In questo articolo
- Come insegnare i colori ai bambini?
- A che età i bambini imparano a distinguere i colori?
- Come insegnare i colori primari ai bambini?
- Come imparare i colori all’asilo nido
- Come imparare i colori giocando
- Metodo Montessori per insegnare i colori
- Come aiutare il bambino che non sa riconoscere i colori?
- Insegnare i colori ai bambini disabili
- Insegnare i colori ai bambini autistici
Come insegnare i colori ai bambini?
Una tappa importante nella crescita del bambino è rappresentata dall’apprendimento dei colori. Non si tratta di un processo particolarmente semplice, il bambino dovrà dapprima individuare il colore, impararne il nome e poi associare nome e colore, quindi è particolarmente utile all’educatore elaborare strategie vincenti per insegnare a riconoscere i colori.
A che età i bambini imparano a distinguere i colori?
In un bambino lo sviluppo della vista raggiunge la sua completezza intorno ai sei anni di età. Nell’arco di tempo tra i due ed i sei anni il piccolo impara a riconoscere ed indicare le cose lontane da lui e a focalizzare la propria attenzione sui dettagli. A circa tre anni il bambino dovrebbe aver imparato a distinguere almeno i tre colori primari, ovvero il giallo, il rosso ed il blu e a chiamarli con il proprio nome.
Dai cinque anni in poi il bambino manifesta la preferenza verso un colore anziché un altro.
Come insegnare i colori primari ai bambini?
In età da scuola materna il piccolino riconosce il rosso, il verde, il giallo, competenza che può acquisire a scuola con le sue maestre, ma anche tra le mura domestiche con la famiglia. La maestra della scuola materna può invitare il bambino a disegnare un paesaggio (di sua fantasia) e a colorarlo utilizzando i tre colori primari. Successivamente l’adulto descriverà il disegno realizzato menzionando i colori utilizzati e associandoli ai rispettivi nomi. Si può anche chiedere al piccolo di scegliere tra dieci pennarelli colorati il colore che più gli piace da regalare al suo amichetto del cuore.
Sui pennarelli dei colori primari sarà apposto un segnetto (magari un piccolo pezzetto di scotch trasparente).Il bambino dovrà dare un nome al colore prescelto ed evidenziare che regalare proprio quel pennarello di quel colore è davvero un gesto dolce e di amicizia. Se tra i pennarelli c’è un colore primario l’educatore lo evidenzierà in modo particolare.
Come imparare i colori all’asilo nido
Un metodo semplice che ha doppia funzione per insegnare ai bambini i colori, molto spesso adottato negli asili nido, è l’utilizzo del tappeto-puzzle in materiale gommoso, molto morbido.
La duplice funzione consiste sia nell’attutire le cadute del bambino (si tratta di un maxi puzzle ad incastro, una sorta di secondo pavimento) sia nell’essere una praticissima tavolozza di colori. Ogni maxi tessera di questo puzzle è, in genere, colorata. Così, magari, in un momento di relax in cui il bimbo è steso a pancia in giù, l’educatore potrà invitarlo a dare un nome ai colori del tappeto su cui comodamente si sta riposando. Negli asili nido, sempre sotto stretta sorveglianza dell’adulto, sarà divertente utilizzare plastilina colorata e con ciascun colore realizzare un oggetto diverso, magari da regalare alla mamma una volta tornato a casa! Anche le filastrocche sui colori cantate in cerchio con i propri compagnucci potrebbe risultare efficace per un primo impatto giocoso con i colori: una ritmata canzoncina in rima sui colori e il loro nomi.
Come imparare i colori giocando
Per far sì che il bimbo impari più rapidamente (per quanto certe acquisizioni siano fisiologiche per il bambino, per cui esistono dei tempi da rispettare) i colori, può essere determinante anche il piacevole “rinforzo” della famiglia in cui il piccolo vive. Una mamma e un papà volenterosi potranno adottare tante soluzioni giocose e divertenti per insegnare i colori (primari e non) al proprio figlio! Alcune idee:
- Tagliare a metà delle bottiglie di plastica trasparente, apporvi un’etichetta colorata (gialla, verde, a piacere) diversa su ogni bottiglia. Creare delle palline colorate ad esempio con carta di giornale appallottolata e appositamente immersa in bagno di colore a tempera. Oppure, si possono utilizzare pezzetti di stoffa dal colore uniforme. Il genitore inviterà il piccoletto di casa a mettere in ciascuna bottiglia le palline o la stoffa del colore corrispondente a quello apposto sull’etichetta della bottiglia. Ogni corrispondenza esatta equivarrà ad un bacino di ricompensa!
- Durante l’arco della giornata indicare il colore di ogni cosa si trovi a tiro, ovvero un piatto, un’ asciugamano, una felpa che il bimbo stesso indossa. Creare magari una canzoncina allegra citando colori e cose indicate, ripetere più volte.
- Con l’utilizzo di colori lavabili, rigorosamente atossici, colorare le cinque dita della mano ognuna con un colore diverso, creare una storiella che vede protagonista le dita, identificandole ciascuna con un colore. In questo modo il bimbo imparerà ad associare il nome del colore a quello del singolo dito, quindi imparerà, giocando, sia il nome dei colori che quello delle dita. Sarebbe bello che la mamma o papà inventassero storielle simpatiche così da aiutare il bambino nella memorizzazione.
