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Che valore hanno le fiabe e qual è il loro significato

di Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus - 18.10.2019 Scrivici

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Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus ci spiega il significato della favola di Cappuccetto Rosso e che valore hanno le fiabe nella crescita dei bambini

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Che valore hanno le fiabe

Che valore hanno le fiabe? Dove si nasconde la magia della loro immortalità? Nella realtà del bambino, la favola rappresenta uno strumento speciale e utile con cui cominciare a incontrare e scoprire il mondo e ciò che ne fa parte. Si tratta di un universo fantastico, quello della fiaba, capace di rapire l’attenzione dei piccini stimolandoli a compiere un viaggio con l’immaginazione e la creatività, verso una dimensione lontana dal reale ma che è al contempo capace di evocare contesti e dinamiche simili a quelli della quotidianità e della crescita.

Attraverso l’identificazione con i personaggi e le situazioni con le quali entra in relazione, il bambino impara a conoscersi e a misurarsi con le proprie emozioni, con la paura ad esempio. La paura della solitudine, dell’abbandono, dell’ignoto: gli eroi ispirano i piccoli a diventare coraggiosi e ad acquisire la fiducia necessaria per superare sfide che, al primo sguardo, potrebbero apparire come impossibili. Le favole trasmettono loro messaggi importanti: dicono che non si è da soli ad affrontare avventure anche “spaventose”, che si può sempre imparare qualcosa e che le sfide si possono superare!

Ed è cosi che un semplice C’era una volta, sussurrato dalla mamma o dal papà ai piedi del lettino, prima di andare a nanna, permette di sognare e di volare con la fantasia, indossando l’armatura dell’eroe per sconfiggere il cattivo. Capiterà di dover fare i conti con degli ostacoli durante le pagine che animano la fiaba ma, proprio attraverso quest’ultima, il bambino riuscirà a trovare e a scoprire i mezzi giusti per ripristinare una condizione di lieto fine e di serenità.

Mamma mi racconti una storia?

La preziosità delle favole sta nel fatto che acquistano concretezza attraverso la voce della mamma, del papà o ancora dei nonni.

Per questo si tratta di racconti ricchi di affetto: in una società in cui il poco spazio libero viene tappato da impegni, attività o tecnologia, rimane così preservato e riservato uno dei momenti speciali tra genitore e bambino. Ed ecco che “Mamma mi racconti una storia?” diventa un rituale che tesse un legame speciale, costruito attorno al libro che mamma e figlio sfogliano, mentre eroi e cattivi prendono vita, facendo sentire accudito e accolto il piccolo.

Leggere per qualcuno è sempre un gesto d’amore e come tale viene percepito dal bambino. La fiaba diventa così il mezzo e lo strumento privilegiato per stare vicino ai genitori: finché la fiaba dura, la mamma e il papà sono lì. Mamma, mi racconti una favola? Quante sere questa domanda è riecheggiata tra i muri delle camerette? Il C’era una volta è stato da sempre una delle melodie più belle che ha accompagnato il sonno dei piccoli. Ed è proprio così che, mentre il racconto scorre, il bambino può godersi la presenza della madre, guardarla e studiarla in tutti i suoi particolari: il suo interesse, oltre che sul contenuto della storia, si sposta quindi anche sul suono della voce materna, sulle sue sfumature, espressione di amore e tenerezza. La voce della madre non gli parla solo di Cappuccetto Rosso, di Hansel e Gretel o di Pollicino: gli parla anche di se stessa e del suo amore.

Il significato della favola di Cappuccetto Rosso

Sono tante le favole che hanno fatto e fanno da cornice ai sogni dei piccoli, ma pensiamo ora a  una storia che, nelle sue svariate sfaccettature e versioni, non viene mai dimenticata: Cappuccetto Rosso.

C'era una volta una dolce bimbetta; solo a vederla le volevan tutti bene, e specialmente la nonna che non sapeva più che cosa regalarle. Una volta le regalò un cappuccetto di velluto rosso, e poiché‚ le donava tanto, ed ella non voleva portare altro, la chiamarono sempre Cappuccetto Rosso.

Un giorno sua madre le disse: - Vieni, Cappuccetto Rosso, eccoti un pezzo di focaccia e una bottiglia di vino, portali alla nonna; è debole e malata e si ristorerà. Sii gentile, salutala per me, e va' da brava senza uscire di strada, se no cadi, rompi la bottiglia e la nonna resta a mani vuote -. (…) “Ma la nonna abitava fuori, nella foresta, a una mezz’ora dal villaggio. Appena Cappuccetto Rosso entrò nella foresta, le venne incontro il lupo. Cappuccetto Rosso però non sapeva quale malvagia bestia fosse e non ebbe paura

Nella fiaba di Cappuccetto Rosso, una dolce bambina si avventura da sola nel bosco per portare un cestino di vivande alla nonna. Nonostante la mamma la ammonisca a non smarrire la strada, Cappuccetto finisce per non ascoltarla e, nel mentre della sua avventura, cade in inganno ed è vittima del lupo che, raggirandola, si fa rivelare dove abita la nonna. Il lupo si reca dalla nonna e la divora, così al suo arrivo, Cappuccetto trova il lupo a letto che, travestito da nonna, riesce a mangiare anche la bambina. L’avvento di un cacciatore risolverà la situazione: l’uomo ucciderà il lupo tagliando il suo ventre, dal quale la nonna e la bambina ne usciranno illese.

Questa fiaba, come lo studioso Vladimir Propp sottolinea, mette in evidenza il tema della separazione dal nucleo famigliare, separazione segnata dalla partenza di Cappuccetto Rosso dalla propria casa. La curiosità di scoprire e conoscere una realtà esterna a lei ancora sconosciuta la indurrà a intraprendere strade alternative rispetto a quanto le era stato indicato dalla mamma: la sua permanenza nel bosco e le insidie che vi si possono celare simboleggiano quel periodo di passaggio dall’infanzia alla fase adolescenziale. L’entrata in scena di un personaggio malvagio, qui assegnato alla figura del lupo, il cui obiettivo è quello di trascinare la bambina lontano dal suo naturale percorso di crescita, attraverso tentazioni e inganni, può essere il simbolo del pericolo e di ciò che possono comportare delle scelte sbagliate.

Il tema dell’ignoto accompagna ogni passo che nella vita ci si appresta a compiere, unendo un po’ di paura e la curiosità di scoprire cosa ci aspetta: il messaggio di Cappuccetto sembra proprio essere quello di non lasciarsi sfuggire le nuove opportunità, senza però smarrire la strada e perdere di vista i propri obiettivi.

L’incontro con il lupo che ha divorato la nonna fa emergere quella che è una consapevolezza che si acquisisce crescendo: la bambina comprende infatti che per diventare grandi bisogna fare i conti con le proprie decisioni, affrontare le conseguenze che esse possono implicare, cercando di fronteggiare le paure e gli eventi negativi. Al proprio fianco ci sarà sempre poi un adulto, come il cacciatore, pronto a dare una mano.

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