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Bambini e televisione
A Natale è tradizione regalare la visione di cartoni animati o di film piacevoli, in dvd, in TV o ancora meglio portare i bimbi al cinema, luogo di magia e di fantasie. La suggestiva magia del cinema affascina i bambini: una sala buia con tante persone, una grande storia raccontata con la musica, le immagini e le emozioni su un grande schermo. L’emozione condivisa con altri. Questa è la magia del cinema e i bambini possono goderne e trasformarla in un’esperienza costruttiva ed estremamente positiva per lo sviluppo psichico.
Non a caso se lo psichiatra Serge Tisseron afferma che
Andare al cinema per i più giovani significa lasciarsi alle spalle il mondo dei piccoli e diventare grandi. Così come per gli adolescenti, andare al cinema con i coetanei è un modo di affermare la propria distanza dai genitori e costruirsi dei riti collettivi
per lo psichiatra Bruno Bettelheim, appassionato studioso delle fiabe, precisa che
le fiabe arrivano alla realtà interna del bambino perché parlano dell’eterno confronto dell’uomo con se stesso (i sentimenti, le paure, i desideri), con gli altri e con gli eventi esterni che fanno da sfondo alla crescita (le “prove” da superare, le separazioni, le avventure)
Il cinema, con le sue fantasie, storie da raccontare, emozioni e paure, è uno straordinario momento di crescita a patto che non si trasformi in un momento di disturbo per il bambino.Il cinema e il suo racconto deve essere lo spazio in cui la fantasia incontra il vissuto del piccolo e il mondo interiore.
Ma allora a che età, e quando, si può iniziare a portare i piccoli davanti al grande schermo?
La maggior parte degli esperti concorda nel sostenere che i 4 anni sono l'età ideale per consentire ad un bambino di seguire un film al cinema o una lunga narrazione, ma va anche precisato che ogni bambino è a sé. Infatti si devono tenere presente e considerare alcuni fattori, esempio:
- se è un bambino che ama alzarsi e camminare
- quanto riesce a stare seduto/fermo a guardare la tv senza annoiarsi
- se facilmente si agita e magari urla per attirare l'attenzione
- se è facilmente impressionabile
È fuori dubbio che il cinema deve essere un momento piacevole per lui e per chi lo accompagna. Se tutti questi punti sono soddisfatti allora è giunto il momento di programmare la visione del film, l’acquisto del biglietto assieme al sacchetto di noccioline e popcorn. In tal senso il ruolo del genitore, di chi accudisce il bambino, ha un'importanza fondamentale, perché il genitore conosce il proprio bimbo, sa quali possono essere le sue paure ed è consapevole se un film sia o no adatto a lui. E poi non dimentichiamo che andare al cinema insieme ai bambini è un'imperdibile occasione per rispondere alle loro domande, per aiutarli a comprendere eventi, situazioni, cose non sono chiari, per condurli nel cammino che li porta a superare ed affrontare le loro paure.
Viene da sé che il cinema non è solo un semplice momento di svago per i bambini e noi genitori dobbiamo essere consapevoli di ciò, pertanto dobbiamo sapere che tipo di film facciamo vedere ai nostri figli. I film per bambini molte volte sono ingannevoli: sembrano semplici e banali storie d’animazione, a volte profonde e impegnate, a volte divertenti, ma spesso nascondono dei messaggi o scene che possono generare paura nei piccoli. E' importante scegliere un film adatto all’età del bambino: a 4 anni generalmente i bimbi iniziano a mantenere l’attenzione nei confronti di una narrazione, si sceglierà un film con una trama semplice, lineare, con personaggi ben identificabili nelle vesti del buono e del cattivo; dai 6 anni ai dieci anni i bambini cominciano a manifestare l’interesse per le forti emozioni e la suspense.
Attenzione però a non sopravvalutare queste predisposizioni e quindi va impedita la visione di film violenti o eccessivamente paurosi.

