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Agenesie dentali nei bambini
Una patologia che interessa i bambini (il 7% delle femmine e il 6% dei maschi in Italia): stiamo parlando delle agenesie dentali, ovvero la mancanza genetica di denti che può causare anomalie non solo funzionali ma anche estetiche, spesso con ripercussioni psicologiche. Basti pensare che il 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni hanno subito episodi di bullismo e il 6% proprio per ragioni legate all'aspetto estetico o a difetti di pronuncia.
Le agenesie, se diagnostiche per tempo e se approcciate nel modo corretto, possono essere curate in via definitiva prevenendo il problema estetico e situazioni di imbarazzo e sofferenza, specie in un'età particolare come l'adolescenza.
I dati
Secondo un'indagine ISTAT il 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha subito episodi di bullismo e, tra le prepotenze più comuni, c'è la derisione per l'aspetto fisico e/o il modo di parlare (6,3%). Un dato preoccupante che si amplifica se correlato con quello dell'utilizzo da parte dei giovanissimi dei social network, dove l'esteriorità troppo spesso la fa da padrone: in Italia il 23% dei bambini tra i 9 e gli 11 anni e il 63% dei preadolescenti tra i 12-14 anni visitano quotidianamente un social network. La percentuale sale al 79% per i ragazzi tra i 15 e i 16 anni (dati Eukids Online).
Lo scherno e la derisione tra i bambini e gli adolescenti possono diventare ancora più sgradevoli se legati a una anomalia che interessa la parte più esposta del corpo, il volto, come nel caso di problemi importanti ai denti.
I problemi principali
I problemi principali sono legati alla masticazione, alla fonazione, causando appunto difetti di pronuncia, alla malocclusione e/o all'affollamento dentale, con inevitabili implicazioni estetiche. "Le agenesie spesso sono associate a microdonzia della restante dentatura, vale a dire che i denti presenti sono più piccoli del normale, o a taurodontismo, cioè i denti presenti sono al contrario di dimensioni maggiori, e/o a canini inclusi, con conseguenti migrazioni dei denti che fuoriescono dalla loro sede ideale, creando dismorfie dentali ossee e gengivali - spiega il dott. Gaetano Calesini, medico chirurgo specialista in odontoiatria e protesi - In pazienti giovani, questa situazione può portare a complicazioni cliniche che coinvolgono anche lo stato psicologico della persona, tanto che non sono rari i casi di depressione soprattutto se l'impatto visivo del problema è importante, come quando vengono coinvolte le zone anteriori della bocca. Quasi tutti i miei pazienti e i loro genitori, si rivolgono al mio centro soprattutto per risolvere il problema estetico".
Cura e prevenzione
Le soluzioni ci sono e portano non solo ottimi risultati, ma consentono anche di prevenire inutili complicanze ed eventuali sofferenze psicologiche.
Oggi fra le tecniche mininvasive più collaudate c'è l'approccio MTM studiato dal dott. Calesini, che permette di intervenire in modo definitivo sulle agenesie senza toccare i denti naturali adiacenti allo spazio senza denti. Solitamente si interviene con la chirurgia al termine dello sviluppo delle ossa del cranio (intorno ai 21-23 anni) per la collocazione dell'impianto e, dopo 3 / 4 mesi, il protesista realizza la parte visibile del dente.
È assolutamente fondamentale una diagnosi precoce, confermata da una semplice radiografia panoramica dentale in sede di prima visita dal dentista, che di solito si fa tra i 6 e i 7 anni del bambino. Una volta individuata l'agenesia spesso si interviene prima con l'ortodonzia per ridistribuire i denti presenti in modo ideale e creare gli spazi giusti in maniera non invasiva, in un secondo tempo i denti mancanti verranno sostituiti con l'implantologia. "L'approccio implantare MTM produce risultati migliori delle alternative classiche del ponte fisso, che è un intervento invasivo e 'costoso' biologicamente, perché si devono limare i due denti adiacenti, perfettamente sani oppure del ponte Maryland vale a dire un ponte semplicemente "incollato" ai denti adiacenti che però può staccarsi casualmente creando imbarazzo".
L'approccio MTM
Il Management Tissutale Morfogenico, ideato dal dott. Calesini, è un approccio multidisciplinare per il trattamento delle agenesie con oltre 36 anni di sperimentazione clinica.
Si tratta di un approccio implanto-protesico non invasivo che, non prevedendo l'uso di membrane, trapianti ossei o innesti di origine sintetica o animale, si risolve in oltre il 70% dei casi in una sola seduta chirurgica indolore perché l'intervento ambulatoriale viene fatto in anestesia locale o in sedazione profonda cosciente assistita dall'anestesista. Il percorso è articolato in più fasi e produce risultati estetici ottimali e duraturi.
"Nella gran parte dei casi la soluzione più efficace per il trattamento delle agenesie dentali, negli adulti, è quella che prevede una prima fase ortodontica che solitamente richiede pochi mesi, alla quale segue l'inserimento implantare e quello protesico. Grazie all'approccio rigenerativo MTM si creano le condizioni affinché sia il corpo umano stesso a rigenerare i tessuti osseo e gengivale necessario ad alloggiare e mimetizzare l'impianto - conclude il dott. Calesini - Come in tutte le branche della medicina, specie nella chirurgia, le complicazioni sono possibili, per questo è importante affidarsi fin dall'inizio a professionisti esperti che padroneggino le tecniche giuste e realizzino un'accurata pianificazione dell'intervento. Correggere danni estetici e funzionali causati da un pregresso intervento implanto-protesico sbagliato dal punto concettuale o tecnico, infatti, è molto più difficile. Pianificare un corretto trattamento consente di ridurre in modo efficace l'impatto di anomalie come le agenesie, evitando in una persona giovane anche le conseguenze sulla sua autostima e sulla sua socialità specie in fasi delicate come l'adolescenza dove il problema si manifesta in tutta la sua importanza".
Il successo funzionale degli impianti osteo-integrati posizionati con tecniche standard su scala planetaria supera il 95% con il mantenimento dell'integrazione nell'osso a distanza di decenni. C'è però un punto debole in questo trattamento rappresentato da un ripristino dell'anatomia dei tessuti ossei e gengivali che sia in grado di mantenere un risultato estetico che perduri nel tempo, aspetto che invece con l'approccio MTM è possibile.