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I primi passi del bambino: consigli per aiutarlo a camminare spontaneamente

di Redazione PianetaMamma - 23.03.2022 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Come insegnare i primi passi al bambino? Ecco i consigli per aiutare i bambini a camminare da soli favorendo lo sviluppo di una motricità spontanea

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I primi passi del bambino: i consigli per aiutarlo a camminare

I primi passi del proprio bambino sono un momento carico di emozione per mamma e papà. Camminare è uno dei traguardi motori che si raggiunge dopo uno sviluppo fisico e motorio che deve procedere in modo naturale. Pur di vedere il proprio figlio muovere i primi passi si è tentati di aiutarlo sorreggendolo per le braccia o invitandolo a stare in piedi vicino a qualche mobile o utilizzando degli appositi sostegni. Ma ogni bambino ha i suoi tempi ed è importante rispettarli al meglio. Ma allora cosa possiamo fare? Possiamo aiutare i bambini a camminare? 

Come stimolare il bambino a camminare

I bambini hanno i loro tempi, qualcuno comincia a muovere i primi passi già a 10 mesi, altri invece rimandano il momento, diventano gattonatori professionisti e si alzano non prima dei 13-14 mesi. Non c'è fretta e bisogna avere pazienza, senza costringere il bambino a fare movimenti che non gli vengono spontanei e che sono innaturali. Prima o poi verrà il momento giusto per tutti i piccoli di trovare il coraggio e la voglia di alzarsi e muovere i primi passi.

Il corpo umano è strutturato per svolgere molti movimenti diversi: rotolarsi, arrampicarsi, gattonare, piegarsi, flettersi, ecc. Si tratta di movimenti che nei bambini piccoli vediamo molto frequentemente e tendiamo a sottovalutare in favore del cammino. Camminare significa diventare autonomi nel movimento, non avere bisogno di essere presi in braccio, portati nel passeggino o nella fascia, ma deve essere una conquista a cui il bambino arriva autonomamente dopo aver esplorato tutti i movimenti possibili.

Ma anche se non dobbiamo forzarli possiamo certamente stimolarli, facendo leva sulla loro curiosità e sul desiderio di autonomia indipendenza che comincia a farsi strada intorno ai 10-11 mesi.

Giochi per alzarsi in piedi

  • Sistemiamogli una palla o un gioco di suo interesse più lontano, proviamo a collocarlo magari più in alto, tendiamogli la mano e aiutiamolo ad alzarsi e a muovere qualche passo insieme a noi,
  • mettiamo una sedia davanti a lui invitarlo a camminare mantenendosi alla sedia,
  • possiamo optare anche per un gioco più complesso, che comprenda anche altre attività. Sono perfetti i passeggini con le bambole o un vero centro attività con tantissime opportunità di gioco e apprendimento. 

Per far fronte ai goffi tentativi di stare in piedi dei bambini si ricorre anche a strumenti come il girello che permette di lasciare il bambino libero di scorrazzare per la casa mentre la mamma si occupa di altro.

Secondo le attuali indicazioni dei pediatri, questi tentativi di accelerare la motricità dei bambini non portano un reale vantaggio, anzi andrebbero proprio evitati in favore di una motricità libera e spontanea. Addirittura in alcuni paesi, come ad esempio il Canada, la vendita dei girelli è stata vietata per legge perché sarebbe un oggetto pericoloso: il bambino potrebbe cadere e non riuscire a rialzarsi e potrebbe sentirsi falsamente sicuro muovendosi troppo velocemente e senza consapevolezza dei possibili rischi.

Quando il bambino inizia a camminare da solo, ha sviluppato il senso dell'equilibrio, ha irrobustito le gambe attraverso altri momenti e i giochi, ha imparato cosa significa alzarsi e spostarsi con il movimento dei piedi e delle ginocchia. Secondo le indicazioni dei pediatri se osserviamo i movimenti che compie un bambino nel girello possiamo dedurre che questo strumento non è adatto per imparare a camminare. Non ci si lancia per muoversi, il piede non si muove stando sulle punte, ci si sbilancia se si procede curvi. Per questi motivi mettere il bambino nel girello non aiuterebbe il bambino a camminare in modo autonomo e corretto.

