Come non crescere figli mammoni
Le mamme di maschi lo sanno: i maschietti adorano la mamma e, almeno fino all'adolescenza, siamo per loro punti di riferimento forti e di grande importanza. Certo, il papà li spinge a scoprire il mondo, a misurarsi con se stessi, ad affrontare nuove sfide, ma la mamma resta un porto sicuro dove rifugiarsi. Tutto bello, ma quando veniamo accusate di essere delle mamme chiocce questa critica ci spinge a fermarci un attimo e riflettere sulla possibilità che forse abbiamo esagerato e stiamo crescendo dei cocchi di mamma che non riescono proprio a staccarsi da noi. E allora ecco qualche consiglio su come non crescere figli mammoni.
- Abituiamoli all'indipendenza: sin da quando sono piccoli possiamo insegnare ai nostri figli a cavarsela da soli svolgendo compiti adatti alla loro età. Quando i bambini arrivano ai tre anni sono mossi da una naturale inclinazione a voler “provare a fare da soli” e spesso noi mamme, vuoi per fretta vuoi per eccessivo accudimento, li aiutiamo anche quando invece dovrebbero mettersi alla prova: lavarsi i denti e le mani, andare in bagno, apparecchiare la tavola, togliersi i vestiti e altre piccole azioni quotidiane li aiutano a misurarsi con se stessi e sperimentare l'autonomia senza pensare di aver bisogno di noi;

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- lasciamoli andare: capricci, pianti al momento di entrare all'asilo, difficoltà ad interagire con i coetanei. A volte ci troviamo di fronte a questi atteggiamenti e finiamo col consolarli, tenerli stretti, assecondarli, invece sarebbe meglio, naturalmente valutando caso per caso, spingerli ad andare e mostrare loro che non c'è nulla da temere, con un bel sorriso fiducioso e spirito sereno;
- rafforziamo la sicurezza: spesso i bambini, soprattutto quelli più piccoli, sembrano insicuri e timorosi, nonché eccessivamente attaccati alla mamma, perché vivono ritmi quotidiani troppo accelerati per loro. Sono sovrastimolati. Proviamo a cambiare pian piano le abitudini in casa, rallentando i ritmi, scandendo le giornate in modo ripetitivo in modo da dare sicurezza ai nostri bimbi che sapranno bene cosa accadrà e cosa aspettarsi. Questo li renderà più sicuri e sereni;
- lasciamoli liberi: se siamo mamme iperprotettive, troppo presenti ed insicure anche i nostri figli lo saranno. Il nostro compito non è solo quello di trasmettergli amore, ma anche fiducia in se stessi, nelle loro capacità e nel mondo. Lasciamo che cadano al parco giochi, che si sporchino sulla spiaggia, che si mettano alla prova, che vadano a casa di un compagno di scuola, che, quando sono più grandicelli, vadano a fare la spesa sotto casa da soli o al campo sportivo si facciano la doccia e si rivestano senza il nostro aiuto;
- non preoccupiamoci troppo: esercitiamo l'ironia quando sbagliano, quando si fanno male, quando si piangono addosso. Cerchiamo di non giustificarli sempre e comunque ed insegniamo loro quanto sia importante sdrammatizzare eventi spiacevoli ed andare avanti con ottimismo. Insomma trattiamoli come guerrieri forti, coraggiosi e non come “pappemolli” da consolare ogni volta;
- rispettiamo la loro privacy: quando i bambini si fanno più grandicelli cominciano ad infastidirsi se li accompagniamo fino al portone della scuola e li salutiamo dall'ingresso con una vocina romantica o se li coccoliamo in pubblico. Rispettiamo la loro volontà di sentirsi “grandi e forti” e smettiamola di considerarli cuccioli da coccolare davanti a tutti. Riserviamo i momenti di intimità e romanticismo per questi preziosi attimi serali in cui ancora possiamo dargli il bacio della buonanotte e loro si sciolgono come orsetti amorosi;
- rendiamoli indipendenti in casa: a nove anni un ragazzino deve sapersi preparare un panino se gli viene fame, deve rifarsi il letto la mattina, sistemare i vestiti puliti, collaborare in casa con piccoli compiti come buttare la spazzatura, andare in salumeria a prendere il latte, apparecchiare e sparecchiare. Si tratta del minimo che dovrebbe saper fare per essere responsabilizzato, per imparare che in famiglia ognuno deve fare la propria parte e per diventare un adulto indipendente, autonomo e collaborativo;
- non siamo a loro disposizione: quante volte vi chiamano nell'arco di 24 ore? Pronunciano la parola mamma per qualsiasi cosa, per ogni esigenza, per risolvere qualsiasi questione. E' il momento di dire basta e cambiare registro. Non siete a loro disposizione: state serene, quello che dovete fare lo fate. Siete cuoche, autiste, insegnati private, collaboratrici domestiche e molto altro ma non siete a loro disposizione h24 per ogni sciocchezza. Che la risolvano da soli!
- Vivete la vostra vita: andate in palestra, uscite con le amiche, dedicatevi alle vostre passioni. Così facendo i vostri figli cresceranno con la consapevolezza che la mamma è soprattutto un essere umano con una propria vita e rispetteranno donne indipendenti e forti, con vostra grande soddisfazione.