L’Unicef lancia una nuova campagna #Endviolence against children perchè tutti riconoscano la violenza contro i bambini, e prendano parte ad azioni globali, nazionali o locali per porvi fine e per dare vita insieme a nuove idee per raggiungere questo obiettivo.
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Il direttore generale dell’Unicef Anthony Lake ha dichiarato: "Ogni volta che un bambino subisce un atto di violenza, ovunque esso si trovi, dobbiamo farci sentire e manifestare la nostra indignazione e la nostra rabbia. Dobbiamo rendere visibile quello che è invisibile". Secondo i dati diffusi oggi dall’Unicef, sono 223 milioni i minori vittime di abusi nel mondo. Circa 150 milioni di bambine e 73 milioni di bambini sotto i 18 anni hanno sperimentato violenza e sfruttamento sessuale (dati Oms) e si stima che 1,2 milioni di bambini ogni anno siano vittime di traffico (dati Ilo). La violenza non solo infligge ferite fisiche ma lascia cicatrici psichiche sui bambini, ricorda l’Unicef: colpisce la loro salute mentale e fisica, compromette le loro capacità di apprendere e socializzare e mina il loro sviluppo.
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Testimonial della nuova campagna #ENDviolence against children è Grace Akallo, fondatrice della United African for Women and Children Rights. Grace è una ragazza trentenne, ugandese, che è riuscita a scappare al suo tragico destino. Rapita a 15 anni per far parte dell'Esercito di Resistenza del Signore, guidato dal guerrigliere ugandese Joseph Kony. Grace, finisce in Sud Sudan, dove viene costretta a imbracciare un fucile, uccidere e combattere per poter ricevere quel poco cibo necessario alla sua sopravvivenza. Fortunatamente, Grace riesce a scappare, torna a scuola, vince una borsa di studio per una prestigiosa università americana, ed ora ha deciso di rendere costruttiva la sua esperienza e combattere di nuovo, ma per una giusta causa: la violenza che subiscono i bambini ogni giorno in tante parti del mondo.
Insieme alla viva testimonianza dell’ugandese Grace Akallo c’è anche
l’impegno dell’attore premio Oscar Liam Neeson, ambasciatore di buona volontà dell’Unicef
, pronto a fare luce su quegli “orrori invisibili” vissuti da centinaia di milioni di bambini in tutto il mondo. Uno speciale
micro sito e una campagna sui social media
spiegano come i bambini, i genitori e le comunità possono agire, dare il loro contributo contro la violenza, come farsi coinvolgere, essere informati, organizzare eventi e dibattiti pubblici, sostenere i bambini e lavorare con i partner dell’Unicef, globali e locali
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