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Il bambino non si gira quando lo chiamo: cosa significa?

di Simona Bianchi - 02.12.2023 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Se il bambino non si gira quando viene chiamato può essere il segnale di un particolare disturbo? Bisogna preoccuparsi? Cosa c’è da sapere

In questo articolo

Il bambino non si gira quando lo chiami

Cosa significa se il bambino non si gira quando lo chiami? C'è da preoccuparsi? In molti genitori sorge il dubbio che questo comportamento possa nascondere qualche anomalia. In realtà, i piccoli iniziano a riconoscere il loro nome intorno ai nove mesi e a un anno imparano ad ascoltare la musica e a essere attratti dagli altri bambini. Se intorno ai 12-18 mesi il proprio figlio fa fatica a rispondere quando viene chiamato può essere utile un controllo dal neuropsichiatra dopo aver prima escluso possano esserci problemi di udito. Questo atteggiamento potrebbe infatti essere anche un segnale della presenza di un disturbo dello spettro autistico. Un elemento a cui prestare attenzione è se il bimbo, oltre a non girarsi quando viene chiamato presenta altre anomalie in particolare nell'interazione con gli altri.

Cos’è l’autismo

L'autismo è un disturbo cerebrale che influenza il modo in cui una persona interagisce e comunica con gli altri. Chi ne soffre ha problemi a parlare e a relazionarsi con le altre persone e spesso assume comportamenti insoliti. I disturbi insorgono nell'infanzia prima dei due anni, i bambini presentano solitamente comportamenti insoliti e ripetitivi, hanno interessi limitati e seguono routine rigide. La Fondazione Bambini e Autismo riporta che, secondo i dati più recenti del Center for Disease Control and Prevention Epidemiology Program Office, l'incidenza dello spettro autistico è di 1 caso ogni 36 bambini nella fascia di età di 8 anni, approssimativamente il 4% di sesso maschile e l'1% di sesso femminile.

Bambino non si gira e altri segnali del disturbo dello spettro autistico

Oltre a non rispondere al proprio nome dopo i dodici mesi, l'Istituto superiore della Sanità elenca altri segni comportamentali che possono essere considerati possibili campanelli d'allarme della presenza del disturbo dello spettro autistico:

  • non indica gli oggetti per mostrare interesse verso di loro (ad esempio indicare un aereo che vola) dopo i 14 mesi
  • non gioca a 'fare finta' (ad esempio fare finta di telefonare o fare finta di allattare una bambola) dopo i 18 mesi
  • non si volta verso gli oggetti quando un'altra persona li indica
  • evita il contatto con gli occhi e vuole stare da solo
  • ha problemi a relazionarsi con gli altri o non presenta del tutto interesse verso le altre persone
  • ha difficoltà a comprendere gli stati d'animo degli altri o a parlare dei propri sentimenti
  • non ama essere abbracciato/a o coccolato/a o lo accetta solo quando è una sua iniziativa
  • appare assente quando le altre persone gli/le parlano ma reagisce ad altri suoni
  • è molto interessato/a alle persone, ma non sa come parlare, giocare o in generale relazionarsi con loro
  • presenta un linguaggio immaturo e più in generale un ritardo nelle competenze linguistiche
  • ripete le parole o le frasi che gli/le vengono dette, o ripete parole o frasi invece di usare il linguaggio normale (ecolalia)
  • presenta difficoltà ad esprimere le proprie necessità usando parole o gesti usuali
  • spesso compie azioni ripetitive (batte le mani, si dondola o si gira su se stesso/a)
  • è fortemente disturbato in conseguenza di piccoli cambiamenti
  • ha delle reazioni inusuali agli odori, ai sapori, ai suoni o a come le cose si presentano al tatto

Cosa fare se si sospetta un disturbo dello spettro autistico

Si ritiene che l'autismo sia presente dalla nascita e i primi sintomi possono insorgere molto presto, soprattutto nei casi più gravi in cui sin da subito si notano delle difficoltà del piccolo a interagire con la madre o con le persone di riferimento.

 In genere campanelli d'allarme del disturbo possono manifestarsi tra il primo ed il secondo anno di vita. In particolare, intorno ai 18 mesi, quando i bambini cominciano a frequentare il nido e a sviluppare il linguaggio, i genitori tendono a notare atteggiamenti anomali. In caso di sintomi lievi, la diagnosi può arrivare solo in età scolare. Se si sospetta la presenza di autismo, il primo passo sarebbe discuterne con il pediatra per valutare se è il caso di rivolgersi a una struttura specializzata riconosciuta dal sistema sanitario locale o nazionale, come le unità di neuropsichiatria infantile, per una valutazione più approfondita.

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