Quanto tempo passa dal gattonare al camminare

Come detto, quindi, i bambini vanno lasciati liberi di esplorare e muoversi come meglio credono. Molti non gattonano mai e si alzano direttamente in piedi, altri invece sembra che abbiano sviluppato un'abilità incredibile nello spostarsi a quattro zampe e non hanno alcuna voglia di muovere i primi passi. Possiamo invitarli ad alzarsi, tenendoli per mano, dandogli degli appigli con cui aiutarsi negli spostamenti, ad esempio si muovono appoggiandosi lungo il bordo del letto o del divano, ma può essere utile anche dargli un carrellino o un oggetto con le rotelle cui possano poggiarsi e spostarsi, in questo modo esploreranno l'ambiente muovendosi in piedi.

In queste fasi di pura scoperta è importante rendere la casa a misura di bambino, ad esempio mettendo dei paraspigoli sugli angoli appuntiti dei mobili, come il tavolo in soggiorno o sui bordi del letto.

Un bambino nella sua fase esplorativa può essere difficile da controllare. Quando un bambino inizia a gattonare, ci si ritrova con i cassetti svuotati, tutte le ante dei mobili aperte e ogni soprammobile per terra. E’ un problema di sicurezza del bambino più che di ordine. Il passaggio dal procedere a gattoni ai primi passi è impegnativo per chi si occupa dei bambini.

Ecco qualche suggerimento per evitare piccoli incidenti.

  • Installare i blocchi per bambini sui cassetti della cucina, del bagno e sulle ante che contengono oggetti fragili o taglienti.
  • Alzare i detersivi su una mensola, sia in cucina che in bagno.
  • Chiudere le prese della corrente con le apposite placche per bambini
  • Posizionare un ostacolo davanti alla televisione, come ad esempio un tavolino, per evitare che il bambino se la tiri addosso prendendola come appiglio o possa sbattere la testa
  • Imbottire gli spigoli vivi come gli angoli dei tavoli.

Anche se è giusto rispettare i tempi individuali del bambino e le sue varie tappe di sviluppo è comunque importante monitorare le fasi della crescita in modo da potersi accorgere se qualcosa non dovesse andare nel verso giusto. Così come un bambino che non parla a due anni va fatto visitare dal pediatra o dallo specialista, altresì un bimbo che non cammina a venti mesi va fatto controllare. In linea di massima possiamo tener conto del fatto che intorno ai 10/12 mesi è del tutto normale che il bimbo cerchi dei sostegni a cui appigliarsi e si metta in piedi, a 12/14 mesi fa i primi passi, a 14/18 mesi cammina da solo, a due anni deve potersi muovere liberamente saltando, correndo e mantenendo la corretta coordinazione dei movimenti.

Se il bambino tarda a camminare non bisogna compiere l'errore di rimproverarlo oppure, al contrario, lodare i suoi coetanei che camminano tranquillamente, magari ha subito un piccolo trauma, è caduto mentre provava ad alzarsi e ha paura a riprovarci.

E' chiaro che sostenendolo e aiutandolo, sorreggendolo e rispettano le sue tempistiche prima o poi camminerà anche lui. Dobbiamo cominciare a preoccuparci solo se a 18-20 mesi non cammina ancora, in questo caso è consigliabile una visita di controllo.

Quanto tempo ci mettono i bambini a camminare bene?

I pediatri stabiliscono un calendario dei traguardi da raggiungere nello sviluppo motorio. Ma, come già detto, e vale la pena ripeterlo affinchè non sia motivo di ansie per molti genitori, ogni bambino raggiunge i propri traguardi in maniera individuale, con i propri tempi: in linea di massima un bambino che ha appena imparato a camminare, diciamo intorno all'anno, avrà bisogno di mesi per perfezionare equilibrio, coordinazione e avrà una camminata incerta che man man diventerà sempre più stabile, muovendosi liberamente e magari sperimentando qualche piccola caduta. 

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