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Come parlare di attualità con i bambini?
Se i bambini hanno sentito o sentono parlare di un argomento è giusto parlarne insieme. Il non-conoscere genera sempre dubbi e incertezze. Spesso noi adulti siamo convinti che “le cose da grandi” ai bambini non interessino o non prestino la giusta attenzione. In realtà, quante volte vi sarà capitato che vostro figlio vi abbia posto una domanda proprio su un argomento che credevate di aver omesso in sua presenza perché ritenuto troppo piccolo? Che i bambini riescano a captare anche il più sottile bisbiglio detto nell’altra camera è cosa nota.
Parlare di ciò che accade attorno a noi con i bambini non è mai semplice, può capitare che mentre siamo a tavola passi al telegiornale una notizia che possa turbare il piccolo e la prima cosa che ci viene da fare è cambiare canale. È necessario far capire ai bambini che quanto di quello che vedono sia reale e vicino a noi. A differenza degli adulti, i più piccoli fanno fatica a distinguere un tg da un film o un documentario, sta a noi dare la giusta informazione.
Uno schermo inoltre non trasmette solo immagini, ma anche suoni e rumori, a volte i bambini possono essere impressionati da un colpo di pistola più che dall’azione in sé, non dimentichiamo che non bisogna mai generalizzare, ma considerare ogni bambino diverso dall’altro. Altro punto su cui non bisogna abbassare la guardia è che molte volte in tv passano programmi che potrebbero interessare per l’argomento trattato, ma poi gli ospiti cadono nella volgarità e si è costretti, anche in questo caso, a cambiare canale.
Sul cosa e come introdurre gli argomenti non esiste una regola universale, sicuramente un aiuto viene dalla pedagogia e dal considerare il bambino per quello che è, ovvero un soggetto che fa parte di una realtà, non sempre positiva è vero, caratterizzata da eventi per certi versi incomprensibili, tuttavia con degli accorgimenti è possibile presentare ciò che ai nostri occhi di adulto possa risultare difficile e complicato.
Inutile cambiare canale
Quello che viene negato al bambino state pur certi che lo stuzzica a lo va a ricercare da un’altra parte, tanto vale parlarne insieme. Pertanto, se in tv dovesse circolare la notizia di una guerra, un attentato o immagini di maltrattamenti di animali (sono tra le notizie che più turbano e preoccupano i bambini), se vedete il bambino interessato ma poco partecipe, prima ancora che vi possa fare delle domande o se notate che stia guardando senza esprimere opinioni siate voi a chiedergli se va tutto bene, se c’è qualche immagine o frase che lo abbia preoccupato, cercate in pratica di captare quante più informazioni possibili per capire le sue emozioni e stati d’animo.
Non limitatevi al semplice “è la vita”, “sono cose che succedono”, cercate di dare una certezza ai suoi dubbi, non mandatelo a letto con le insicurezze. Tenere sempre conto dell’età A volte capita a noi adulti di considerare nostra figlia o nostro figlio più grande o più piccolo della sua età solo perché va bene a scuola o, cognitivamente parlando, sembra più grande dei suoi coetanei. Cerchiamo piuttosto di vederlo come un/a bambino/a che si sta aprendo al mondo, cose che per noi sono scontate o facili da capire non lo sono anche per lui/lei. La stessa cosa vale anche per i preadolescenti che si trovano a vivere in una fascia di età di mezzo che li porta un po' allo sbandamento. Convinti di sapere già come va la vita quando hanno ancora tanta strada da fare.
Partire dal proprio territorio
Può succedere di essere super informati su quello che accade dall’altra parte del mondo e conoscere pochissimo la propria realtà, il proprio quartiere.
La stessa cosa vale anche per i bambini, la scuola, è bene precisarlo, ogni anno inserisce una serie di progetti riguardanti proprio la conoscenza del territorio. Sappiamo che i bambini non trascorrono la loro vita soltanto in casa o a scuola ma fanno parte sempre di più di una rete sociale allargata che comprende varie attività extrascolastiche ed è giusto rapportarsi con ognuna di esse nel migliore dei modi. È legittimo, pertanto, che anche i genitori si preoccupino di spiegare ai figli cosa accade nel loro quartiere per poi allargare questo spazio ed andare a conoscere l’attualità legata alla propria città di provincia, alla propria regione fino ad arrivare ad interessarsi ed approfondire questione più complesse che interessano l’intero pianeta.
Un quotidiano a misura di bambino
Andando a curiosare un po' su internet ho trovato un quotidiano, direi, a misura di bambino. Il Mio Primo Quotidiano vuole essere la vostra lente di ingrandimento sul mondo che vi circonda. Notizie belle, oppure curiose. Interessanti o strane. Ma anche tristi o drammatiche perché proprio come nelle favole, la realtà è fatta di principesse ma anche di streghe, di draghi e coraggiosi cavalieri. Noi vogliamo raccontarvi i fatti con un obiettivo: semplicemente farvi capire. È quanto scrivono Carlo Piano e Serena Coppetti, entrambi giornalisti, riguardo l’impronta che si vuole dare a questo giornale online, scritto in un linguaggio semplice ma preciso, rivolto a bambini e ragazzi.
È importante far comprendere ai bambini, infatti, che la vita non è fatta solo di cose belle ed è giusto quindi, utilizzando un linguaggio appropriato, parlare insieme di argomenti delicati e difficili.
Chiedere aiuto alla scuola
Più volte è stato detto che le due agenzie educative più importanti, famiglia e scuola, per un corretto sviluppo emotivo e psicoeducativo del bambino hanno il dovere di collaborare insieme. I genitori potrebbero chiedere agli insegnanti di affrontare argomenti di attualità già affrontati in casa, sia chiaro non per delegare alla scuola un compito che per primo spetta ai genitori, ma per continuare un discorso che i bambini stanno assimilando e comprendendo.
In classe si potrebbe, attraverso un brainstorming, dare la parola agli alunni e tirar fuori informazioni per capire effettivamente quanto i bambini conoscono riguardo l’argomento proposto e da lì partire per lavorarci su attraverso attività di gruppo, visione di video o film, letture di racconti o brani. Il tutto dovrebbe avvenire senza creare pesantezza in classe ma creando un clima sereno e tranquillo.