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Come educare alla gentilezza

di Redazione PianetaMamma - 08.02.2017 Scrivici

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Come insegnare la gentilezza e diventare un buon genitore ? E’ una domanda che in molti si pongono riguardo all’educazione dei propri figli

Come insegnare la gentilezza

E’ una domanda che in molti si pongono riguardo all’educazione dei propri figli.
Molte ricerche suggeriscono che è molto più importante lodare lo sforzo dei figli piuttosto che la loro capacità, in questo modo i bambini svilupperebbero una forte etica e diventerebbero più motivati. Molti genitori vivono, anche se indirettamente, i successi dei propri figli come realizzazioni personali, tuttavia uno studio condotto negli Stati Uniti ci rivela che il successo non sarebbe la priorità numero uno per la maggior parte dei genitori, piuttosto ci si preoccupa maggiormente che i figli possano diventare gentili, compassionevoli e attenti al prossimo. 

Nonostante l’importanza che ha nella nostra vita, insegnare ai bambini a prendersi cura degli altri, non è affatto semplice. Uno studio israeliano condotto su 600 famiglie, ha dimostrato che gentilezza e compassione non sono valori facili da trasmettere ai bambini.


Molti genitori credono che sia importante lodare non il bambino ma le azioni che ha compiuto, in questo modo quest’ultimo imparerebbe a ripetere il suo comportamento e di conseguenza ne nascerebbe la consapevolezza di essere una persona che ama aiutare il prossimo ogni volta che può e dunque ad interiorizzare le azioni buone come parte della sua identità.

Alcuni psicologi suggeriscono che è più utile far provare senso di colpa quando i figli si comportano male piuttosto che vergogna. Inoltre la risposta più efficace di fronte ad un cattivo comportamento dei nostri figli sarebbe la delusione per un loro comportamento sbagliato, ma nello stesso tempo spiegare loro il perché e come migliorare una situazione. Dunque mostrare rabbia e dare una punizione non sarebbe poi così efficace nel voler trasmettere i nostri valori ai figli.

Il compito dei genitori è quello di fargli capire quando sbagliano, dare delle regole sensate e coerenti e interessarsi al fatto che le rispettino. A volte il rimprovero è fondamentale per favorire la crescita e la presa di consapevolezza su una cosa. Non dobbiamo avere paura che sgridarli possa suscitare in loro traumi: non succederà se assumiamo un atteggiamento positivo, se siamo coerenti con quello che diciamo e se gli facciamo capire che li stiamo sgridando per qualcosa che hanno fatto, non per quello che sono.

Più facile a dirsi che a farsi, potrebbe ribattere qualcuno, eppure se ci si pone nel modo giusto, la sgridata rimane contenuta nel momento, senza trasformarsi in qualcosa che possa turbarli nel profondo. I bambini quando vengono sgridati potrebbero anche pensare di non essere amati, ma se lo si fa senza alzare la voce, spiegando le azioni e perché siamo arrabbiati e proponiamo qualcosa di costruttivo per fare loro capire che ci si può comportare in tanti modi di fronte alle situazioni, il rimprovero è sano.

A volte hanno anche bisogno di vedere a quale limite possono arrivare e sapere di essere ascoltati e seguiti e siamo pronti a intervenire se esagerano, dà loro grande sicurezza.


Quello che non dobbiamo fare è dire loro che “sono cattivi”: hanno fatto qualcosa di sbagliato, non sono persone fatte in un certo modo e per questo disprezzabili.

Fonte Credits|NYtimes

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