tranquillizzarli.
Il metodo di “lettura” verso i propri bambini è appunto l'osservazione. Se li portate in un luogo affollato e vedete che non si trovano a loro agio, capirete che non amano delle situazioni in cui c'è troppo rumore o troppa gente proprio per via della loro timidezza. Ci saranno delle volte in cui ciò sarà inevitabile, come ad esempio delle feste di famiglia o al ristorante: l'importante è sapere come si comporterà il bambino e stabilire delle piccole regole di conseguenza, come dire ai parenti di non fiondarsi addosso non appena vedono il “nano” alto meno di un metro.
Un altro modo che i bimbi hanno per dimostrare la propria personalità è il pianto: il loro pianto non è mai a caso. Un bambino molto piccolo non ha il controllo delle proprie emozioni, quindi può capitare a volte che ci siano delle reazioni che per voi sono esagerate, ma che hanno perfettamente un senso nel modo di ragionare fanciullesco. Ad esempio possono piangere per paura del buio o di un rumore che li mette a disagio: Paola ha il terrore della sirena dell'ambulanza e ogni volta che ne sente una urla “Badi via”. Noi l'abbracciamo fino a quando non se n'è andata. Oppure hanno paura di cadere: avete presente quell'orribile sensazione quando dormiamo e che ci fa svegliare di soprassalto? Ecco, i bimbi la provano quasi sempre. Non c'è da meravigliarsi se vogliono il nostro sostegno.
In ogni caso una cosa è importante: vedere crescere i nostri figli è un viaggio bellissimo, perché oltre alla fatica, alla stanchezza e a certi momenti no c'è la curiosità di sapere che tipo di persona diventeranno. Anche un po' per merito nostro.