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Aiuto ho un piccolo “bullo”!

di Chiara Mancarella - 20.06.2016 Scrivici

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Bullismo scuola dell'infanzia, cosa fare? La pedagogista spiega come comportarsi se si verificano episodi di prepotenza tra bambini molto piccoli

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Bullismo scuola dell'infanzia

Una mamma ci ha chiesto di occuparci di un tema molto delicato che è sempre più presente nelle realtà scolastiche, ma non solo. Stiamo parlando del fenomeno del bullismo una vera e propria piaga del mondo giovanile che se non affrontata nel migliore dei modi può sfociare in situazioni di pericolo. Il bullismo fa parte di quei comportamenti aggressivi che per un reale motivo o, peggio ancora, senza una reale causa provoca danni fisici e/o psicologici alla vittima. Si tratta di atteggiamenti che si ripetono con una certa frequenza e per un lungo periodo.

Nella scuola dell’ infanzia non si può parlare di vero e proprio bullismo, ma tra i tre e i sei anni si manifestano più che altro episodi di prepotenza legati soprattutto ad un forte egocentrismo ed una costante richiesta di attenzione. Essere genitori di un bambino prepotente o di chi subisce la prepotenza non è semplice, ma è necessario capire da dove parte questo atteggiamento deviante.

In una fascia di età così piccola (tra i tre e i sei anni) è facile venire a conoscenza di questi episodi perché i bambini tendono a raccontare tutto non appena vedono il genitore, almeno per quanto riguarda la vittima. Chi, invece, nega un dispetto è proprio il piccolo “bullo” rifiutandosi di fare pace o chiedere scusa.

Come comportarsi?

Importante è l’osservazione. Se si verificano episodi di prepotenza in casa, ai giardini o comunque tutte le volte che il bambino o la bambina fa del male ai coetanei è bene intervenire subito, parlandone con calma e cercando di capire cosa lo spinge a comportarsi in questo modo. Ovvio che se lo sgridate o strattonate state pur certi che il messaggio che volete passare non verrà recepito per nulla. Cercate di capire se questi episodi si verificano solo in un determinato contesto come a casa, a scuola, durante l’ attività sportiva e parlatene con l’adulto che in quel momento si sta prendendo cura di vostro figlio.

Chi passa per la “vittima”, invece, non deve sentirsi come un “martire”. Anche in questo caso è bene parlarne insieme. A quest’età il carattere inizia a prendere piano piano forma e ci sono bambini più timidi e riservati rispetto ad altri. Il consiglio non è quello di iscriverlo ad un corso di arti marziali per rispondere alla prepotenza, poi perché no purché si capisca che si tratti di un’arte! È necessario far capire che non bisogna sentirsi inferiore rispetto agli altri e parlarne subito con la maestra, se l’episodio si verifica a scuola, per esempio o parlarne con i genitori del compagno o compagna che tratta male il vostro bambino e trovare insieme delle soluzioni, magari invitarli a casa per trascorrere da soli un pomeriggio.

Importante, infine, che i genitori si facciano un piccolo esame di coscienza. I bambini sono come delle spugne che assorbono ogni cosa che vivono e vedono negli adulti, soprattutto negli atteggiamenti. Se in casa si respira un’aria di sottomissione o di prepotenza è normale che un figlio diventi “vittima” o “bullo”. Parlare e osservare sono i due suggerimenti che mi sento di dare. Intervenire in maniera precoce è utile per evitare possibili situazioni spiacevoli future.

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