di Jessica Cancila
Ci sono bambini e bambine che appena finisci un discorso ti rispondono 'sì', salvo poi dimostrare nei fatti che non hanno ascoltato per niente. Ce ne sono altri che non fanno nemmeno finta, presi come sono dall'entusiasmo e dal gioco. “Ascoltami! Perchè non mi ascolti?” sono frasi molto comuni per i genitori, ma anche per gli insegnanti. Mamma Claudia, ad esempio, ci racconta la storia tenerissima di suo figli che sta imaprando ad ascoltare: “Ho salutato il Topastro ricordandogli che sarei andata a prenderlo a scuola dopo il riposino. Lui mi ha guardato e mi ha chiesto: mamma, oggi vieni a prendermi dopo la pappa? Naturalmente non aveva ascoltato nulla di quello che gli avevo appena detto... si è messa a ridere anche la maestra”
Imparare ad ascoltare può non essere facile, anche perchè gli adulti stessi hanno difficoltà. Però questa è una competenza comunicativa molto molto importante (LEGGI): per mostrare rispetto a chi ci parla, per creare relazioni di affetto con gli amici, per imparare dagli altri, per costruire rapporti di collaborazione efficace.
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Cosa significa ascoltare? Ascoltare l'altro significa prestare attenzione alle sue parole, ma anche ai suoi sentimenti. Ascoltare quello che ci dice, come lo dice, come si sente e non pensare a come rispondere a nostra volta.
Come si possono aiutare i bambini a sviluppare l'ascolto?
Come sempre, gli adulti devono prima di tutto essere un buon modello per i bambini, ascoltandoli a loro volta nello stesso modo in cui vorrebbero essere ascoltati. In secondo luogo, si possono usare momenti di gioco (LEGGI), ad esempio il teatro e la simulazione, per riflettere insieme su come le persone ascoltano o si distraggono, e quali possono esserne le conseguenze. Infine, è importante aiutare i bambini a capire che la comunicazione è relazione: ascoltare l'altro significa capirne e rispettarne i sentimenti, imparando a collaborare, ma anche a costruire i legami affettivi sinceri e profondi.
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Negli approfondimenti, potete trovare altri suggerimenti. Concludo con un brano che ci dà una bella immagine di una conversazione ispirata dall'ascolto e dalla collaborazione.
“Conversare è un po’ come fare allenamento su una palla con un’altra persona. Il buon partner te la tira direttamente nel guantone, rendendoti quasi impossibile mancarla e quando poi a ricevere è lui, prende tutto ciò che gli arriva addosso, anche i lanci più sbilenchi e sbagliati. Così faceva Kitty (…) Mi faceva sentire migliore di quanto fossi e ciò rinforzava la mia fiducia, cosa che serviva a sua volta a renderle meno difficili i miei lanci. In altre parole, cominciai a parlare con lei invece che con me stesso”
(P. Auster)
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