Film per bambini in uscita nel 2015-2016 | FOTO
vai alla galleryTutti i film per la famiglia in uscita nell'autunno-inverno del 2015-2016
Dopo i dieci anni il bambino può essere introdotto a un tipo di cinema che non sia esclusivamente per l'infanzia, ma sempre con la presenza del genitore. Molte volte si adotta il cinema in TV, e anche in questo caso sorge spontanea la domanda: a che età il bambino può cominciare a vedere la televisione? L'esposizione prolungata può procurare danni? Come proteggere il bambino da immagini e programmi inadeguati? Tutti, da tempo, concordano nel dire che i minori corrono dei rischi quando sono esposti per troppo tempo e da soli alla visione di trasmissioni e spettacoli che possono turbarli e influenzarli negativamente, che un eccessivo utilizzo della tv, anche indipendentemente dal tipo di programma, riduce il tempo dedicato alla attività ludica, alla creatività, alla lettura, alla relazione con coetanei ed adulti.
Inoltre i bambini facilmente subiscono messaggi, valori, modalità di comunicazione che, per loro età e la situazione ambientale, possono influire negativamente sullo sviluppo psico-fisico determinando danni difficilmente riconoscibili nell'immediato ed in seguito difficili da riparare. Dati statistici e casi clinici hanno evidenziato ed evidenziano come i genitori siano poco attenti a riconoscere i programmi più adatti all'età dei figli, spesso sottovalutano i rischi ai quali i minori sono esposti, nè controllano le trasmissioni che vedono, nè le discutono con loro, consentendo così, che quanto è trasmesso e visto, influenzi in modo negativo e invalidi, le dinamiche educative e le stesse comunicazioni all'interno della famiglia.
L'apparecchio TV nella camera del bambino e dell'adolescente riduce in modo importante l'ascolto affettivo, partecipato e condiviso, tra i vari componenti del nucleo familiare. La visione individuale della TV impedisce la possibilità del "conoscersi e riconoscersi" che consente ai bambini una importante rassicurazione nel loro percorso di crescita.
Il mezzo televisivo, inoltre, proprio per la sua natura, nelle trasmissioni di intrattenimento propone una cultura dove le singole "verità" vengono urlate ed i genitori spesso non sono presenti per rispondere ad eventuali richieste chiarificatrici di dubbi e paure dei minori.
La TV non deve essere usata né tanto meno considerata come il mezzo semplice, facile, a portata di mano "per far star buono il bambino". Il tempo dedicato alla televisione deve essere limitato perché impone la sedentarietà, al massimo può essere ed intervallato dalla lettura, dallo sport, dal gioco, dal dialogo. assicuriamoci di scegliere trasmissioni di qualità che proteggano il bambino da informazioni e materiali dannosi per il suo sviluppo. Va abolita l’abitudine di addormentarsi in camera o sul divano, davanti alla TV, mentre va favorita la lettura serale di un libro o il dialogo. Non utilizzare la televisione come sottofondo allo studio e mentre si fanno i compiti, in quanto la concentrazione può venire meno e la stanchezza aumenta.
La visione condivisa di spettacoli di intrattenimento, di informazione, di film, che, anche se adatti ai bambini, spesso possono avere bisogno di spiegazioni, rassicurazioni, valutazione, va rispettata. La ripetitività di pubblicità e trasmissioni di intrattenimento induce all'aumento dei desideri, al consumismo, all'imitazione di modelli di comportamento superficiali o del tutto irreali. Ricordiamo che, pur essendo il mezzo televisivo un utile strumento per gli apprendimenti, un uso esclusivo di tale mezzo rischia di non favorire lo sviluppo della concentrazione, delle capacità critiche ed di ostacolare l'apprendimento scolastico, determinando situazioni di confusione.
Come proteggere i bambini da trasmissioni dannose?
Le emittenti televisive si sono impegnate non solo ad uno scrupoloso rispetto della normativa vigente a tutela dei minori (art.31 della Costituzione e art.17 della Convenzione ONU), ma ad adeguarsi ad un codice di autoregolamentazione che possa assicurare contributi positivi allo sviluppo della loro personalità e che eviti messaggi che possano danneggiarla.
Il Ministero delle Comunicazioni e le emittenti televisive hanno sottoscritto un Codice rivolto a tutelare i diritti e l'integrità psichica e morale dei minori, con particolare attenzione e riferimento alla fascia di età più debole (0–14 anni) nella fascia oraria dalle 7.00 alle 22.30.