Metodo Montessori per insegnare i colori
Esiste un modo per insegnare ai bimbi i colori, un vero e proprio metodo ideato da Maria Montessori, particolarmente efficace e divertente. Ho utilizzato questo metodo anche io con le mie bambine, già ai due anni di età, e posso affermare che le mie piccole abbiano imparato a riconoscere i colori proprio grazie a questo metodo! Come realizzare la “ruota montessoriana per imparare i colori?” Occorrono pochi materiali e di facile reperibilità in casa:
- Un cartoncino
- Una decina di mollette per il bucato in legno
- Colori a tempera o acquarelli
- Pennarelli o penne indelebili
- Ritagliare il cartoncino in modo da creare una ruota e suddividerla in spicchi che saranno colorati ciascuno in modo differente dall’altro. Ad ogni spicchio corrisponderà una molletta dipinta con il colore corrispondente.
- Con un pennarello scrivere sulle mollette e sugli spicchi il nome dei colori utilizzati.
- Il bambino abbinerà la molletta allo spicchio di ruota corrispondente e, più avanti, assocerà alla molletta e allo spicchio il nome del colore.
- In rete è possibile trovare numerose foto raffiguranti la ruota montessoriana dei colori, mentre la buona volontà, la pazienza e il desiderio di far imparare al figlio i colori (così come qualsiasi altra cosa nuova della vita) deve essere già acquisita dai genitori.
Come aiutare il bambino che non sa riconoscere i colori?
Molti genitori si allarmano con quella sana ansia tipica di un genitore attento alla crescita armonica del proprio figlio, se il bambino non riconosce ancora bene i colori in età da scuola materna (3/4 anni). Molto spesso si tratta di un bambino che semplicemente ha tardato un po' con l’acquisizione di nuove nozioni o non ha ancora fatto propria la capacità di associare il colore al rispettivo nome. In assenza di problemi percettivi, valutabili con un’accurata visita oculistica, si tratterà solo di potenziare la capacità di riconoscimento e associazione,sia in aula, con l’aiuto delle maestre che a casa, con l’ausilio e la pazienza preziosa di mamma o papà.
Un esercizio semplicissimo che io per prima ho utilizzato per far esercitare la mia bimba più piccola (più restìa ad usare i colori) consiste nel chiedere al bambino di scegliere tra gli oggetti che trova in casa un qualsiasi oggetto di colore, ad esempio, rosso. Se il bambino, erroneamente, prende un oggetto di un colore anziché un altro, non si dovrà cedere allo sconforto, ma continuare e reiterare l’esperienza.
Insegnare i colori ai bambini disabili
Ci sono casi in cui insegnare i colori può rivelarsi ancora più complesso, questo avviene con i bimbi disabili. Ad alcuni tipi di disabilità si associa uno spiccato daltonismo, ovvero la forte difficoltà nel percepire i colori, in parte o del tutto. Si tratta di un problema di natura prevalentemente genetica, che sarà trattato con le dovute accortezze dal pediatra di fiducia e dall’oculista. Anche in questi casi, il genitore di riferimento o l’educatore dovrà prestare attenzione a non mortificare il piccolo durante la fase di apprendimento, potenziando, invece, le capacità residue.
Quando, invece, non c’è motivo di pensare al daltonismo, sarà “sufficiente” insegnare ai bambini disabili i colori attraverso giochi pratici e di semplice comprensione. Molto utile sarà stimolare i bambini all’apprendimento dei colori, ad esempio, durante l’ora dei pasti. “Di che colore è la banana che stiamo sbucciando? Il colore giallo è anche il colore della tua maglia!” e via così con stimoli visivi particolarmente pratici.
Insegnare i colori ai bambini autistici
I bimbi con la sindrome da spettro autistico apprendono, pensano, “comunicano” utilizzando la vista. Proprio questa particolare competenza può servire al bambino ad accedere anche ad una capacità molto scarsamente acquisita, come quella del linguaggio verbale. Il bambino autistico trova molto difficoltoso fare associazioni tra colori, cose, nomi. Per cui il genitore o l’educatore del bambino autistico potrà trovare efficace:
- presentare al bambino un solo colore alla volta e non presentare altri stimoli per non disorientarlo
- porgli innanzi lo stesso colore, magari con sfumature diverse. Ad es. il verde chiaro, il verde, il verde molto scuro. Questi colori saranno raffigurati su delle carte tipo carte da gioco monocromatiche e presentate l’una accanto all’altra, per far sì che percepisca le diverse sfumature.
- Sarà importante non presentargli molte possibilità di scelta per non disorientarlo
- Andare avanti se il bambino non riconosce o memorizza proprio quel colore, fossilizzarsi su quella difficoltà non gioverà al bambino in difficoltà. Piuttosto andare oltre e tornare sul colore non identificato in un secondo momento
- Alcuni bimbi hanno preferenza o antipatia per un certo colore, quindi bisognerà prestare attenzione a non sottoporre il piccolo alla visione di troppi colori. Meglio individuarne un paio e semplici
- Proporre immagini grandi, chiare, dai contorni ben definiti e particolarmente rispondenti al mondo che lo circonda. Possono essere appositamente disegnati per lui dall’educatore, rispondendo all’esigenza di correlazione con la realtà in cui vive