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Come insegnare il rispetto delle regole a un neonato

di Chiara Mancarella - 26.10.2015 Scrivici

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Come far capire le regole a un neonato? La pedagogista Chiara Mancarella consiglia ai genitori come comportarsi con i bambini piccoli per far rispettare loro alcuni limiti

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Come far capire le regole a un neonato

I bambini di pochi mesi fanno veramente tanta tenerezza, ogni loro movimento, gesto o espressione suscita in noi un amore profondo nei confronti di queste piccole creature. Ma cosa succede quando, improvvisamente, iniziano a “scatenarsi”? Come far rispettare e capire le regole a un neonato?  Lo psicologo Piaget parlava di stadio senso­motorio considerando quel periodo compreso tra la nascita e i 18 mesi circa.

Se prima dei 6 mesi i movimenti del bambino non sono finalizzati per uno scopo, successivamente inizia a scoprire gli oggetti e lo fa utilizzando i sensi. È a partire da questa fase che alcuni genitori, ma soprattutto le mamme, vanno letteralmente in tilt poiché spesso questa scoperta è associata a piccoli guai compiuti dal figlio. Pochi suggerimenti saranno sufficienti per capire e vivere serenamente questa fase esplorativa del bambino. 

Iniziamo subito col dire che le punizioni non servono

Sgridare o punire un bambino così piccolo non porterà da nessuna parte. Alzare la voce sarà solo uno sfogo per l' adulto, ma non impedirà al piccolo di proseguire il suo “lavoro” di mettere oggetti in bocca o lanciare il cellulare nuovo! Ciò è dovuto al fatto che è solo verso i 9 mesi di vita che i bambini iniziano a comprendere parole, gesti ed espressioni del volto, quindi un rimprovero prima di questo periodo è assolutamente inutile. Sarebbe efficace, invece, deviare la loro attenzione presentandogli, per esempio, un oggetto, comunque sconosciuto, ma infrangibile e morbido, come un tovagliolino di stoffa colorato.

Essere decisi ma consapevoli

Molto spesso le parole vengono utilizzate in maniera inappropriata. I genitori per impedire al figlio di combinare qualche danno o per giustificare un loro divieto si esprimono con un semplice “NO”. È bene ricordare che questa parola dev' essere usata solo ed esclusivamente in una vera situazione di pericolo. Come farla capire a bambini di pochi mesi? Non essendo ancora in grado di comprendere il significato delle parole, ad un “no” secco e deciso bisogna accompagnare il movimento. Sostituire, mai in maniera brusca, l'oggetto che sta manipolando il figlio con qualcosa a lui gradevole cercando di distrarlo, per esempio, con una musica, non necessariamente deve essere il suo carillon, o immagini a lui familiari.

I bambini non vanno addestrati!

Impedendogli di fare continuamente le cose, automaticamente farà scattare un senso di ribellione primario che lo porterà ad essere un bambino insicuro, nervoso e prepotente già nella fase nido- scuola dell' infanzia. Si è detto che è attraverso i sensi e in particolar modo la vista, il gusto e il tatto che nei primi mesi di vita si scopre il mondo. Togliere di continuo un oggetto dalle mani del bambino solo perché lo sta mettendo in bocca o ci sta giocando, salvo ovviamente che non si tratti di qualcosa di pericoloso, non è un buon atteggiamento.

Anzi, sotto la supervisione dell' adulto si potrebbe, in maniera ludica e quindi come un gioco, presentare diversi oggetti per forma, colore, materiale e lasciarsi stupire dal suo modo di analizzarli e manipolarli come un piccolo scienziato.

Osservare per capire i suoi interessi

Giocare insieme rafforzerà sicuramente il legame genitore-­figlio, ma va ricordato che prima dell' 8° mese si parla di interazione a senso unico perché i bambini non sono in grado di rivolgere lo sguardo in maniera consapevole verso l' altro durante lo svolgimento di un' attività. Non bisogna, quindi, allarmarsi o innervosirsi se i vostri sforzi ludici non rispecchiano gli obiettivi prefissati. A voi interessa essere presente con il vostro bambino e osservarlo, in questo modo non solo state vivendo un momento con lui, ma al tempo stesso esercitate un controllo passivo attraverso il quale interverrete esclusivamente se si dovesse presentare un reale pericolo.

Mantenere la calma non sempre è facile

Certo tra il dire e il fare le cose non sono mai così semplici. Lo stress di tutti i giorni o una giornata lavorativa pesante non permettono, a volte, di restare buoni e tranquilli davanti un piatto rovesciato dal vostro bebè e la frase “E' solo un bambino!” pronunciata dal parente o dall' amico in quel momento vi irrita solo di più. Invece, dovete ancorarvi con tutte le forze ad essa perché è vero, sono solo bambini.

Nessuno, ovviamente, vuole pappine rovesciate o telecomandi rotti, ma proprio perché i nervi possono saltare facilmente e questo non significa che siate dei cattivi genitori, è bene soprattutto all' inizio avere un aiuto dall'esterno per gestire al meglio situazioni come queste. Infine, ritagliatevi sempre, ogni giorno, dei momenti solo vostri per rilassarvi e ricaricare le energie per affrontare con più tranquillità il prossimo pasticcio del vostro piccolo combinaguai!

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